L’oro rappresenta da sempre una delle forme più appropriate d’investimento, grazie alla sua caratteristica di conservare il valore nel tempo o di accrescerlo, tutelando così il possessore dal rischio di perdita del potere d’acquisto. In più, esso è considerato in ogni tempo e in ogni luogo come un bene prezioso ed essendo anche limitata la sua quantità disponibile, tutto ciò assicura al risparmiatore la ragionevole certezza che in un arco di tempo appropriato, l’investimento avrà un ritorno positivo.
Esistono tanti modi per lucrare da un investimento in oro. Il primo potrebbe consistere semplicemente nell’acquisto di lingotti. A differenza di quanto molti pensano, i lingotti possono essere anche di pochi grammi, per cui il loro prezzo di acquisto è alla portata anche del risparmiatore più piccolo. Ad esempio, un lingotto di soli 5 grammi potrebbe essere comprato con meno di un paio di centinaia di euro, ai prezzi attuali. Una volta acquistato, esso può essere detenuto a casa oppure presso il caveau di una banca, che offre il servizio in cambio del pagamento della locazione e di un premio assicurativo, che si configurano, quindi, quali ulteriori costi dell’investimento. Il deposito dei lingotti presso una banca è consigliabile, soprattutto, quando il loro peso è tale da giustificare l’onere accessorio. Sottolineiamo, poi, che in questo caso, tra la banca e il risparmiatore si instaura un rapporto di custodia, per cui i lingotti o la gioielleria eventualmente depositati presso di essa rimarranno sempre di proprietà del secondo, anche nel caso estremo di fallimento dell’istituto, a differenza dei depositi e conti correnti in denaro.
Un’altra forma di investimento in oro è anche la scelta di un fondo Etc (“Exchange Traded Commodities”). Trattasi di un fondo che si limita a replicare il prezzo della materia prima sottostante, in questo caso, dell’oro. Se le quotazioni di quest’ultimo salgono del 2%, supponiamo, anche l’Etc registrerà una variazione di tale percentuale. Ma, attenzione: l’oro si quota in dollari all’oncia, per cui dobbiamo anche registrare le variazioni del tasso di cambio tra euro e dollaro. Quindi, se il prezzo dell’oro cresce del 2% e l’euro si apprezza sul dollaro dell’1,2%, ad esempio, la performance dell’Etc sarà pari a 2% – 1,2% = 0,8%. Al contrario, se l’euro si deprezza sempre dell’1,2%, la variazione dell’Etc sarà del 2% + 1,2% = 3,2%.
Il future è un contratto con il quale una parte s’impegna ad acquistare da un’altra parte o a vendere all’altra parte un certo ammontare di oro a una data prestabilita e a un prezzo prefissato. In base alla variazione delle quotazioni dell’oro, si può perdere o vincere la scommessa. Esempio: mi impegno a comprare un’oncia di oro in data 21 luglio 2014 al prezzo di 1.200 dollari l’oncia. Se in data 21 luglio 2014, l’oro quotasse sui mercati 1.300 dollari l’oncia, il compratore ha vinto la scommessa e avrà la possibilità di rivendere subito il metallo a un prezzo superiore a quello di acquisto, realizzando un profitto. In questi casi, si dice che l’investitore sia “andato long”, ossia che ha aperto una posizione lunga, scommettendo su un rialzo del prezzo dell’oro.
Al contrario, chi scommette su un ribasso del prezzo dell’oro, realizza un guadagno, se il prezzo dell’oro diminuisce, ossia se riesce a vendere l’oro a una data X a un prezzo più alto di quello di mercato per la medesima data.
Simili ai futures sono le “options”, ossia i contratti che concedono alle parti la facoltà, non l’obbligo, di acquistare i vendere una determinata quantità di un certo bene (nel nostro esempio, l’oro) a un dato prezzo (“strike price”) e a una data prefissata, dietro la corresponsione di un premio.
Esempio: compro il diritto a comprare in data 21 luglio 2014 un’oncia di oro al prezzo di 1.200 dollari, pagando, per ipotesi, un premio di 100 dollari. Se alla suddetta data, il prezzo dell’oro sul mercato fosse di 1.000 dollari all’oncia, è evidente come il titolare del diritto non abbia alcun interesse a comprare l’oro, perché il prezzo stipulato è risultato eccessivo. Nel caso contrario, se il prezzo di mercato fosse di 1.400 dollari l’oncia, avrebbe vinto la scommessa, realizzando un profitto di 1.400 – 1.200 – 100 (premio) = 100 dollari. Se si scommette sul rialzo del prezzo dell’oro, l’opzione di chiama “call”, mentre si definisce “put”, quella che si basa su una scommessa ribassista.
In ogni caso, il massimo della perdita che potrebbe essere sostenuta da chi perde la scommessa è pari al premio pagato.
Sia per i contratti options che futures, la consegna materiale dell’oro alla scadenza non è quasi mai reale, perché ci si limita a regolare le differenze in denaro, facilitando la velocità delle operazioni di acquisto e vendita.
Infine, per chi volesse investire in oro, resta sempre la possibilità di acquistare le azioni delle società minerarie, ossia delle società estrattive dell’oro. Anche in questo caso, il prezzo del metallo sarà determinante nel permettere all’investitore di ottenere un profitto o nel provocargli una perdita, ma non sarà il fattore unico. Come le azioni di qualsivoglia società, l’aumento o il calo dei corsi è frutto della capacità del management di migliorare i margini, di comprimere i costi, di massimizzare la produzione.