Il vaglia cambiario è un titolo di credito emesso dalla Banca d’Italia su richiesta della clientela privata o istituzionale, tramite versamento in contanti della cifra in esso indicata, oppure attraverso un bonifico. In sostanza, il vaglia cambiario presenta le medesime caratteristiche dell’assegno circolare, con l’unica differenza che ad emetterlo è la Banca d’Italia. In esso, poi, deve sussistere la denominazione vaglia cambiario e devono essere riportati la promessa incondizionata di pagare la somma indicata in lettere e cifre. il nome del beneficiario. data e luogo di emissione del titolo. la sottoscrizione dell’istituto su carta filigrana e riportante un numero progressivo di emissione.
Di fatto, stiamo parlando di un titolo di credito certo, come del resto lo sarebbe anche l’assegno circolare, a differenza di un assegno ordinario. Infatti, la copertura è garantita, tanto che ad avvalersi del vaglia cambiario è spesso l’Agenzia delle Entrate per procedere ai rimborsi fiscali in favore dei contribuenti, nonché da svariati enti pubblici per liquidare somme dovute al personale o altre indennità a vario titolo.
A questo punto, bisogna ricordare in cosa consista la reale differenza con un assegno ordinario. Questo è un titolo di credito, con cui un soggetto si impegna a pagare una data somma a un altro soggetto beneficiario in un dato luogo e a una data banca. Tuttavia, l’importo non è garantito dall’istituto in cui avverrà la riscossione, che si limiterà, su richiesta del beneficiario, a prelevare i fondi di provvista dal conto corrente del debitore, colui che ha emesso e firmato il titolo, consegnandoli al creditore. Può accadere, però, che per una qualche ragione tali fondi siano insufficienti o, addirittura, inesistenti. A quel punto, scatta la procedura con cui la banca mette di fatto in mora il cliente e gli assegna un dato tempo, entro il quale dovrà ricostituire tali fondi, altrimenti il suo nominativo viene segnalato alla Centrale Rischi della Banca d’Italia. In ogni caso, il debitore inadempiente dovrà versare al creditore un importo maggiorato e sarà soggetto anche a una sanzione. Dal canto suo, il creditore può fare valere le proprie ragioni, tramite la procedura per giungere al protesto del debitore. Con il protesto, scatta la segnalazione alla Centrale Rischi Finanziari e all’Ufficio Protesti della Camera di Commercio territorialmente competente.
Ciò non toglie che il creditore si veda negata la somma indicata sul titolo all’atto della richiesta alla banca. Questo, perché l’assegno risulta scoperto e potrebbe anche essere stato emesso a vuoto, ovvero senza che vi fossero i fondi a sua copertura dall’inizio. A parte di un comportamento da rilevanza penale, questi disguidi accadono spesso per la cattiva gestione delle operazioni di incasso e pagamento da parte di un’azienda. Con un assegno circolare o un vaglio cambiario, quanto scritto sopra non potrebbe accadere, perché già all’atto della sua emissione, il titolo risulta coperto, in quanto il debitore ha consegnato alla banca la somma indicata, oltre ad averle pagato le spese di commissione. Pertanto, nel momento in cui riceviamo un vaglia cambiario, possiamo considerarlo liquidità pura, ovvero un credito certo ed esigibile da subito.
Per richiedere un vaglia cambiario bisogna rivolgersi a una delle filiali della Banca d’Italia. Bisogna compilare un apposito modello e consegnarlo di persona o inviandolo per posta o ancora tramite Posta Elettronica Certificata o fax. Dovrai contestualmente avere con te la somma indicata e che dovrai versare alla Banca d’Italia in contanti o tramite un bonifico.
Se stai effettuando il bonifico, devi indicare come causale Provvista per emissione di vaglia cambiario. Il titolo viene emesso con la clausola non trasferibile. Puoi richiedere che venga emesso in forma libera, sempre che di importo inferiore ai 1.000 euro e dietro il pagamento di un’imposta di bollo da 1,50 euro. La limitazione è dovuta alla necessità di conoscere con certezza il nome del creditore, al fine di evitare che l’emissione di questi titoli sia sfruttata per evadere le imposte o per attività illecite o non dichiarate.
Nel caso, infine, in cui si voglia riscuotere il vaglia cambiario, si hanno due modi per farlo, farlo versare sul conto corrente bancario o postale o recandosi presso una qualsiasi filiale della Banca d’Italia richiedendo il pagamento in contanti o tramite accredito sul conto. Chiaramente, dovrai portare con te un documento di riconoscimento. Attenzione, perché la carta d’identità rilasciata dal Comune di residenza e la tessera sanitaria contenente il codice fiscale potrebbero non bastare per l’identificazione, con la conseguenza che il funzionario dell’istituto provvederà a verificare presso il Comune che ha emesso il documento di riconoscimento, prendendosi qualche giorno di tempo prima di effettuare il pagamento. Si tratta di una procedura tesa ad assicurare la massima sicurezza in questo tipo di transazioni. Del resto, il vaglia cambiario può essere riscosso entro il 31 dicembre del decimo anno successivo a quello di emissione. Dunque, si ha tutto il tempo possibile.