Dall’1 gennaio del 2008, le coordinate bancarie sono cambiate e anche in Italia è stato adottato il cosiddetto codice Iban (Internation banking account number), standardizzato e imposto dallo European Commettee for Banking Standards (ECSBS). L’Iban ha sostituito le precedenti coordinate bancarie, note anche come ABI e CAB e numero di conto corrente. L’uso dell’Iban è obbligatorio per i bonifici e i pagamenti, visto che in sua mancanza, la banca non potrà procedere alla transazione.
Da un punto di vista concreto, si tratta di un codice alfanumerico di 27 caratteri, composti nel seguente modo: due sono riservati alla sigla nazionale e nel caso dell’Italia, essa è “IT”. A titolo di esempio, i caratteri per la Germania sono “DE”, per la Francia “FR” e per la Gran Bretagna “GB”; il terzo e il quarto carattere sono di controllo, i restanti 23 caratteri sono il cosiddetto BBAN (Basic Bank Account Number), in uso in Italia sin dal gennaio del 2003.
Il BBAN, a sua volta, è così composto: il primo carattere (il quinto dell’Iban) è per il CIN (Control Internal Number); i seguenti 5 caratteri per l’ABI (è il codice che contraddistingue la banca); i 5 caratteri ancora seguenti sono il CAB (il codice che contraddistingue la filiale); i rimanenti 12 caratteri contraddistinguono, infine, il numero di conto corrente. Se il numero del c/c fosse composto da meno di 12 caratteri, esso viene fatto precedere da tanti zero, quanti ne servono per arrivare a 12 numeri.
Il CIN è un carattere di controllo e serve a verificare la corretta trascrizione dei successivi 22 caratteri.
Quando il codice Iban viene riportato su supporto digitale, esso va scritto senza interruzione nella serie alfanumerica. Al contrario, quando è riportato su un supporto cartaceo, l’Iban va trascritto a gruppi di 4 caratteri ciascuno, tranne l’ultimo, che conterrà 3 caratteri.
Il codice Iban si riscontra in tutti i paesi dell’area Sepa (Single Euro Payments Area), ossia nei 18 paesi aderenti all’Area Euro, nei 10 che non utilizzano l’euro, ma che sono ad esso legati, effettuando pagamenti nella moneta unica (Regno Unito, Svezia, Danimarca, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Bulgaria, Romania e Croazia) e in altri 5 stati (Svizzera, Norvegia, Liechtenstein, Principato di Monaco e Islanda).
L’intento dell’area Sepa è di creare un mercato unico per i servizi di pagamento, come bonifici, carte di credito e bancomat, che saranno trattati in tutti questi paesi, come se fossero nazionali, semplificando le procedure.
Per verificare l’esattezza di un codice Iban è possibile andare su uno dei numerosi siti internet che consentono di effettuare questo controllo.