Negli ultimi anni, complice anche la crisi dell’economia, abbiamo sempre più a che fare con svariate offerte di finanziamenti a tassi zero. Si tratta di una pratica commerciale piuttosto diffusa, che i rivenditori, grazie ad accordi con le banche o società finanziarie, utilizzano per attirare clientela o per evitare di perdere volumi di affari.
Adesso, spieghiamo puntualmente cosa significa un finanziamento a tasso zero e se le numerose offerte pubblicizzate corrispondono effettivamente a tale concetto.
Quando un istituto presta denaro a un cliente, lo fa dietro a un compenso, che in questo caso si chiama “tasso di interesse”, la sua remunerazione per il rischio e l’attività creditizia svolta. In genere, le catene di negozi, le concessarie auto e i centri commerciali stringono accordi con una o più agenzie finanziarie o banche. Grazie a questi, gli istituti possono fornire credito a titolo oneroso alla clientela dei negozi e i rivenditori hanno la possibilità di attirare clienti, offrendo loro beni e servizi acquistabili a rate, generalmente a tassi contenuti, grazie agli accordi, evitando loro anche il disbrigo delle pratiche burocratiche per la presentazione di una richiesta di finanziamento.
Nei fatti, il cliente acquirente di un bene o servizio, elettrodomestico, viaggio, auto, moto, mobile, nemmeno entra in contatto con la finanziaria, ma si limita a fornire la documentazione al rivenditore, che fungerà da tramite.
Ora, nei casi di un finanziamento a tasso zero, il cliente non solo potrà acquistare il bene o il servizio a rate, ma senza neppure pagare un costo per il prestito. Ma come sarebbe possibile? Se il tasso è zero, la banca o la finanziaria concede il prestito senza pretendere una remunerazione? In verità, le cose stanno abbastanza diversamente.
Quando parliamo di tasso, ci riferiamo al TAN (Tasso Annuo Netto) e al TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale). Il primo indica l’interesse su base annua e in misura percentuale applicato al finanziamento. Esso è il costo principale del medesimo, ma non l’unico. In effetti, se ci limitassimo ad osservare solo il TAN, avremmo un’idea distorta dei costi che dovremmo sostenere effettivamente, perché oltre agli interessi, i finanziamenti prevedono anche altri costi, come le spese di istruttoria e di apertura della pratica, le spese notarili (ove presenti), di perizia, di incasso rata, di invio rata a domicilio, della polizza assicurativa, etc. Tutti questi altri costi sono inclusi insieme al TAN nel TAEG, che fornisce una misura puntuale del costo globale del finanziamento, sempre in termini percentuali e su base annua.
Dunque, il tasso zero è riferito al TAN o al TAEG o a entrambi? In genere, l’espressione è riferita al solo TAN, nel senso che la banca o la finanziaria non applica al prestito alcun interesse, ai fini commerciali, ma si limitano a farsi ripagare delle spese sostenute per la pratica. Insomma, nessuno ci va in perdita, tanto meno il rivenditore, il quale potrà vendere con maggiore probabilità i beni e i servizi offerti. Al contrario, l’istituto erogante avrà ragionevolmente espanso la clientela, perché un finanziamento concesso a tasso zero rappresenta una buona pubblicità.
Si consiglia, però, di fare attenzione al TAEG, quando il TAN offerto è zero, perché potreste accorgervi che il primo risulti abbastanza più alto di quello applicato a prestiti omologhi. Questo, perché il creditore, per realizzare un minimo di profitto, oltre che per coprirsi i costi, potrebbe avere la tendenza a “gonfiare” le spese incluse nel TAEG e diverse dagli interessi. Ad esempio, se le spese di istruttoria sono generalmente pari a 50 euro per la finanziaria X, potreste verificare che per un finanziamento a tasso zero relativo all’acquisto di elettrodomestici presso il centro commerciale Y, esse lievitano a 100 euro. Tra le altre condizioni, potreste anche notare che il finanziamento obblighi a contrarre una polizza assicurativa, che copra dal rischio morte, malattia, disoccupazione, etc., e che rappresenta anch’essa un costo in percentuale della somma erogata.
In alcuni casi, per quanto minoritari, anche il TAEG è pari a zero. Che cosa significa, che la banca o la finanziaria si accolla anche di sostenere il costo del finanziamento al posto del cliente? No. Qui, le strade sono due: o è il rivenditore che si è accollato il costo della pratica, al fine di stimolare le vendite oppure egli ha caricato questi costi sul prezzo, nei fatti facendolo pagare ugualmente al cliente.
Per questo, quando un bene o un servizio viene offerto con prestiti a tasso zero, sarebbe opportuno ricordarsi se in precedenza si ha avuto modo di osservarne il prezzo e di verificare se questo fosse più basso, rispetto a quello oggi praticato con il finanziamento agevolativo.
Nulla viene regalato in economia. Bisogna tenere gli occhi aperti e confrontare sempre il costo di acquisto di un bene o servizio venduto con un finanziamento a tasso zero con uno senza. Si potrebbe a volte scoprire che non esiste, poi, tutta questa convenienza sbandierata dai cartellini colorati applicati sopra il prodotto che intendiamo acquistare.