Molte imprese utilizzano veicoli con il solo scopo di installarvi insegne pubblicitarie, al fine di farsi conoscere in una data area. Altre, invece, potrebbero utilizzare veicoli per fare pubblicità non alla propria attività, ma a quella di società committenti, chiaramente dietro pagamento. Risulta essere un business sempre più diffuso, anche perché permette una localizzazione del messaggio pubblicitario, meglio delle numerose alternative. Pensiamo a un negozio di abbigliamento, che abbia appena aperto e che intenda farsi conoscere nel raggio di 10 km dal luogo in cui ha sede l’attività di vendita. Una radio, una TV locale potrebbero diffondere lo spot, ma il costo potrebbe non essere alla portata, anche perchè la loro diffusione potrebbe essere molto più vasta da un punto di vista territoriale di quella di cui effettivamente necessità l’esercizio.
Una pubblicità apposta su un veicolo consente, invece, di indirizzare il messaggio esattamente nei luoghi di interesse. Chiaramente, anche questo tipo di pubblicità ha un costo. In primo luogo, si dovrà pagare qualcuno per guidare il veicolo nelle strade interessate, secondariamente si dovranno tenere in considerazione anche il costo del carburante, il bollo auto, l’assicurazione, le spese di riparazione e di revisione, oltre che quello di acquisto, qualora il veicolo sia stato acquistato o utilizzato con l’esclusiva finalità di pubblicizzare un’attività.
Può anche accadere, che un messaggio pubblicitario sia apposto su una o più fiancate del veicolo per un solo periodo, magari per rendere nota una promozione, un evento o si pensi anche all’ampio uso che si fa di questi mezzi per le campagne elettorali, quando i candidati cercano di farsi conoscere agli elettori, apponendo la loro immagine e un messaggio generalmente sintetico.
Quello che non tutti sanno, però, è che questi messaggi pubblicitari sono soggetti al pagamento di un’imposta comunale. Esistono, in verità, diversi casi di esenzione, per i quali si rimanda ai singoli regolamenti comunali, visto che si tratta di materia in mano ai sindaci.
Ci stiamo riferendo, come abbiamo detto sopra, alla pubblicità apposta su una o più fiancate di un veicolo. Se la superficie su cui il messaggio pubblicitario è apposto è non superiore a 300 centimetri quadrati, tipo 30 x 10, oppure 20 x 15, non è dovuta alcuna imposta. Per superfici maggiori, l’imposta è dovuta, seguendo due criteri concomitanti, in primo luogo, il numero degli abitanti del Comune, nel quale il mezzo viene impiegato per fare pubblicità; secondariamente, sulla base della superficie utilizzata per veicolare il messaggio pubblicitario.
Le tabelle per il primo caso sono le seguenti, fino a 10.000 abitanti, da 10.000 a 30.000 abitanti, da 30.000 a 100.000 abitanti, da 100.000 a 500.000 abitanti, sopra i 500.000 abitanti. A tali classi corrispondono le seguenti tariffe, 11,36 euro, 13,43 euro, 15,49 euro, 17,56 euro e 19,63 euro.
Le superfici comprese tra 300 centimetri quadrati e il metro quadrato devono essere arrotondate al metro quadrato per eccesso, mentre per quelle superiori al metro quadrato si ha un arrotondamento al mezzo metro quadrato.
A questo punto, vediamo come si effettua il calcolo per stabilire quanto pagare. Ipotizziamo di utilizzare una superficie di 2 metri quadrati di un’auto, al fine di pubblicizzare un’attività per le strade di un Comune da 60 mila abitanti. Ci troviamo nella terza fascia o classe, quella tra i 30 e i 100 mila abitanti, la cui tariffa è fissata in 15,49 euro. Questa va moltiplicata per i metri quadrati della superficie pubblicitarie, in questo caso 2, per cui il risultato è di 30,98 euro, che è l’imposta da versare annualmente al Comune per la pubblicità sul mezzo.
La materia è, però, tutt’altro che certa, come dimostra una decisione della commissione tributaria provinciale di Reggio Emilia, che ha sgravato l’imposta di un cartellone pubblicitario di dimensioni inferiori al mezzo metro quadrato, in quanto esso mira più alla facilitazione della fruizione di un servizio, non tanto a veicolare un vero e proprio messaggio pubblicitario.
Che si tratti di opinioni discutibili è chiaro, o si esenta dal pagamento dell’imposta chi effettua pubblicità al di sotto di una congrua superficie o è chiaro che dovrebbero a quel punto pagare tutti senza particolari eccezioni. Il problema è capire cosa significa, che al di sotto di una data superficie, mezzo metro quadrato, non si farebbe pubblicità, ma semplicemente si faciliterebbe la fruizione di un servizio. Questa affermazione ci farebbe comprendere che la pubblicità non sarebbe finalizzata a rendere maggiormente fruibile un bene o servizio. Il problema è capire a cosa serve, se non a promuovere un evento, un’attività o la conoscenza di un fatto, ovvero a vendere meglio un bene o un servizio.
Discutibile è, infine, la scarsa propensione a esentare questo tipo di pubblicità, perché come abbiamo già visto sopra, chi si avvale di un simile strumento è già soggetto a numerosi costi, per cui l’imposta comunale sembra l’ennesimo balzello senza una sua chiara definizione giuridica.