Le obbligazioni BEI, Banca Europea per gli Investimenti, rappresentano una forma di investimento sicuro, essendo l’istituto emittente controllato per il 64,68% dagli stati di Francia, Germania, Regno Unito e Italia.
In inglese, l’acronimo di BEI è EIB, per cui è probabile che troviate in questa forma la denominazione di alcuni bond. Visto che si tratta, come detto, di un istituto pubblico internazionale, che è riuscito a superare senza problemi persino la rovinosa crisi finanziaria mondiale del 2008, si considerano anche le obbligazioni da questi emesse sicure per eccellenza. Da un lato, ciò è vero, ma dall’altro non bisogna commettere l’errore di pensare che per ciò stesso tutte le obbligazioni BEI vadano bene. Alcune, infatti, potrebbero possedere caratteristiche, che le rendano poco adatte al tuo portafoglio.
Tra i titoli emessi dalla BEI, alcuni rappresentano l’investimento obbligazionario cosi detto plain vanilla, espressione che denota la forma più semplice di emissione di bond. Si tratta di obbligazioni a tasso fisso o variabile. Il rischio emittente, per quanto sopra accennato, è molto basso, per non dire nullo, godendo l’istituto del rating AAA da parte delle agenzie di valutazione, ossia il massimo giudizio; ma attenzione alla durata del titolo che si acquista, perché per le lunghe scadenze si potrebbe incappare nel rischio tassi. Infatti, le obbligazioni BEI, come qualsiasi altro bond, sono quotate sul mercato secondario, dove si acquistano e si vendono al prezzo che si forma dall’incontro tra domanda e offerta. Può accadere che piccole variazioni dei tassi di mercato in aumento portino a un calo dei prezzi, tale che per le scadenze più lunghe non si riuscirebbe più a rivendere il titolo senza subire una minusvalenza, il prezzo di vendita è più basso di quello di acquisto, tranne che non si accetti di attendere fino alla scadenza, privandosi della liquidità per un periodo molto lungo.
Pertanto, si consiglia di concentrarsi sulle scadenze medie e medio-lunghe. Un arco temporale fino a 5 o 7 o anche 10 anni è accettabile.
Tra le obbligazioni BEI più rischiose si hanno quelle in valuta straniera. Qui, il fattore cambio potrebbe determinare una perdita o un guadagno per l’investitore, spesso indipendentemente dal livello del rendimento nominale. Se, per esempio, un’obbligazione BEI viene emessa in lire turche, poniamo, a un rendimento del 5% all’anno, essendo noi investitori dell’Eurozona, che utilizziamo come valuta l’euro, dovremmo sperare o che il cambio lira turca euro si mantenga stabile o che la lira si apprezzi contro la moneta unica, in modo che quando alla scadenza o alla rivendita sul mercato secondario del titolo, riconvertiamo il ricavato in euro, potremmo ottenere un rendimento supplementare, oltre a quello offerto dal titolo. Nel caso contrario, se la lira si fosse nel frattempo deprezzata, si rischia di vedere annullare o più che annullare il rendimento offerto, subendo una perdita secca.
Si consiglia, pertanto, se si vuole contenere il rischio cambio, di puntare su obbligazioni emesse in valute forti, ossia non soggette generalmente a grosse variazioni, anche se incidono spesso cause poco prevedibili, tra cui la divergenza nella gestione della politica monetaria tra le banche centrali.
Quanto ai bond strutturati, si tratta di obbligazioni BEI, il cui rendimenti è legato a un determinato parametro finanziario. Ad esempio, all’atto dell’emissione, la BEI potrebbe chiarire che offrirà ogni anno un rendimento, pari a n volte la differenza tra il tasso swap a 10 anni e quello a 2 anni.
Esistono, poi, anche le obbligazioni BEI indicizzate al tasso d’inflazione. Esse offrono una cedola minima garantita, al quale sarà aggiunto periodicamente il tasso d’inflazione. Attenzione, però, a pensare che questi titoli garantiscano la protezione del potere di acquisto, perché essendo soggetti, in ogni caso, al fattore tassi e a quello eventuale di cambio, per le emissioni diverse dall’euro, il rendimento annuo lordo potrebbe risultare anche inferiore allo zero.
Risulta essere possibile consultare a ogni istante il listino con le quotazioni delle obbligazioni BEI.
Prendiamo il bond BEI USD 4,625% 20/10/2015. Si tratta di un’obbligazione emessa in dollari americani e che scade il 20 ottobre del 2015. La cedola annua è pari al 4,625%. Attualmente, esso è prezzato a 101,264, ossia al di sopra del valore di rimborso, pari a 100. Questo implica che alla cedola dobbiamo sottrarre il prezzo al di sopra di 100, perché ipotizzando di acquistarlo oggi, in data 20 luglio 2015, a 3 mesi esatti dalla scadenza, ciò implica che lo staremmo pagando più di quanto ci verrà rimborsato tra 90 giorni. Pertanto, il rendimento effettivo sarebbe attualmente quasi mezzo punto al di sotto dello zero. Ma se il dollaro si apprezzasse contro l’euro, esso potrebbe diventare positivo. Infatti il prezzo relativamente alto dell’obbligazione suddetta segnalerebbe proprio l’attesa del mercato di un apprezzamento del dollaro, tale da più che compensare la perdita nominale che apparentemente subiremmo con l’acquisto del titolo.