in inglese significa dentro (anche nel senso ); insider è colui che sta dentro (ma non in prigione).
Dentro dove? O all’interno di un’organizzazione, spesso un’azienda – ma anche un’autorità di controllo, un’istituzione, un ministero – oppure addentro alle segrete cose.
Il vocabolario finanziario fonde questi due significati, per cui insider è colui che, in virtù della posizione occupata all’interno di un’organizzazione, è a conoscenza di informazioni privilegiate. Trading è una parola inglese che denota l’attività di acquisto e di vendita. Insider trading è dunque l’acquisto o la vendita di titoli da parte di chi possiede informazioni privilegiate, ottenute in virtù della propria posizione all’interno di un’organizzazione, o per altre vie (ad esempio dalla confidenza di un amico che occupa una tale posizione). L’insider, grazie all’informazione riservata, nota solo a lui e a pochi altri, è in condizione di acquistare titoli prima che la notizia diffusa tra il pubblico provochi l’aumento del loro prezzo. Analogamente, quando l’informazione è tale da provocare con la sua diffusione un netto ribasso dei prezzi, l’insider può trarne vantaggio, vendendo i titoli eventualmente in suo possesso prima che il ribasso si verifichi.
Poiché una simile condotta è sleale, nel senso che procura un ingiusto vantaggio a chi la può mettere in pratica a danno di tutti gli altri che non godono del privilegio di un’informazione riservata, l’ordinamento giuridico italiano la punisce con sanzioni pecuniarie e penali (prigione). Il rischio che corre l’insider è dunque quello di finire inside (dentro).
Giuridicamente la fattispecie è disciplinata dagli articoli 180 e seguenti del Testo Unico della Finanza, i quali riscrivono in parte la disciplina in vigore dal 1991. In base alle nuove norme è punito con la reclusione fino a due anni e con la multa da 10.329 euro (pari a 20 milioni delle vecchie lire) a 309.874 euro (pari a 600 milioni delle vecchie lire) chiunque, essendo in possesso di informazioni privilegiate in ragione della partecipazione al capitale di una società, ovvero
dell’esercizio di una funzione, anche pubblica, di una professione o di un ufficio, acquista, vende o compie altre operazioni, anche per interposta persona, su strumenti finanziari avvalendosi delle informazioni medesime; ovvero, senza giustificato motivo, ne dà comunicazione; o ancora, consiglia ad altri, sulla base di esse, il compimento di talune delle operazioni menzionate.
La sanzione, sia amministrativa che penale, scatta dunque a prescindere dal fatto che risulti un profitto dall’impiego illecito di informazioni privilegiate. Chi ne è in possesso, in virtù della propria particolare posizione, non ne deve dare comunicazione, senza giustificato motivo, ad alcuno: è sufficiente che comunichi l’informazione senza rispettare i doveri di riservatezza che essa richiede per essere soggetto alle pene previste.
La sanzione pecuniaria, in particolare, può essere aumentata fino al triplo del suo valore quando essa appare inadeguata, anche se applicata al massimo, in considerazione della rilevante offensività del fatto, delle qualità personali del colpevole o dell’entità del profitto derivato. Inoltre, il colpevole può essere interdetto, per un periodo compreso fra i sei mesi e i due anni, dai pubblici uffici, da una professione o da un’arte, dagli uffici direttivi di persone giuridiche o imprese, o essere dichiarato incapace di trattare con la pubblica amministrazione. La sentenza, inoltre, viene pubblicata su due giornali a diffusione nazionale, di cui uno economico. In caso di condanna, infine, viene ordinata la confisca dei mezzi, anche finanziari, utilizzati per commettere il reato e dei beni che ne costituiscono il profitto.
A queste pene sono soggetti anche tutti coloro che, pur non trovandosi nelle condizioni previste dalla legge, vengono comunque a conoscenza di informazioni privilegiate, ponendo in essere i comportamenti vietati sopra elencati. Pertanto, è soggetto alle pene previste per l’insider trading anche il risparmiatore che sia venuto indirettamente a conoscenza di informazioni privilegiate (per esempio, tramite l’amico di un soggetto che si trova in una condizione prevista dalla legge) e che le comunichi ad altri conoscenti, indipendentemente dal fatto che lucri un profitto o meno.
Ma quando un’informazione può definirsi privilegiata? Per essere tale deve trattarsi di un’informazione specifica di contenuto determinato (per esempio, ; non: ); deve essere un’informazione di cui il pubblico non dispone; deve concernere strumenti finanziari o emittenti di strumenti finanziari; e infine deve essere tale che, se resa pubblica, sia idonea a influenzare sensibilmente il prezzo degli strumenti finanziari ai quali si riferisce.
Il procedimento per la violazione delle norme di insider trading viene attivato su iniziativa del pubblico ministero che ne fornisce notizia alla Consob, la quale svolge un vero e proprio ruolo investigativo: non solo compie accertamenti presso i soggetti sottoposti alla sua vigilanza, ma può anche chiedere notizie, dati e documenti e procedere all’audizione di chiunque appaia informato sui fatti, quindi anche soggetti non sottoposti alla sua vigilanza. A conclusione di tale procedimento il presidente della Consob invia al pubblico ministero, corredata da una relazione, la documentazione raccolta per lo svolgimento del processo. Nel procedimento giudiziario la Consob esercita i diritti e le facoltà attribuiti dal Codice di procedura penale agli enti e alle associazioni rappresentativi degli interessi lesi dal reato.