Il termine Tax free letteralmente significa esentasse, in questa guida spieghiamo come funziona.
Si tratta di un sistema per richiedere il rimborso dell’IVA per beni e servizi acquistati all’estero. Probabilmente sapete, infatti, che quando siete in viaggio all’estero e acquistate merci o servizi, l’IVA la potete chiedere in rimborso.
Ovviamente, per fare in modo che l’operazione sia possibile, è necessario rispettare determinate condizioni. Come prima cosa, non bisogna esagerare con la quantità di roba comprata all’estero, secondariamente è necessario che gli acquisti non siano finalizzati alla rivendita, ma al consumo e che non si chieda il trasferimento in Italia dopo tre mesi. Inoltre, è possibile richiedere il rimborso delle merci acquistate presso i negozi con esposta la scritta Tax free.
Ma vediamo come e quando è possibile richiedere indietro l’IVA versata con gli acquisti all’estero. Non è difficile. Per prima cosa, devi sapere che puoi richiedere il rimborso dell’IVA pagata all’estero, solo se la spesa effettuata, IVA inclusa, è superiore ai 155 euro. Una volta che si effettua il pagamento alla cassa, bisogna chiedere al rivenditore la fattura tax free, indicando nel modulo tutti i beni acquistati, l’IVA versata, il costo degli acquisti e tutti i dati inerenti l’acquirente.
Attenzione a non utilizzare gli oggetti acquistati, inclusi i vestiti, prima di passare la dogana, altrimenti il modulo non sarà firmato, in quanto comprensivo di beni, la cui IVA non è considerata rimborsabile e si perde il diritto per tutti i beni.
In realtà, può essere lo stesso rivenditore a decidere se applicare direttamente il rimborso o meno. Se questi si mostrasse poco propenso, potrebbe risultare conveniente rivolgersi a un altro shopping center o negozio, sempre ponendo attenzione che si trovi la scritta tax free, dove magari troveremo un negoziante più disponibile nei nostri confronti.
Esistono ovviamente anche soluzioni alternative per procedere al rimborso, ma il consiglio è di prestare attenzione.
Diverse società internazionali operano tramite negozi dedicati alla vendita di prodotti per stranieri. Essi consentono di richiedere il rimborso, purché gli acquisti siano effettuati presso appositi sportelli e magari attraverso l’utilizzo di una determinata carta. Tra queste, troviamo Global Blue Card, Tax Free Worldwide e Premier Tax Free.
In particolare, la prima è molto diffusa e comoda, dato che consente di effettuare acquisti rimborsabili in tutto il mondo. Essa offre anche l’iscrizione all’albo dei turisti, che garantisce all’acquirente di effettuare la spesa senza la necessità di esibire il passaporto o altro documento al rivenditore e senza che debba compilare l’apposito modulo per il rimborso.
Infatti, gli iscritti all’albo devono solamente esibire la carta rilasciata da Global Blue Card e sarà compito del negoziante semplicemente accertarsi che sia valida, attraverso la verifica con il codice a barre. Dunque, la società si conferma molto comoda per chi viaggia spesso all’estero e vorrebbe evitare il fastidio di sottoporsi ai controlli e alle incombenze burocratiche per richiedere il rimborso dell’IVA sui beni acquistati.
Ma vediamo quali sono i documenti che occorrono per richiedere indietro l’IVA pagata all’estero.
Anzitutto, la lettera d’incarico e l’autorizzazione al trattamento dei dati privati al CNA Servizio Estero. Secondariamente, le ricevute fiscali regolarmente intestate, come scontrini e fatture, relative alle merci acquistate all’estero. Se occorre, dovrà anche esibirsi una fotocopia delle disposizioni di pagamento, oltre a una copia della carta d’identità del legale rappresentante, le deleghe di rappresentanza, l’attestato di iscrizione e attribuzione della partita IVA.
In ogni caso, non scoraggiatevi della folta documentazione che vi sarebbe richiesta. Il CNA Servizio Estero vi fornirà preventivamente l’elenco dei documenti necessari per il rimborso, avendo cura di tenere in considerazione la vostra situazione specifica.
Dunque, riepilogando, ecco come funziona il sistema tax free. L’acquirente paga i beni comprati a prezzo pieno, quindi, inclusivo dell’IVA. Il rivenditore gli fornisce un modulo da compilare per la richiesta del rimborso. Al momento della partenza dal paese, il viaggiatore esibisce alla dogana gli acquisti di cui chiede il rimborso, unitamente al modulo compilato, che dovrà essere convalidato dai funzionari, altrimenti non potrà essere utilizzato per chiedere la restituzione dell’IVA versata.
A questo punto, l’acquirente può chiedere il rimborso in vari modi. Se si è affidato a una società internazionale, come nell’esempio di cui sopra, egli invierà a il modulo Tax Free alla sede di quest’ultima o si presenterà presso uno dei punti di rimborsi autorizzati. Le somme gli saranno restituite in contanti o tramite una carta di credito. Il commerciante dedurrà l’IVA rimborsata dalla sua dichiarazione periodica, in sostanza, scalandola dall’IVA a debito.
Se vi recate in Germania, sappiate che l’IVA versata potrebbe presentare due aliquote, una agevolata al 7% per alcuni beni, essenzialmente per i generi alimentari, e un’altra al 19%.
Ovviamente, bisogna prestare attenzione a un altro aspetto: indifferentemente dal fatto che l’IVA sia rimborsabile o meno sugli acquisti effettuati all’estero, tornando in Italia potreste subire l’imposizione dei dazi doganali, se sono state superate le quantità massime consentite, a seconda della categoria dei beni, oltre che in base al paese di provenienza. Ciò vale, in particolare, per gli acquisti effettuati al di fuori dell’Unione Europea, ma avvertiamo subito che alcune limitazioni esistono anche all’interno.