A tutti noi sarà capitato di ricevere chiamate in pieno giorno e fino a una certa ora della sera da parte di call center, imprese e istituti di sondaggi, che mirano a propinarci una qualche offerta commerciale (luce, gas, telefono, etc.) o a rilevare le nostre abitudini di consumo, intenzioni di voto, opinioni varie, etc. Dato l’elevato fastidio che queste chiamate comportano a milioni di italiani, con il Decreto del Presidente della Repubblica 178/2010 si è voluto assegnare ai cittadini un’arma di tutela rispetto all’ingerenza spesso eccessiva di aziende e call center, cercando di eliminare quel vuoto normativo esistente fino a poco tempo fa.
Il D.P.R. del 2010 ha dato vita al cosiddetto Registro delle opposizioni, ossia a un elenco, in cui il cittadino-utente di una rete fissa telefonica può iscriversi gratuitamente, avendo la certezza di non potere più ricevere sollecitazioni commerciali e altro tipo di chiamate da parte di soggetti che individuano il numero da un elenco pubblico. Il decreto è diventato operativo solo a partire dall’1 febbraio del 2011, data dalla quale gli italiani hanno potuto iniziare a registrarsi. A tre anni dalla creazione del Registro, risultano iscritte circa 1.250 mila utente. Dopo il boom iniziale, le iscrizioni aumentano a un ritmo di circa 4 mila unità al mese.
La legge ha individuato cinque modalità utili per procedere all’iscrizione al Registro delle opposizioni: via email, sul sito web istituzionale, per posta con raccomandata, via fax e chiamando al numero verde.
L’invio dell’email è forse la soluzione più comoda. E’ necessario che l’utente che desideri non essere più disturbato da chiamate inopportune invii una richiesta di iscrizione all’indirizzo di posta elettronica abbonati.rpo@fub.it. Nel testo dell’email bisogna inserire il proprio nome, cognome, il codice fiscale e il numero dell’utenza. Non è obbligatorio, ma preferibile, inserire anche l’indirizzo email al quale si preferisce essere contattati.
La seconda modalità consiste nell’iscriversi presso il sito web registrodelleopposizioni.it e compilando il modulo online, avendo cura di inserire tutti i campi desiderati per procedere alla registrazione.
La terza via è quella più tradizionale dell’invio di una lettera raccomandata all’indirizzo Gestore registro pubblico delle opposizioni – abbonati Ufficio Roma Nomentano, Casella postale 7211, 00162 Roma (Rm). Si tratta di una modalità sconsigliata, anzitutto, per non imbattersi in disguidi (la lettera non arriva), per evitare la fila alla posta o anche perché si tratta del metodo più costoso, per quanto parliamo di costi abbastanza contenuti, quando le alternative sono tutte prettamente gratuite.
La quarta alternativa consiste nell’invio di un fax al numero 06.5424822, indicando nel corpo della lettera i propri dati personali e il numero dell’utenza, oltre al codice fiscale, chiarendo che si intende iscriversi al Registro delle opposizioni.
Infine, è sufficiente chiamare al numero verde gratuito 800.265.265 e seguire le istruzioni.
Poiché l’elenco viene aggiornato al più tardi ogni 15 giorni, ciò significa che potremmo dovere attendere fino a due settimane dalla data dell’invio della richiesta, prima di avere la certezza che non saremo più disturbati con chiamate su rete fissa da parte di aziende, istituti e call center.
Attenzione, però, perché non è detto che ciò sia la fine effettiva delle telefonate al proprio domicilio. In effetti, il Registro delle opposizioni blocca le chiamate effettuate da quanti attingono al nostro numero tramite un elenco pubblico, ma non ha efficacia anche sulle telefonate a scopo promozionali o di rilevazione effettuate da soggetti autorizzati. Per essere chiari, capita spesso che forniamo a varie aziende l’autorizzazione al trattamento dei nostri dati personali (compresa l’utenza di rete fissa e/o cellulare) per fini commerciali. A volte, lo facciamo senza nemmeno accorgercene, ad esempio, compilando di fretta un modulo online e spuntando anche la casella dove tale autorizzazione viene richiesta.
Per questo, se volessimo avere la certezza di non venire più disturbati del tutto, dobbiamo evitare di fornire l’autorizzazione al trattamento dei nostri dati personali, quando stipuliamo un contratto, ad esempio, per la fornitura di un’utenza telefonica, energetica, di gas, per l’acquisto di qualsivoglia bene o servizio on- e off-line.
Per evitare il telemarketing aggressivo, quindi, vige il principio del silenzio-assenso, cioè si considerano consenzienti quei soggetti che non hanno espressamente indicato la loro volontà di sottrarsi alle chiamate a casa, iscrivendosi all’apposito registro.
Ovviamente, è sempre possibile revocare la registrazione, seguendo le stesse modalità indicate per l’iscrizione. Con la revoca, si consente nuovamente a call center e aziende di chiamarci a casa. Anche in questo caso, bisogna attendere l’aggiornamento dell’elenco perché la nostra azione abbia efficacia. Dopo due settimane dalla richiesta di revoca, quindi, possiamo presumibilmente avere la certezza che la nostra utenza sia di nuovo disponibile per ricevere offerte o per la rilevazione delle nostre opinioni.
Da un punto di vista legislativo si sta cercando di seguire l’esempio del Registro delle opposizioni anche per la posta elettronica, creando un elenco per il cosiddetto opt-out, in modo da non ricevere più email indesiderate. Tuttavia, sul punto si sono riscontrate maggiori difficoltà.