Chi ha subito un protesto, ossia un atto pubblico con il quale si pubblicizza il mancato pagamento di una cambiale o di un assegno, incontra generalmente molte difficoltà a accedere al credito e a ottenere prestiti, perché viene considerato un soggetto a alto rischio e poco affidabile. Non tutti sanno, però, che è resa loro difficile anche l’apertura di un semplice conto corrente, perché le banche tendono a non intrattenere alcun rapporto con i protestati e i cattivi pagatori, al fine di tutelarsi.
Poiché non è un evento così raro e difficile trovarsi segnalati al Crif come cattivo pagatore o protestato, è necessario capire come e se sia possibile aprire un conto corrente anche in questi casi, anche perché con le nuove norme sulla tracciabilità dei pagamenti, che hanno posto un limite di 1.000 euro all’uso del contante, è davvero spesso difficile effettuare o ricevere un pagamento, se non si dispone di un conto corrente. Ad esempio, si rischia di non potersi fare accreditare lo stipendio o la pensione.
La prima cosa da fare è di non scoraggiarsi al primo rifiuto. Infatti, spesso la decisione se concedere o meno l’apertura di un conto corrente a un protestato spetta alla singola agenzia, per cui se ci si imbatte in un diniego si potrebbe sempre tentare presso un’altra banca.
Alcune banche praticano la politica di concedere lo stesso ai protestati di aprire un conto corrente, ma non rilasciano alcuni servizi collegati, ovvero la carta bancomat e, a maggior ragione, la carta di credito, vale a dire quegli strumenti di pagamento, che potrebbero comportare rischi.
Tuttavia, se a voi il conto serve essenzialmente per versare e prelevare denaro, non ci dovrebbero essere difficoltà ad accettare una tale limitazione contrattuale.
In altri casi, alcune banche prevedono conti correnti appositi per i protestati. Essi non rilasciano la carta bancomat e la carta di credito, né consentono al titolare di effettuare pagamenti o versamenti tramite bonifici, assegni o altri strumenti diversi dal contante. Per questo, si potrà versare denaro, solo presentandosi allo sportello della banca e portando con sé la cifra in forma liquida. Inoltre, l’istituto potrebbe imporre un tetto agli importi da versare o da prelevare e in questo caso, come si può intuire, la limitazione operativa potrebbe essere fastidiosa. Inoltre, bisogna fare attenzione ai costi, perché le spese di gestione di un conto corrente per protestati potrebbero essere verosimilmente più alte di quelle applicate dagli istituti sui conti ordinari.
Per questo, potrebbe essere preferibile il ricorso a una soluzione alternativa e pratica: le carte conto. Si tratta di carte ricaricabili, dotate di un codice Iban, che hanno nei fatti le stesse funzionalità di un normale conto corrente, perché consentono al titolare di prelevare denaro contante presso un ATM o di pagare al POS, digitando il codice PIN. Di solito, queste carte consentono anche di fare e di ricevere bonifici, anche se non tutte. Ed è anche possibile controllare il saldo da internet o presso la postazione ATM, seguendo le indicazioni della schermata.
Risulta essere ovvio che le carte conto non pongano sostanziali limitazioni operative. Esse non comportano alcun rischio a carico di chi le ha emesse, in quanto si tratta di carte ricaricate dal titolare dell’importo desiderato, per cui la banca non mette a disposizione del protestato alcuna forma di credito. Al contrario, riceve la somma in anticipo.
Tra la carte prepagate esistono anche quelle del tipo usa e getta, che non consentono al titolare di ricaricare, una volta esaurito il credito. Sono sostanzialmente simili, però, alle carte conto sopra descritte, ma se ne differenziano per la limitazione degli importi caricabili, generalmente bassi. In ogni caso, potrebbero essere considerate una soluzione comoda, se transitoria.
Attenzione a fare i furbi. Qualche protestato potrebbe decidere di aprire un nuovo conto corrente, perché quello esistente gli è stato pignorato dal giudice con un’ordinanza, qualora le giacenze su di esso versate servissero a onorare il debito e adempiere all’insolvenza. In questo caso, infatti, a nulla varrebbe l’espediente di un nuovo conto corrente, perché l’ordinanza avrebbe efficacia anche su di esso. Allo stesso modo, la tracciabilità dei conti renderebbe difficile anche l’accredito di somme su conti intestati a parenti stretti.
Tra le soluzioni proposte ai protestate c’è quella di Conto Family, un conto corrente moneta per gestire spese e incassi nella massima trasparenza. Rilascia la carta bancomat, con cui si può prelevare denaro contante o pagare ai POS e su internet presso gli esercizi aderenti al circuito MasterCard. Il conto consente l’accredito dello stipendio e la domiciliazione delle utenze domestiche, nonché la possibilità di ricevere e di effettuare bonifici.
Conto Business è pensato, invece, per le imprese soggette a protesto e consente loro anche di prelevare più di 5.000 euro, senza lungaggini e senza alcuna segnalazione. Anche in questo caso, come per Conto Family, il titolare può godere delle stesse funzionalità di un conto corrente ordinario.