Si sente spesso parlare di conto corrente a zero spese. La prima domanda alla quale intendiamo rispondere è la seguente, ma esistono davvero o sono semplicemente una trovata pubblicitaria. La risposta è si, anche se molto dipende dal periodo, dal tipo di offerta e dalla tipologia di clientela.
Come dice l’espressione, un conto corrente a zero spese si ha quando il correntista non dovrebbe, in teoria, sostenere alcun costo per parcheggiare la liquidità in banca. I costi a cui si fa riferimento sono essenzialmente di due tipi, fissi e variabili.
I primi sono il canone annuo, l’imposta di bollo e le spese relative al possesso di carte bancomat o di credito. I costi variabili, invece, sono legati alle operazioni effettuate dal correntista, come i prelievi allo sportello, presso l’ATM, i bonifici, gli F24, la domiciliazione delle utenze domestiche.
Un conto corrente a zero spese, quindi, non dovrebbe prevedere alcun costo a carico dell’utente nell’anno. Tuttavia, possono essere previste per contratto alcune restrizioni. Ad esempio, un conto potrebbe effettivamente diventare a zero spese, a patto che il correntista accrediti almeno una determinata somma di denaro all’anno e/o decida di incanalarvi lo stipendio. Ad ogni accredito, in genere, il canone annuo si abbassa di una somma fissa (per ipotesi, un euro) e, quindi, al raggiungimento di un certo numero di accrediti si potrebbe arrivare all’annullamento delle spese per il canone.
A parte queste situazioni, il conto può essere a zero spese a volte solo per alcune categorie di utenti, come i giovani. Generalmente, le promozioni sono riservate ai correntisti fino a una certà età, oltrepassata la quale, il conto sarà gravato almeno di alcune spese, come per il resto della clientela.
Un’altra categoria spesso avvantaggiata dalle offerte delle banche è quella degli anziani. Come sappiamo, la legge ha istituito l’obbligo per i pensionati con assegno mensile pari ad almeno mille euro di possedere un conto corrente bancario o postale. Tuttavia, per andare incontro alle esigenze di una clientela certamente debole, molti istituti hanno previsto la possbilità di aprire un conto a zero spese, che resterà tale per almeno un certo periodo di tempo. Questo, anche per attirare clienti dalle poste.
Quanto all’imposta di bollo, molti si chiederanno che fine faccia nei casi di conti a zero spese. E’ prevista un’imposta di 34 euro all’anno sulle giacenze medie superiori ai 5 mila euro all’anno, ma superata tale cifra, in alcuni casi le banche non fanno pagare ai clienti l’onere, ma se lo accollano, in modo da apparire più competitivi con le concorrenti.
Può capitare, tuttavia, che l’onere sia sostenuto dalla banca solo a determinate condizioni, per cui si rimanda al contratto.
Si è detto sopra che i conti a zero spese sono presenti anche a seconda del periodo. In una fase come questa, dove i tassi sono bassissimi, riducendo così i margini delle banche, queste puntano sulle commissioni e sulle “altre” entrate per fronteggiare i minori ricavi derivanti dai tassi d’interesse applicati ai prestiti e ai mutui. Per cui, è probabile che non sia questa effettivamente la fase in cui trovare il maggior numero di offerte allettanti sull’apertura e sul mantenimento di un conto.
Detto questo, si avvisa che può capitare di imbattersi a volte nella dicitura “conto a zero spese”, salvo scoprire che si dovrà pur pagare qualcosa durante l’anno. Ad esempio, l’espressione può escludere l’imposta di bollo, che essendo un onere dovuto allo stato, non si configura come un costo determinato dalla banca, anche se per ragioni di trasparenza sarebbe opportuno che l’istituto specificasse sin da subito tale esclusione. Inoltre, le zero spese potrebbero riferirsi alle operazioni ordinarie, mentre capita spesso che su alcune operazioni effettuate dal correntista siano applicate commissioni di importo anche elevato.
Risulta essere il caso dei bonfici. Un conto può essere effettivamente a zero spese, ma prevedere un costo salato per fare un bonifico (in qualche raro caso, anche per riceverlo). Lo stesso dicasi per i prelievi presso un ATM diverso dal circuito bancario di appartenenza o dall’estero. Sono tante potenzialmente le situazioni che si potrebbero elencare, per cui è sempre consigliabile verificare in fase di contratto quali operazioni e quali non comportino zero spese. Se un cliente ritiene che non dovrà mai effettuare un bonifico o che ciò sia un evento poco probabile e si accorge che il relativo costo sarebbe oneroso, anche se per il resto il conto è a zero spese, non dovrebbe avere remore nel firmare. Se, al contrario, ritiene che dovrà effettuare quasi certamente diversi bonifici, è evidente che il gioco rischia di non valere più la candela.
Spulciando online tra le varie offerte presenti alla fine di luglio 2014, scopriamo che la più conveniente per un conto sembrerebbe essere quella di Conto Corrente Arancio, che prevede un canone gratuito, niente imposta di bolla e nessun costo per prelevare allo sportello. Simili le condizioni di Websella, che prevede, però, il pagamento di 5,00 euro per prelevare allo sportello.