Il conto corrente è uno strumento messo a disposizione dalle banche al risparmiatore per il deposito di liquidità. In qualsiasi momento, il correntista potrà prelevare denaro e effettuare pagamenti. Visto che non esistono vincoli temporali per il ritiro delle giacenze, gli istituti sono soliti offrire ai titolari di conti correnti interessi attivi molto bassi, quasi sempre vicinissimi allo zero percento.
La funzione di un conto corrente dedicato non è molto diversa, anche se ha per oggetto tutte le operazioni inerenti all’attività di un’azienda o di un libero professionista. In sostanza, in base alle legge n.136 del 2010, art.3, tutte le società che partecipano a una gara pubblica devono possedere ed esibire un conto corrente dedicato, quale strumento di monitoraggio della Pubblica Amministrazione per la lotta contro la criminalità organizzata.
Un conto corrente dedicato altro non è che un normale conto corrente, ma che il titolare deve utilizzare solo e esclusivamente per operazioni che abbiano a che fare con l’attività svolta. Pertanto, vi rientrano gli accrediti dei clienti, i pagamenti dei fornitori, delle tasse. Non sarà possibile, quindi, utilizzare questo conto per accreditarvi denaro non inerente l’attività o per effettuarvi spese personali.
L’intento del legislatore è stato inizialmente di lottare contro le mafie, attraverso un controllo più stringente dei conti delle aziende che partecipano alle gare di appalto. Negli ultimi anni, però, il conto dedicato viene inteso anche come deterrente per la lotta all’evasione fiscale e all’economia sommersa. Il ragionamento è semplice: se tutte le operazioni di accredito/pagamento relative a un’attiva, ad esclusione di quelle non soggette al divieto del contante, devono transitare per un conto corrente dedicato, allora l’imprenditore o il libero professionista non potrà presentare una grande difformità tra il livello delle sue spese personali e quelle presunte sulla base del livello di attività registrato dal conto. In parole povere: non posso esibire un conto dedicato con all’attivo solo 10.000 euro in un anno, ma compiere spese personali per 100.000 euro, non giustificate, quindi, da quanto registrato dalle operazioni bancarie. Anche le dichiarazioni ai fini fiscali saranno confrontate con tali movimenti.
Un esempio particolare di conto dedicato è rappresentato dalla previsione normativa, sin dal giugno del 2013, che ciascun condominio abbia un conto gestito dall’amministratore, il quale non potrà più né utilizzare un unico conto per tutti i condomini da lui amministrati, né far transitare le operazioni inerenti alla sua attività attraverso un conto estraneo a questa.
Di conseguenza, tutti i pagamenti relativi alle rate condominiali e alle spese per qualsiasi tipo di intervento devono passare per il conto dedicato, anche se resta possibile, nei limiti legali, il pagamento in contanti, salvo che successivamente sia sempre l’amministratore a versare la liquidità ricevuta presso il conto. Lo stesso dicasi per le uscite di denaro inerenti la vita condominiale (pagamento di lavori, della bolletta della luce, dell’acqua, dei servizi di manutenzione dell’ascensore, della pulizia, etc.), che devono anch’esse transitare dal conto condominiale.
Potrebbe essere necessaria la comunicazione ad enti pubblici come Regioni, Comuni, Camere di Commercio, al fine di partecipare, ad esempio, a una gara di appalto. Ebbene, in questi casi bisogna inviare una missiva, intitolata COMUNICAZIONE CONTO CORRENTE DEDICATO.
Di seguito, vanno riportati gli estremi identificativi del titolare del conto, ovvero del libero professionista o dell’azienda (nome, cognome, indirizzo, codice fiscale o ragione sociale, sede, partita IVA), così come se chi scrive non è il titolare del conto, deve indicare a che qualità lo faccia, ad esempio, se come rappresentante legale di una società o come tutore o curatore fallimentare, etc. Successivamente, vanno riportati gli estremi anche del conto corrente dedicato, quindi, il codice Iban di 27 caratteri alfanumerici e il codice Swift per i bonifici esteri, nonché i soggetti titolati ad operarvi. Dichiarare anche si tratti di un conto di tipo bancario o postale.
Il dichiarante dovrà impegnarsi a inviare anche comunicazioni per qualsiasi variazione possibile dei dati sopra forniti e allegherà la dichiarazione con una copia di un documento di identità valido del sottoscrittore e dei soggetti titolati ad effettuare operazioni con il conto stesso.
La legge 136 del 2010 non obbliga un’azienda o un libero professionista ad avere un unico conto corrente dedicato, né attraverso di esso vi debbano transitare solo le operazioni relative a una commessa pubblica, l’importante è che tutte le operazioni che abbiano a che fare con una commessa pubblica transitino per l’unico conto corrente comunicato all’Ente.
In sostanza, se una società ha vinto una gara di appalto per la costruzione di una scuola elementare pubblica, tutti i pagamenti ricevuti ed effettuati inerenti tale costruzione dovranno passare per il conto, ma in esso si potranno riscontrare anche operazioni relative ad altre attività della società, come, ad esempio , per i lavori di ristrutturazione di un condominio. L’importante che tutte le operazioni che siano connesse alla commessa pubblica si abbiano in un unico conto, quello che la società ha comunicato all’ente pubblico committente.