In questa guida spieghiamo quali sono i documenti necessari per aprire un conto corrente.
Il conto corrente è lo strumento finanziario probabilmente più diffuso tra gli italiani, anche perché comporta rischi quasi nulli, solo con il bail in è possibile perdere parte della giacenza al di sopra dei 100 mila euro, e non è finalizzato a alcuna forma di investimento. Contrariamente ai conti deposito, infatti, il conto corrente non offre di fatto alcun rendimento, lo zero virgola e spesso al di sopra di alcune cifre, trattandosi di un veicolo utilizzato per effettuare operazioni di accredito e di addebito, quindi, per ricevere denaro e per inviarlo o per effettuare pagamenti.
Vediamo cosa ci vuole per aprire un conto corrente. Non trattandosi di un tipo di investimento, i documenti necessari per l’apertura sono pochi e strettamente attinenti a verificare l’identità del titolare. Parliamo di un documento di identità in corso di validità, del codice fiscale o la tessera sanitaria e in pochi casi è richiesto anche il certificato di residenza.
All’atto della richiesta, la banca ti chiederà i suddetti documenti, raramente il terzo indicato, ponendoti una serie di domande sulla tua condizione lavorativa e familiare.
A completamento del contratto, ti verrà consegnato un malloppo di carte, ciascuna delle quali dovrà essere firmata in calce.
Dunque, l’apertura di un conto corrente comporta l’esibizione di pochi documenti, anche se in qualche caso potrebbe essere necessario qualcuno in più. Parliamo della contestuale richiesta della carta di credito. Questa è collegata al conto e consiste nella consegna al cliente di una scheda con banda magnetica, che il titolare potrà utilizzare per ritirare denaro contante agli ATM o per pagare ai POS convenzionati. A differenza che con il bancomat, i prelievi e i pagamenti effettuati con la carta di credito vengono addebitati sul conto corrente entro il quindicesimo giorno del mese successivo all’avvenuta operazione. In altre parole, è come se la banca concedesse al cliente un prestito a breve termine.
Per questo, l’istituto si assume qualche rischio con il rilascio della carta di credito, perché il titolare potrebbe svuotare l’intero conto corrente e all’atto dell’addebito non si avrebbe sufficiente denaro per il pagamento delle commissioni dovute. Ciò non avviene con il bancomat, perché il titolare può spendere solamente quanto possiede sul conto.
Vi diciamo questo perché, se oltre a richiedere l’apertura di un conto corrente volete anche ottenere il rilascio di una carta di credito, sarà necessario esibire anche una busta paga, esattamente come quando vi presentate in banca per richiedere un prestito. Lo stesso discorso vale per la carta revolving, diffusasi negli ultimi anni anche tra le casalinghe, ma il cui funzionamento non solo è del tutto simile a quello di una carta di credito, ma comporta anche costi maggiori.
La revolving non obbliga il titolare a rimborsare la banca dell’importo speso entro un termine prefissato, limitandosi semmai a stabilire una percentuale minima mensile da rimborsare. Man mano che il titolare effettua il rimborso, il capitale si ricostituisce e il cliente ha la possibilità di spenderlo nuovamente. Questo meccanismo rischia spesso di fare sfuggire di mano il controllo delle spese, mentre gli interessi da corrispondere alla banca lievitano spesso a percentuali esorbitanti, comunque, mediamente intorno al 20 o 25%. Pertanto, anche il rilascio di una carta revolving comporta la necessità per il cliente titolare del conto corrente di esibire almeno l’ultima busta paga, oppure il Modello Unico per il caso dei lavoratori autonomi, liberi professionisti e imprenditori.
Qualche problema potrebbe aversi con la richiesta di apertura di un conto corrente, se si è stati protestati di recente o si è stati segnalati come cattivi pagatori. Il primo caso è quello più grave. Parliamo di persone, che non hanno adempiuto al pagamento di un assegno o una cambiale, oppure che hanno avuto problemi con il rimborso di un prestito. In questi casi, la banca tende a non acconsentire una simile operazione, anche solo per evitare di avere tra i suoi clienti soggetti considerati inaffidabili. Negli ultimi anni, però, sono sorti conti correnti a operatività limitata, ovvero creati appositamente per i protestati, che non rendono possibile il rilascio di una carta di credito e di un bancomat, così come sono impedite anche le emissioni di assegni. Il conto corrente per protestati è quindi possibile.
Risulta essere possibile cointestare il conto con una o più persone. In questi casi, i suddetti documenti devono essere esibiti da ciascun cointestatario. La cointestazione può essere a firma congiunta o disgiunta. Nel primo caso, le operazioni possono essere realizzate solo se autorizzate da tutti i cointestatari, nel secondo caso, invece, ciascuno è pienamente autonomo nel realizzare qualsiasi operazione possibile con il conto.
Infine, vi ricordiamo che per essere autorizzati ad accendere un conto corrente bisogna possedere la maggiore età, anche se diversi conti sono diretti proprio ai minorenni, oppure è consentita loro l’apertura. Risulta essere evidente, però, che almeno un genitore o chi ne fa le veci dovrà presentarsi allo sportello e esibire i documenti necessari.