Un conto deposito è una forma d’investimento molto diffusa tra le famiglie italiane e non solo. Esso consiste nella possibilità per il cliente di una banca di “parcheggiare” denaro presso di essa, in cambio di un rendimento. Si appoggia a un tradizionale conto corrente, il quale si caratterizza per la sua assenza di rendimento offerto, non trattandosi di un investimento, bensì di un servizio bancario, teso a consentire al cliente di avere un veicolo per l’accredito e il prelievo del proprio denaro. Se nel caso di un conto corrente si ottiene un lievissimo rendimento prossimo allo zero, positivo al netto delle commissioni e dell’imposta di bollo solo per elevate cifre, nel caso di un conto deposito è sempre garantito un rendimento, che varia a seconda della dura del deposito.
Esistono due differenti tipi di questo conto: quelli a deposito vincolato e quelli non vincolati o liberi. Inoltre, diverse forme contrattuali prevedono un trattamento differente in determinate situazioni. Vediamo.
Il conto deposito vincolato è una forma di investimento che un soggetto effettua presso un istituto bancario, depositandovi una certa somma di denaro, non necessariamente elevata, ma anche solo di qualche centinaio di euro (i limiti minimi dipendono dal tipo di conto e dalla banca), impegnandosi a non prelevarla prima di una determinata scadenza. In cambio, la banca riconosce al cliente un rendimento sulla somma depositata, generalmente in funzione crescente del tempo del vincolo, in modo da incentivarlo a parcheggiarvi denaro quanto più a lungo possibile.
In genere, i vincoli possono avere una durata minima di anche solo un mese e una massima di 3 o 4 anni, ma sono possibili soluzioni di più lungo periodo. Alla scadenza del vincolo lo si può sempre rinnovare, ove l’offerta della banca fosse ancora valida.
Facciamo un esempio, Banca X offre il Conto Deposito “TassoPiù” e garantisce un rendimento dello 0,25% annuo per i vincoli a un mese, dello 0,50% per i vincoli a tre mesi, lo 0,75% per quelli a 6 mesi, l’1% per quelli a 9 mesi, l’1,25% per i depositi vincolati a 12 mesi, l’1,50% per i 18 mesi, il 2% per i 24 mesi, il 2,5% per i 36 mesi.
Tizio può scegliere la durata del vincolo e poniamo che depositi 10.000 euro a 12 mesi. Otterrà alla scadenza un rendimento lordo di 12,50 euro (1,25% su 10.000). Alcuni conti deposito consentono l’accredito anticipato degli interessi.
Cosa succede se il cliente non rispetta il vincolo e, poniamo, Tizio ritiri il proprio denaro dopo 7 mesi e non dopo un anno, come si era impegnato a fare. Qui, possono sussistere diverse condizioni contrattuali, che è bene leggere con attenzione, prima di scegliere il conto e la banca su cui depositare i risparmi, evitando di giudicare l’appetibilità di un conto vincolato dal solo rendimento offerto. Il caso più sfavorevole sarebbe quello della totale perdita dell’interesse. Tizio avrà naturalmente diritto a ritirare i propri risparmi in qualsiasi momento, salvo il periodo di preavviso eventualmente pattuito, ma perderebbe del tutto gli interessi, anche nel caso in cui ritirasse solo una piccola parte del denaro depositato.
Negli ultimi tempi, vuoi per incentivare il cliente a depositare denaro anche a più lungo periodo, vuoi per l’agguerrita concorrenza tra le banche e con strumenti finanziari sempre più diffusi e alternativi al circuito bancario, gli istituti applicano condizioni più favorevoli al cliente, anche nei casi di ritiro anticipato del denaro da un conto deposito. Ad esempio, alcuni limitano la perdita dell’interesse solo alla somma ritirata, per cui se Tizio ritira in anticipo sui 12 mesi solo 1.000 dei 10.000 euro, perderà l’1,25% sui primi, non sull’intera somma.
In molti altri casi, invece, la banca riconosce al cliente, in ogni caso, un tasso base, molto inferiore generalmente a quello offerto sul deposito vincolato, ma evitando che quest’ultimo perda tutto il rendimento. Sempre nel caso di cui sopra, l’istituto potrebbe prevedere da una certa durata in poi del vincolo un tasso di base dello 0,50%. Ciò significa che tutt’al più, Tizio avrebbe diritto a percepire lo 0,50% sui 10.000 euro o, a seconda del contratto, il rendimento retrocederebbe al tasso di base dello 0,50% sulla somma ritirata in anticipo (i 1.000 euro), ma conserverebbe l’1,25% sui restanti 9.000 euro ancora depositati.
A questo punto, ci si potrebbe chiedere quale sia la differenza tra un conto deposito vincolato e uno non vincolato o libero. Attenzione, quest’ultimo non è il conto corrente, ma pur sempre un conto deposito, che garantisce al cliente un determinato rendimento, più basso di quello offerto sui conti vincolati (ma più alto di quello concesso su un conto corrente), in quanto il risparmiatore ha il diritto di versare somme anche minime e di prelevare denaro in qualsiasi momento. In sostanza, si tratta di una sorta di salvadanaio, che il titolare può “rompere” in qualsiasi momento, avendo lo stesso diritto a un rendimento minimo.