Sicuramente 40000 euro sono una somma relativamente bassa da investire, anche se inizia ad assumere un profilo interessante sui mercati finanziari, a seconda del tipo di investimento prescelto.
La prima opzione, trattandosi di piccolo risparmiatore, potrebbe consistere semplicemente nel prendere in considerazione il conto deposito, ossia un conto bancario su cui depositiamo una certa somma di denaro per un periodo minimo, entro il quale ci vincoliamo a non ritirarla. In cambio, la banca ci offrirà un certo tasso di interesse alla scadenza o con accredito anticipato, ma solo se il vincolo viene rispettato. Se si ritira in tutto o in parte prima il risparmio, l’interesse non viene più corrisposto oppure lo si potrebbe perdere parzialmente, se viene garantito un tasso di base o se l’annullamento riguarda solo il rendimento maturato sulla somma prelevata in anticipo. In genere, l’interesse è crescente in funzione del periodo del vincolo, che a sua volta varia da un minimo di un mese a un massimo di 36 o 48 mesi. Ma parliamo di rendimenti lordi massimi del 3-4%, nei casi migliori.
Un’altra ipotesi sarebbe quella di un investimento obbligazionario. Qui, si ha la possibilità di scegliere tra bond privati, governativi, titoli italiani o stranieri (denominati in euro o in altra valuta).
In ogni caso, il rendimento è dato dalla cedola periodica staccata all’obbligazionista su base annua, sempre che vi sia, nonché dalla differenza di prezzo del titolo alla scadenza, rispetto a quello di acquisto. Se compro a 90 un titolo a 10 anni con cedola annua al 3%, il rendimento lordo sarà pari al 3% più (100-90) / 10 (anni) = 1%, cioè del 4% in tutto, dato che il titolo viene rimborsato alla scadenza al 100%.
Bisogna sempre guardare all’affidabilità dell’emittente, che può essere valutata grazie al rating assegnato dalle agenzie, le più famose delle quali sono S&P, Moody’s e Fitch. In genere, più un emittente è rischioso, maggiore è il rendimento costretto ad offrire per attirare risparmi.
Nel caso si scegliesse un bond straniero (privato o governativo), denominato in valuta diversa dall’euro, il rendimento effettivo alla scadenza è dato anche dalla variazione del tasso di cambio. Se, ad esempio, compriamo per 40.000 euro di un bond a 3 anni di una società USA con rendimento lordo annuo (cedola + prezzo) del 5%, quando il rapporto tra euro e dollaro è di 1,30 e alla scadenza questi è di 1,23, ciò significa che il dollaro si è rafforzato contro l’euro del 5,4%, per cui il nostro rendimento effettivo sarà stato del 5 + 1,8 (5,4% / 3 anni), ossia del 6,8%. Ma se, al contrario, il dollaro si è indebolito a 1,35, allora il rendimento annuo effettivo sarà pari al 3,7%.
Nei casi di oscillazioni sfavorevoli più marcate del cambio, potrebbe essere intaccato anche il capitale, ragione per cui si consiglia sempre di valutare bene, prima di puntare su un titolo straniero.
Oltre alle obbligazioni, le azioni stuzzicano da sempre i desideri anche del piccolo risparmiatore, perché potenzialmente potrebbero essere molto più redditizie, ma hanno per contro un profilo di rischio assai maggiore, non trattandosi di titoli di credito, bensì di capitale.
Se si dispone di una somma di 40.000 euro, si consiglia di ripartirla su più azioni, di società diverse, appartenenti a settori produttivi diversi e di aree geografiche diverse, in modo da minimizzare il rischio. Esempio: se scoppiasse una guerra tra due paesi politicamente rilevanti, è probabile che le azioni di una compagnia aerea crollino, ma probabilmente saliranno quelle di una società produttrice di armi. Se si detengono entrambe, si evita la perdita o la si minimizza. Questo è il concetto di base.
Tuttavia, difficilmente il piccolo risparmiatore è in grado da solo di scegliersi un paniere accurato di titoli azionari da acquistare. Inoltre, 40.000 euro sono una cifra irrilevante sul mercato, per cui si consiglia di aderire a un fondo, magari bilanciato, ossia che punta sia sulle azioni che sulle obbligazioni. Esso ha il pregio di essere gestito da esperti, che conoscono il mercato assai meglio di noi e mobilitano somme enormi, avendo la possibilità di polverizzare gli investimenti su un numero elevatissimo di differenti azioni, obbligazioni e altri titoli, minimizzando il rischio.
Infine investire nell’oro. Risulta essere il bene rifugio per eccellenza, che nel medio lungo termine garantisce soddisfazioni anche alte. Si pensi che dall’inizio del Duemila alla fine 2012, le quotazioni dell’oro per oncia si sono quintuplicate. Chi nel 2000 avesse investito 40.000 in lingotti, avrebbe avuto a fine 2012 una somma di 200.000 euro e oggi ancora di circa 130.000 euro.
Se, però, si scommette sull’oro per un orizzonte temporale breve o molto breve, questo investimento non appare appropriato. I lingotti, invece, sembrano la soluzione ideale per chi, disponendo di 40.000 euro, vorrebbe conservarne il potere di acquisto negli anni e cercare di ottenere un rendimento costante nel tempo, anche potenzialmente molto elevato.