Sono tempi complicati per gli investitori, che si devono barcamenare tra rendimenti quasi nulli o persino negativi per i titoli obbligazionari a breve termine e titoli azionari in deciso calo in Europa, anche se non ovunque, oltre che tra prezzi delle materie prime mediamente dimezzati rispetto a quelli degli anni passati. In questa guida, vi forniamo qualche consiglio su come investire il proprio risparmio nel lungo termine.
Gli investimenti a lungo termine sono caratterizzati dalla scarsa reazione alle oscillazioni dei prezzi degli asset nel breve termine. In sostanza, si tratta di costruire un portafoglio, che non punta a massimizzare il rendimento subito, ma a essere redditizio in un’ottica di lungo periodo. La domanda è quindi relativa a cosa dobbiamo inserire in questo portafoglio. Certamente, esso deve risultare composto da un misto tra obbligazioni, azioni e altri asset, che vedremo tra poco.
Partendo dalle obbligazioni, si consiglia di non puntare su scadenze troppo lunghe, in quanto esse tendono a subire grosse variazioni al variare dei tassi. Per esempio, il rialzo dei tassi di 100 punti base provoca un calo dei prezzi superiore per un bond a 10 anni piuttosto che per uno di 2 anni. Certo, questo non significa che bisogna concentrarsi sulle brevi scadenze, che oggi come oggi rendono sottozero in partenza, ma che semmai non bisogna commettere l’errore opposto. Le obbligazioni dovrebbero essere con rating investment grade, in quanto si tratta di emittenti considerati sicuri e, quindi, poco meno suscettibili di subire variazioni negative dei prezzi.
Le obbligazioni sono titoli più sicuri delle azioni, ma allo stesso tempo presentano rischi da non sottovalutare, specie se emesse dalle banche, mentre tendono a rendere di meno. Per questo, la loro quota nel portafoglio di investimenti non dovrebbe essere eccessiva, meglio se intorno a un terzo del valore complessivo. Almeno un altro terzo, invece, dovrebbe riguardare proprio le azioni. In questo caso, la scelta più opportuna potrebbe essere quella di acquistare quote di fondi azionari, che sono meglio in grado di frazionare i risparmi dei clienti in una miriade di titoli, anche di realtà geografiche molto lontane, appartenenti a società attive in settori diversi ed emessi in valute diverse. I fondi spesso richiedono commissioni d’ingresso, di uscita o di performance, ma per chi intende investire nel lungo termine, questi costi si minimizzano e qualche volta si azzerano.
Qualora si optasse per il fai da te, si dovrebbe quanto meno porre attenzione alle raccomandazioni degli analisti, generalmente banche, che cercano di indirizzare i clienti verso quei titoli considerati con il maggiore potenziale di crescita, attraverso giudizi di facile comprensione. Un criterio di scelta dei titoli è quello di verificare che non siano già eccessivamente costosi. Esistono diverse tecniche per capirle, ma quella forse maggiormente facile da comprendere consiste nel verificare quale sia il rapporto tra prezzi e utili in un dato periodo, sia confrontandolo con la media storica della stessa società che con le concorrenti attive nel medesimo settore e nella medesima area geografica.
Una quota non residuale del proprio portafoglio di investimenti nel lungo termine potrebbe essere impiegata anche nel settore immobiliare e in altri asset. Gli immobili tendono non solo a mantenere le quotazioni nel tempo, ma quasi sempre le accrescono. Anche in questo caso, però, potrebbe risultare complicato acquistare direttamente un immobile, esponendosi a vari rischi, tra cui quello di illiquidità del mercato. Per questo, sarebbe preferibile optare per i fondi immobiliari, che praticamente convogliano il denaro raccolto tra i clienti per investirlo in beni immobili, disponendo di risorse e di informazioni assai superiori al singolo investitore individuale.
Ma quando parliamo di investimenti a lungo termine, non possiamo non fare riferimento all’oro. Il bene rifugio per eccellenza tende a mantenere il potere di acquisto e i grafici storici dimostrano che lo aumenta anche considerevolmente negli anni. Dagli inizi del Duemila al 2011, ad esempio, le quotazioni in dollari del metallo sono finanche sestuplicate. Esistono diversi modi per investire in oro. Uno è quello di recarsi presso una ordinaria gioielleria e acquistare lingotti d’oro, che partono anche da pochissimi grammi. Lo svantaggio di questa scelta è la scarsa sicurezza nel detenere oro fisico in casa, a meno che non si disponga di una cassaforte. Una seconda modalità di investimento in oro potrebbe essere quella di acquistare le azioni delle società auree, il cui valore rispecchia quasi esattamente quello delle quotazioni del metallo. Infine, si potrebbe optare per un Etf, ovvero per un fondo particolare, che altro non fa che replicare i prezzi dell’oro, senza puntare a sovraperformarli.
La caratteristica positiva dell’oro è che tende a apprezzarsi in tempi difficili. Quando scoppiano crisi economiche, finanziarie o tensioni politiche, l’oro viene percepito come un porto sicuro in cui investire i propri risparmi. Acquistandosi in dollari, risente anche delle oscillazioni del cambio, ma trattandosi di una valuta solida, possiamo scongiurare il rischio, sempre nel lungo periodo, di una perdita di valore.