I protestati sono soggetti a cui è inibito l’accesso al credito da parte delle banche e delle società finanziarie, nella quasi totalità dei casi, in quanto considerati inaffidabili per la storia creditizia alle spalle. Fintanto che rimarrà iscritto al Crif il proprio nominativo nell’elenco dei protestati, sarà arduo ottenere un prestito, ma non impossibile. Molto dipenderà da alcune caratteristiche personali.
Uno dei prestiti più diffusi in Italia, la cessione del quinto dello stipendio, per esempio, è accessibile sia ai cattivi pagatori che ai protestati, in quanto presenta solide garanzie, tali da rassicurare il creditore sulla solvibilità del finanziamento. La cessione del quinto è concessa ai soli lavoratori dipendenti del settore privato o della Pubblica Amministrazione con un minimo di mesi di anzianità lavorativa. Vi hanno accesso anche i pensionati, sia pubblici che privati. Essa consiste in un prestito di durata quinquennale o decennale, che sarà rimborsato dal cliente con rate mensili di importo non superiore alla quinta parte (20%) dello stipendio al netto delle imposte, dei contributi previdenziali e di eventuali altre rate per prestiti accesi in precedenza. Nel caso della pensione, il quinto riguarda l’assegno mensile al netto delle imposte e di eventuali altre rate, purché sia salvaguardato l’importo mensile minimo previsto dalla legge italiana.
Il datore di lavoro o l’ente previdenziale è obbligato mensilmente a detrarre la rata dalla busta paga o dalla pensione e a versarla all’istituto di credito. Nel caso di un lavoratore del Pubblico Impiego, l’onere è a carico dell’amministrazione di cui dipende il debitore.
L’ammortamento del prestito ottenuto con la cessione del quinto dovrà avvenire per il lavoratore entro la data in cui si prevede che vada in pensione. Nel caso di cessazione del rapporto di lavoro, il creditore potrà rivalersi sul TFR maturato in favore del cliente.
Proprio per le garanzie solide che questo tipo di finanziamento possiede, anche i protestati vi possono accedere.
Un altro esempio di finanziamento accessibile ai protestati è il prestito cambializzato. Esso consiste nel fatto che il debitore firma e consegna le cambiali al creditore. Queste sono titoli di credito, che assegnano al creditore il diritto di escutere i beni del debitore, nel caso di inadempienza.
Le cambiali vengono restituite al firmatario, man mano che questi procede al pagamento delle rate. In un certo senso, possiamo affermare che fungano da ricevuta di pagamento. Il debito si considera estinto, quando tutte le cambiali sono tornate in possesso del debitore.
Anche in questo caso, il creditore ha una solida garanzia, quella delle cambiali. Questo tipo di finanziamento, che sembrava essere caduto in disuso negli anni scorsi, sta vivendo negli ultimi tempi una nuova stagione di interesse sul mercato del credito, a causa principalmente della grave crisi economica, che si è ripercossa negativamente nei rapporti tra banche e clienti.
Tuttavia, per evitare che vi facciano ricorso soggetti poco affidabili (l’escussione dei beni, per quanto una garanzia, rappresenta pur sempre un’ipotesi indesiderata per il creditore, comportando un dispendio di tempo ed energie), molti istituti e società finanziarie hanno ultimamente limitato il prestito cambializzato ai soli lavoratori dipendenti assunti a tempo indeterminato. Anche in questo caso, quindi, la garanzia fondamentale sembrerebbe data dal possesso di un lavoro subordinato.
I prestiti cambializzati, però, possono essere accessibili, in genere, anche nei casi in cui non si abbia un reddito dimostrabile, purché si possegga una garanzia alternativa, sia essa reale o personale. Nel primo caso, si tratta di fare iscrivere ipoteca su un immobile di proprietà, che potrà essere escusso, nel caso di inadempienza, tramite la vendita all’asta decisa dal giudice.
La garanzia personale è quella prestata da un garante o fideiussore, il quale s’impegna a ché siano rispettate tutte le scadenze di pagamento, altrimenti ne risponderà personalmente, anche rischiando l’iscrizione al Crif come cattivo pagatore o protestato, a sua volta. A nulla varranno le argomentazioni, per cui non si fosse a conoscenza del salto di una o più rate. Per questo, la fideiussione è generalmente rilasciata da una persona di stretta fiducia, un amico o un parente.
Attenzione, però, perché se sei protestato e al tempo stesso sei un lavoratore autonomo, quindi, non hai un rapporto di lavoro subordinato, esistono ugualmente alcune soluzioni adatte al tuo caso, perché nonostante le banche tendano a scartare queste situazioni, preferendo erogare credito, come sopra detto, ai protestati lavoratori dipendenti, diverse società finanziarie, specie sul web, assicurano un prestito personale.
Tuttavia, bisogna fare i conti con liquidità generalmente limitata, che al massimo potrebbe arrivare a 30.000 euro e da rimborsare in un periodo non superiore ai 10 anni. Certo, se si prestano garanzie accessorie, è possibile che la finanziaria aumenti l’importo del prestito e allunghi la durata del rimborso, molto dipenderà dalla situazione specifica.
Risulta essere evidente, però, come un prestito concesso a un protestato e per giunta senza un lavoro dipendente potrebbe implicare un costo non indifferente. A tale proposito si guardi il TAEG e non semplicemente il TAN, perché il primo include anche le spese accessorie, oltre agli interessi applicati, di fatto fornendo una misura puntuale del reale onere da sostenere per accedere al credito.