Investire somme piccole, ossia di poche migliaia di euro, potrebbe risultare più complesso di quanto non accada per importi maggiori. E’ difficile, infatti, differenziare bene un investimento minore. Poi, molto dipende da cosa intendiamo per piccoli investimenti.
In epoca di tassi zero, la soluzione meno appropriata per ottenere un rendimento da un risparmio sarebbe oggi tenerla in banca. I conti deposito non riescono a garantire al momento più del 3-3,5% lordo per vincoli fino a 3-4 anni e si rischia di perdere tutto, qualora si ritirasse anche solo parte del denaro depositato in anticipo.
Per questo, potrebbe risultare più interessante un investimento in obbligazioni, specialmente di durata media o breve. Ciò, in quanto i rendimenti offerti sono generalmente più allettanti delle alternative. Qui, tuttavia, bisogna considerare che se si ha intenzione di rivendere il bond sul mercato, non appena i prezzi lo consentano, quindi, prima che arrivi alla scadenza, allora è essenziale acquistarlo in una fase di mercato in crescita. Attualmente, però, i prezzi di bond e azioni sono già alti, per cui si consiglia di acquistare i titoli obbligazionari, solo se si intende godere della cedola periodicamente corrisposta, aspettando fino alla scadenza.
Passiamo adesso alle azioni. Il principio basilare per chi investe è che l’investimento va sempre differenziato, cioè il denaro lo si ripartisce tra più titoli, di società appartenenti a settori diversi e a stati possibilmente diversi. Tuttavia, per piccole somme potrebbe risultare complicato o anche impossibile suddividere in più pacchetti. Il consiglio è allora di puntare su uno o più titoli delle “blue chips”, ossia di società quotate ad alta capitalizzazione, generalmente più affidabili e che hanno i loro bilanci più sotto i riflettori della grande stampa. Ovviamente, per non incappare in perdite, bisogna da un lato guardare almeno al medio orizzonte temporale e non farsi prendere dalla smania di vendere non appena il mercato cala, dall’altro sarebbe opportuno comprare un’azione, quando il suo prezzo appare relativamente basso in rapporto agli utili maturati e previsti della società e rispetto alle altre società direttamente concorrenti.
Per piccoli importi, una forma di investimento possibile potrebbe consistere anche nell’acquisto di titoli di stato, anche se avvertiamo sin da subito che i rendimenti sono molto bassi e che per spuntare tassi più alti è necessario spostarsi sulle scadenze medio-lunghe. Ad esempio, un titolo a 10 anni rende oggi intorno al 2,4%, che detratte le imposte e al netto delle commissioni significa appena il 2% circa. E se consideriamo l’inflazione attesa nel decennio, il rendimento reale si abbassa quasi a zero. Ma si tratta di un investimento sicuro, adatto per quanti non siano avvezzi ai batticuore del mercato.
Infine, qualche offerta allettante potrebbe arrivare dai pronti contro termine e dai certificati di deposito. Entrambi consistono in un contratto con una banca, che vende al cliente un portafoglio titoli a un prezzo X, impegnandosi a riacquistarlo dopo un certo periodo di tempo a un prezzo superiore. La differenza è che i pct hanno durata massima di un anno e non prevedono cedole da staccare fino alla scadenza, mentre i certificati di deposito sì, avendo durata massima più lunga.