Oggi spieghiamo come investire 20000 euro, una somma piuttosto bassa, per cui possiamo presumere che il titolare sia un piccolo risparmiatore, avverso al rischio e lontano, quindi, dalla propensione a puntare su titoli innovativi e altamente rischiosi e dalla remunerazione aleatoria.
La prima fonte di investimento per una cifra del genere è certamente rappresentata dai titoli di stato. Oggigiorno, però, solo i BTp di medio-lungo termine offrono rendimenti accettabili, dato che un BoT a un anno, tanto per fare un esempio, attualmente rende intorno allo 0,50%, ossia meno della stessa inflazione e senza tenere conto che sul rendimento bisogna pagare l’aliquota del 12,50% e al contempo l’acquisto del titolo richiede il pagamento delle commissioni bancarie.
Solo spostandosi sulla parte lunga delle scadenze si inizia a ottenere un rendimento netto reale accettabile, per quanto ormai non più entusiasmante. I titoli a dieci anni rendono intorno al 3% lordo, ossia il 2,625% netto. Tolte le commissioni e depurato il dato dall’inflazione attesa, il rendimento resta, tuttavia, positivo.
Oltre alle obbligazioni statali si potrebbe puntare a quelle private. Qui, la scelta è almeno duplice: ordinarie o convertibili. Le prime funzionano come i suddetti titoli di stato, solo che ad emetterle sono società private, il cui rating da parte delle agenzie ci fornisce una misura del grado di rischio dell’operazione. Offrono un rendimento fisso, non legato ai risultati ottenuti dalle stesse. Le obbligazioni convertibili danno al risparmiatore la possibilità di convertire i bond in azioni alla scadenza, partecipando così alla società, in qualità di azionista e non più di creditore.
Negli ultimi tempi, sono apparsi molto allettanti i cosiddetti co.co.bond (“contingent convertible bond”), ossia obbligazioni emesse dalle banche e che possono essere convertirte in azioni dalle stesse all’occorrenza, ossia al verificarsi di determinati parametri. Il grado di rsichio di queste obbligazioni è così alto, che il piccolo risparmiatore dovrebbe restarne alla larga, anche quando i rendimenti offerti sfiorano il 10%.
I pronti contro termine sono un’altra forma di investimento consigliabile per chi detiene 20000 euro. Essi consistono in un accordo, con cui una banca vende al risparmiatore un certo ammontare di titoli a un determinato prezzo, impegnandosi a riacquistarli fino a un massimo di un anno dopo, ovviamente a un prezzo superiore.
L’operazione garantisce alla banca una certa liquidità immediata, in cambio di una quantità di titoli ceduti in pegno, mentre il risparmiatore potrà lucrare anche in un lasso di tempo relativamente breve.
Simili ai pronti contro termine sono i certificati di deposito, che si distinguono dai primi per l’erogazione di una cedola nel corso del rapporto di finanziamento.
I conti deposito, poi, rappresentano una forma piuttosto diffusa di investimento di capitali di bassa entità, come potrebbero essere i 20000 euro. Essi consistono nel depositare presso una banca o la posta un deposito per un periodo prefissato, ottenendo in cambio un certo tasso di interesse, che potrà, tuttavia, essere usufruito solo alla scadenza. Qualora il deposito fosse ritirato in anticipo, anche solo parzialmente, l’interesse non viene più corrisposto.
Va detto che i rendimenti dei titoli di stato e dei pronti contro termine, aventi titoli di stato sottostanti, sono tassati all’aliquota agevolata del 12,50%. Tutti i rendimenti sugli altri prodotti finanziari vengono, invece, tassati dall’aliquota del 26%, in seguito all’ultima riforma del marzo 2014.
Per quanti vogliano approcciarsi al mondo azionario, il consiglio è di diversificare il portafoglio, acquistando titoli di società quotate in borse diverse, in differenti valute e di settori diversi. Ciò, al fine di minimizzare il rischio, perché è più improbabile che titoli così eterogenei vengano colpiti da una crisi tutti contemporaneamente. Le azioni sono titoli di partecipazione al capitale di rischio di una società, per cui non viene garantito un rendimento sicuro, tranne che nel caso delle azioni di risparmio, che hanno alcune caratteristiche comuni alle obbligazioni, in quanto il risparmiatore avrà diritto a percepire una cedola annua minima. Il rischio, tuttavia, resta quasi integro, perché nessuno assicura l’azionista che i corsi non possano subire oscillazioni anche repentine e piuttosto marcate al ribasso.
In effetti, la cedola è il rendimento più insignificante che il risparmiatore otterrebbe, investendo una cifra di 20000 euro. Infatti, la vera scommessa consiste nella salita dei corsi azionari, che consentirà al piccolo azionista di vendere il titolo a un prezzo superiore a quello di acquisto, realizzando un capital gain o guadagno da capitale.
Nel caso in cui si siano investite somme in titoli denominati in valuta straniera, si aggiunge il rischio di cambio, che consiste nell’oscillazione sfavorevole della valuta interessata rispetto alla nostra. Per contro, se la valuta straniera si apprezzasse, l’azione o l’obbligazione acquistata si rivaluterebbe automaticamente rispetto all’euro, determinando un guadagno.
Va detto, però, che diversificare un portafoglio di investimento con soli 20.000 euro è un’operazione abbastanza complessa, se non impossibile o non conveniente, trattandosi di una cifra modesta. Pertanto, per somme così basse è consigliabile puntare soprattutto sul mercato a reddito fisso, sebbene l’investimento azionario sia quello potenzialmente più remunerativo.