In questo articolo mettiamo a disposizione alcuni consigli su come investire 50000 euro, una cifra relativamente modesta per un investimento, anche se inizia a diventare un importo interessante, ai fini di una certa diversificazione del portafoglio.
Per una cifra di questo livello sarebbe opportuno prendere in considerazione un investimento in titoli di stato italiani. Il forte ridimensionamento dei loro rendimenti, tuttavia, fa sì che che siano consigliabili solo i BTp di durata medio lunga, se teniamo presente che attualmente un BoT a un anno rende intorno allo 0,50% lordo, ossia meno dell’inflazione, senza considerare che bisogna pagare il 12,50% sul rendimento e le spese di commissione alla banca. Uno stesso titolo a 10 anni rende appena il 3% lordo, anche se, dato il bassissimo profilo di rischio dell’investimento, in periodi di tassi zero non sarebbe affatto da scartare.
Per i più temerari, ci sono le obbligazioni private, ossia titoli di credito emessi da società o banche, il cui rendimento è generalmente superiore a quello offerto dai titoli governativi. Quelle ordinarie consentono all’investitore di ottenere una cedola periodica (semestrale, annuale), alla quale si somma il rimborso del capitale alla scadenza, possibilmente a un prezzo superiore a quello di acquisto del titolo (scarto di emissione).
Le obbligazioni convertibili, invece, consentono al creditore di convertire alla scadenza le obbligazioni in azioni, diventando così socio della società emittente. Una variante di queste obbligazioni sono i cosiddetti co.co.bond (“contingent convertible bond”), in Italia emessi dalle banche, che consistono in bond convertibili dall’istituto al verificarsi di determinati eventi o al raggiungimento di alcuni parametri. Nonostante gli alti rendimenti offerti, è sconsigliabile investirvi se si è avversi al rischio o se si vuole puntare su titoli a rischio moderato.
Le azioni sono un’altra forma di investimento potenzialmente redditizia, ma anche molto più rischiosa dei titoli obbligazionari. Il guadagno può essere ottenuto sia dalla cedola staccata dalla società emittente ogni anno, sulla base degli utili maturati nell’esercizio, sia, soprattutto, dalla differenza tra il prezzo di vendita del titolo e quello di acquisto, se positiva. Ovviamente, bisogna sperare che il corso delle azioni salga per ricavare un margine di guadagno per tale via.
I conti deposito sono forse la forma più diffusa e popolare di investimento e consistono nel depositare presso una banca o alla posta un certo importo, che viene vincolato per un periodo di tempo prefissato (in genere, fino a 3-4 anni al massimo), ricevendo in cambio un certo interesse annuo, che potrà essere riscosso alla fine del periodo del vincolo. Qualora, però, il risparmiatore ritiri il denaro prima del tempo prestabilito, perderà il diritto a percepire l’interesse.
I pronti contro termine sono operazioni con le quali una banca vende a un risparmiatore un certo ammontare di titoli, impegnandosi a riacquistarli a breve e a un certo prezzo (superiore). Qualora i titoli sottostanti siano obbligazioni governative, anche i rendimenti realizzati con i pronti contro termine vengono tassati con l’aliquota agevolata del 12,50%, quando sui rendimenti degli altri prodotti finanziari l’aliquota è salita recentemente al 26%.
Simili ai pronti contro termine sono i certificati di deposito, che hanno la peculiarità, però, di corrispondere all’investitore l’interesse in corso di finanziamento.
Chi fosse in possesso di una cifra di 50.000 euro potrebbe iniziare a prendere in considerazione anche altri strumenti finanziari, come futures e opzioni, generalmente non alla portata del risparmiatore più piccolo, più avverso al rischio.
I futures sono contratti con cui ci si impegna a comprare o vendere un titolo con sottostante un bene (oro, petrolio, etc.) a una certa data e a un prezzo prefissato. Esempio: “in data 10 ottobre 2014 compro un barile di petrolio a 100 dollari”. Qualora il petrolio quotasse in quella data a 110 dollari al barile, avrò realizzato un ricavo di 10 dollari, in quanto potrò anche immediatamente rivendere sul mercato il petrolio acquistato con futures. In realtà, nella pratica, il petrolio non mi sarà mai consegnato, ma le parti si limiteranno a regolare il pagamento in denaro. Pertanto, chi ha scommesso sul rialzo del prezzo del greggio (investitore “long”) ha ottenuto la differenza di 10 dollari. Nel caso opposto, se le quotazioni di mercato fossero più basse del prezzo concordato tra le parti, l’acquirente subirebbe una perdita. Chi scommette sul ribasso del prezzo di un bene è anche detto investitore “short”.
A differenza dei futures, le opzioni (“options”) assegnano alle parti la facoltà, ma non l’obbligo, di acquistare o vendere un titolo a una certa data e a un prezzo prefissato (“strike price”), dietro il pagamento di un premio da parte di chi si avvale del diritto. Un contratto che scommette sul rialzo del prezzo è qui definito “call option”, al contrario “put option”.
In generale, pur essendo la cifra di 50.000 euro relativamente bassa, l’investitore dovrebbe pensare per prima cosa a diversificare il portafoglio, cercando così di minimizzare il rischio. Pertanto, sarebbe appropriato acquistare in parte titoli obbligazionari, in parte azioni e farsi consigliare da un esperto su quali titoli “derivati” (futures, options, etc.) puntare.
Di certo, in una fase di rialzo dei tassi, sarebbe preferibile puntare sulle obbligazioni private e pubbliche, al contrario, in una fase calante dei tassi, sarebbe più interessante puntare sulle azioni.