Quando si deve pagare una certa somma di denaro in favore di un soggetto, l’assegno potrebbe tornarci uno strumento abbastanza comodo e sicuro. L’assegno circolare non è altro che un titolo rilasciato da parte della banca, presso dove abbiamo un conto corrente. L’istituto, che ci rilascia un cosiddetto “carnet” o libretto degli assegni, ci consente di fatto di emettere assegni in favore di un soggetto terzo, assicurando che tali somme siano già disponibili. In sostanza, il beneficiario non corre il rischio che non vi siano i fondi per provvedere al pagamento. Per questo motivo, l’assegno si dice anche circolare. In questo senso, esso si distingue dall’assegno bancario, che non rilascia la stessa garanzia. Qui, l’assegno viene firmato dal contraente, purché abbia i fondi necessari da versare successivamente sul conto corrente del beneficiario entro un certo periodo di tempo, ossia fino a un massimo di 3 giorni per gli assegni “su piazza” o entro 11 giorni per quelli emessi fuori piazza.
Di fatto, per le operazioni di un certo rilievo, è sempre preferibile accettare solo assegni circolari, che forniscono le garanzie di cui sopra. Per non pregiudicare l’azione di regresso, l’assegno circolare deve essere presentato alla banca entro 30 giorni dalla data di emissione.
Oggi, gli assegni circolari devono essere emessi con la clausola “non trasferibile”. Questa dicitura implica che è legittimato alla riscossione solo il soggetto beneficiario, sia esso una persona fisica o giuridica, il cui nome o ragione sociale sono indicati con precisione sull’assegno. L’assegno è “pagabile a vista”, ossia essendo sufficiente che il beneficiario si presenti in banca e richieda di riscuotere la somma.
Il cliente può anche chiedere alla banca l’emissione di assegni circolari trasferibili, sprovvisti, cioè, della clausola “non trasferibile”, ma ciò è possibile oggi solo per pagamenti fino a 999,00 euro. Tale emissione è soggetta al pagamento dell’imposta di bollo di 1,50 euro per ciascun assegno.
Ciascun assegno circolare deve contenere la dicitura di “assegno circolare”; la promessa della banca di pagare al beneficiario una determinata somma di denaro, all’atto della sua presentazione; il nome del beneficiario; la data e il luogo di emissione; la sottoscrizione della banca emittente.
Per richiedere un assegno circolare non è necessario che il richiedente abbia un rapporto di conto corrente con la banca.
Da anni, ormai, Poste Italiane è diventato un soggetto attivo sul mercato dei pagamenti e della raccolta del risparmio. Assegni circolari e vaglia postali sono diventati di uso molto frequente tra gli italiani, grazie alla diffusione degli uffici dell’operatore in tutta Italia.
Per questo, Poste Italiane rilascia ai propri correntisti, ossia a coloro che hanno aperto un conto corrente presso di esso, assegni circolari con la clausola “non trasferibili”. Essi vengono emessi fino alla somma depositata presso il conto corrente, garantendo, quindi, che l’emissione dell’assegno è coperta. Tutti gli assegni sono rilasciati al cliente con la clausola “non trasferibile”, il che implica che bisogna compilare l’assegno precisando il nome del beneficiario, l’unico titolato alla riscossione della somma indicata. E’ anche in questo caso possibile richiedere all’operatore assegni senza la clausola “non trasferibile”, ma solo fino a importi di massimo 1.000 euro e dietro il pagamento dell’imposta di bollo di 1,50 euro.
Adesso, vediamo come si compila correttamente un assegno in tutti i campi. Nello spazio accanto a “Lì” è necessario inserire il luogo dell’emissione dell’assegno. Se esso coincide con il comune in cui ha sede la banca, ci sarà tempo fino a 8 giorni per scambiarlo. Se il comune di emissione è diverso da quello in cui ha sede la banca, allora si ha tempo fino a 15 giorni per scambiare l’assegno.
Successivamente al luogo di emissione, è essenziale inserire la data. Da questa scatterà il conteggio per la riscossione dell’assegno e per verificare se viene inserito un termine posteriore a quello dell’emissione. Se così fosse, si dice anche che l’assegno è post-datato. In quel caso, ai soli fini di concedere al beneficiario il tempo necessario alla riscossione, è possibile una post-datazione massima di 4 giorni.
L’importo della somma deve essere indicato in due modi. Il primo è in cifre, nello spazio in alto a destra, il secondo a lettere, per il quale viene dedicata un intero rigo. Nel caso di discordanza tra l’importo espresso in cifre e quello in lettere, prevale quest’ultimo. E nel caso in cui la cifra non sia di importo pari e contenga, quindi, centesimi, questi vanno indicati dopo la virgola o la barra. Ad esempio, 500,10 euro si indicano in “cinquecento, 10” oppure “cinquecento/10”.
Il nome del beneficiario deve essere indicato, perché solo questi potrà riscuotere un assegno circolare non trasferibile. Attenzione: il beneficiario può essere la stessa persona che emette l’assegno. In questo caso, o scrive il proprio nome e cognome, oppure indica la dicitura “a me medesimo” o “all’ordine mio proprio”.
Infine, la firma. Si faccia attenzione al fatto che questa deve corrispondere a quella depositata dal cliente presso la banca.