In questa guida spieghiamo come leggere la bolletta della luce, un’operazione che può non essere semplice. In effetti, sembra studiata apposta per non fare capire nulla all’utente e la confusione ultimamente si è fatta ancora più grande, considerando che lo Stato ha imposto alle compagnie elettriche di includere ogni bimestre o trimestre, a seconda della tipologia di scadenza, una quota per il versamento del canone Rai, un costo che non ha nulla a che vedere con la luce.
In tutto questo insieme di informazioni poco chiare, c’è di buono che l’Autorità Garante per l’Energia ha imposto a ogni compagnia elettrica operante sul territorio nazionale uno stesso schema da seguire per l’indicazione delle voci in bolletta, per cui una volta che abbiamo capito come funziona, non importa a quale fornitore si è abbonati, perché i dati restano uguali.
Leggere la bolletta è importante, è l’unico modo per individuare errori e ottenere, eventualmente, un rimborso.
Nella prima pagina troverai i dati identificativi del contratto, quelli che generalmente tendiamo a saltare, in quanto li riteniamo meno importanti ai fini della comprensione dei costi. In realtà, è solo in parte vero. A parte i dati identificativi del cliente intestatario, ne compaiono altri più importanti, come la tipologia contrattuale pattuita, ovvero se il contratto sottoscritto rientra nel mercato libero o in quello ancora tutelato dallo stato, erogato da Enel.
Di seguito risultano presenti le seguenti indicazioni
-Numero di utenza o numero cliente, quello che compare premendo il pulsante del contatore. Altre compagnie lo chiamano anche codice cliente, ma è sempre il numero specifico attinente all’utente del fornitore dato
-Codice POD, punto di prelievo dell’elettricità, che individua con esattezza il luogo geografico dove avviene la fornitura del servizio elettrico.
-Tipologia di pagamento, ovvero se tramite bollettino postale o domiciliazione bancaria su conto corrente.
-Tipologia di cliente, se domestico residente o domestico non residente.
-Potenza impegnata e potenza disponibile.
-Tensione di fornitura monofase e totale da pagare.
All’utente serve quasi sempre capire come si sia arrivati al calcolo dell’importo della bolletta. Dovete sapere che circa la metà di esso è costituito dai cosiddetti servizi di vendita, la cui quota è suddivisa in una fissa, costo di commercializzazione, vendita e dispacciamento, e una variabile, proporzionale ai consumi effettuati dall’utente.
Le voci di spesa per l’energia sono suddivise in prezzo dell’energia, prezzo di commercializzazione e vendita, prezzo del dispacciamento e prezzo di perequazione energia.
Il primo rappresenta il costo per l’acquisto di energia e include le perdite sulle reti di trasmissione e di distribuzione. Nel caso di una tariffa con il mercato garantito, queste sono incluse nel prezzo dell’energia, mentre per il mercato libero vengono segnalate con una voce a parte e definite in base alla soluzione commerciale prescelta, non lo stesso dicasi per gli utenti rimasti con il servizio di maggiore tutela, le cui perdite sulle reti di trasmissione e di distribuzione vengono fissate dall’authority e aggiornate ogni tre mesi, tenendo conto delle spese sostenute dall’Acquirente unico, un organismo incaricato di acquistare energia sul mercato libero.
Il prezzo di commercializzazione e vendita è legato alle spese di gestione degli utenti sostenute dal fornitore, ma per il servizio di maggiore tutela è fissato dall’authority sulla base dei costi mediamente sostenuti da un operatore sul mercato libero.
Il prezzo del dispacciamento è pari al costo sostenuto dal fornitore per mantenere domanda e offerta di energia sempre in equilibrio, ovvero per fare in modo che l’energia immessa sulla rete corrisponda esattamente a quella consumata. Per il mercato libero, la fissazione di questa voce può avvenire in modo diverso.
Il prezzo di perequazione dell’energia, infine, compare solo per gli abbonati a un servizio di maggiore tutela e corrisponde alle spese di acquisto e dispacciamento sostenute dall’Acquirente unico e da coprire.
Le spese per il trasporto e la gestione del contatore sono indicate da una tariffa fissata su base nazionale dall’authority e aggiornata periodicamente in base al tasso di inflazione e il miglioramento qualitativo del servizio. Esse di distinguono in
-Quota fissa, indipendente dai consumi e che si misura in euro mensili per cliente.
-Quota potenza, in proporzione alla potenza impegnata e si misura in euro per kW al mese.
-Quota variabile, relativa alla quantità di energia effettivamente consumata nel periodo ed espressa in euro per kWh.
Compaiono, poi, gli oneri generali di sistema, costi sostenuti da tutti i clienti, tranne alcune voci per i beneficiari del bonus elettrico. Essi coprono le spese sostenute per lo smantellamento delle centrali elettronucleari dismesse, gli incentivi alla produzione delle energie rinnovabili, le tariffe speciali per le Ferrovie dello Stato, il finanziamento di ricerca e sviluppo, il finanziamento delle tariffe speciali per i destinatari del bonus elettrico, le compensazioni per le società elettriche minori, la promozione dell’efficienza energetica e le compensazioni territoriali per gli enti locali in cui vi sono ancora impianti nucleari.
Infine, le altre voci di costo sono le accise sull’energia consumata e che sono fissate in misura uguale per ciascun tipo di utenza e contratto prescelto, nonché l’IVA, la cui aliquota è del 10% per gli utenti domestici, del 22% per gli altri.