L’assegno circolare è un titolo di credito a vista e, a differenza degli assegni personali, questo è sicuro, nel senso che certamente risulterà coperto dai fondi di giacenza del conto corrente di chi lo emette o dal contante.
In questa spieghiamo come fare un assegno circolare, un’operazione che risulta essere piuttosto semplice da eseguire.
Vi chiariremo adesso i concetti fondamentali che dovreste conoscere relativamente all’assegno circolare. Per iniziare, se dovete emetterne uno, per effettuare un pagamento in favore di un soggetto beneficiario, la prima cosa da fare è recarsi presso una banca autorizzata dalla Banca d’Italia all’emissione degli assegni. Per banca, stando alle nostre leggi, si intende qualsiasi attività dedita alla raccolta di risparmio tra il pubblico. Quindi, bisogna assicurarsi che la banca sia autorizzata a emettere assegni, cosa quasi scontata per i grossi istituti presenti in Italia.
In genere, suggeriamo di recarsi presso la banca in cui si è cliente, ovvero presso la quale si ha un conto corrente. Questo per due ragioni. La prima è la rapidità. Nel momento in cui si richiede di emettere l’assegno circolare, è necessario che il funzionario dell’istituto identifichi il cliente, per cui se non siete clienti, non risultando documenti registrati, dovrete fornire carta di identità e altre informazioni, operazioni che richiedono un certo tempo allo sportello.
Secondariamente, come avevamo accennato all’inizio, colui che emette l’assegno può coprirlo in due modi, o fornendo alla banca il numero di conto corrente, dove avviene l’immediato addebito della somma iscritta sul titolo, o portando in banca il denaro contante necessario. Tuttavia, questa secondo opzione non viene sempre accettata da tutte le banche, se non per i clienti.
Dunque, se ci si reca presso la propria banca, si risparmia tempo e risulta essere possibile evitare di utilizzare la giacenza sul tuo conto corrente per effettuare l’emissione dell’assegno, potendo coprirlo con il contante.
Fatto presente questo passaggio preliminare, la banca chiederà gli estremi identificativi del soggetto beneficiario, ossia di colui al quale dovremo intestare l’assegno circolare e che potrà riscuotere così la somma. Quindi, dobbiamo conoscere il suo nome e cognome, se si tratta di una persona, o della sua denominazione o ragione sociale, se si tratta di un’impresa.
Qualsiasi funzionario di banca potrà procedere alla compilazione dell’assegno. Bisogna assicurarsi che sia intestato correttamente e che tutti i dati ivi riportati siano quelli giusti. Inoltre, bisogna farsi sempre rilasciare una ricevuta, perché essa potrebbe servire sia come prova dell’avvenuta emissione dell’assegno, sia dei dati riportati, sia ancora nel caso di smarrimento, potendo procedere al blocco del titolo.
A questo punto, non resta che pagare l’assegno. Si può decidere di utilizzare il conto corrente, sul quale sarà addebitato sin da subito l’importo indicato nel titolo, a differenza di quanto avviene per gli assegni personali, oppure pagare in contante. In ogni caso, oltre alla somma dell’assegno, è necessario pagare una commissione, un costo per lo svolgimento dell’operazione, la cui misura varia di banca in banca. In generale, possiamo affermare che esistono due tipi di applicazione di commissione, fissa o proporzionale. La prima prescinde dalla somma dell’assegno, in genere, ammonta a qualche euro. La seconda è in misura percentuale della somma riportata sull’assegno. Pertanto, bisogna valutare prima ancora di scegliere in quale banca emettere l’assegno, se il tipo di commissione applicata sia quello che maggiormente conviene.
Per esempio, se fosse prevista una commissione dello 0,1% della somma, di solito, però, sono previsti limiti massimi in valore assoluto, emettendo un assegno di 10000 euro, dovremmo pagare 10 euro, quando magari in altri istituti si potrebbe compiere la stessa operazione con la metà o meno della cifra.
Inoltre, bisogna valutare bene anche se conviene emettere l’assegno circolare come forma di pagamento o magari è consigliabile ricorrere a qualche altro strumento. Questo, sia in termini di costi, che di sicurezza. Chiedetevi, per esempio, se non sarebbe meno dispendioso effettuare un bonifico, per il quale la banca tende sempre a accettare anche il versamento in contanti. Non solo, un bonifico potrebbe risultare più sicuro di un assegno circolare, in fase di trasporto, permettendo l’accredito direttamente sul conto corrente del beneficiario, senza il timore di smarrire o che rubino il titolo.
Quando si smarrisce un assegno bisogna immediatamente bloccarlo, per evitare che qualcuno si presenti impropriamente in banca per riscuoterlo. Per prima cosa, bisogna recarsi presso l’istituto con la ricevuta, attestante l’emissione dell’assegno, comunicando il furto o lo smarrimento. Immediatamente dopo, bisognerà sporgere denuncia presso una Caserma dei Carabinieri o un Commissariato di Polizia. Con la copia della denuncia, si tornerà in banca per dimostrare l’avvenuto furto o smarrimento in maniera formale.
A questo punto, nemmeno se si presentasse per la riscossione il beneficiario legittimo potrebbe incassare la somma.