Le materie prime o commodities sono quei beni grezzi, che servono per la produzione di altri beni e che si caratterizzano per il possesso di caratteristiche standard. Parliamo di beni alimentari, come zucchero, cacao o metalli preziosi, come l’oro e l’argento o ancora il petrolio.
I prezzi delle materie prime si muovono a seconda del tipo di “commodity”. Ad esempio, se le economie del pianeta crescono, ciò porta a un tendenziale aumento della domanda di beni alimentari, quindi, alla crescita dei prezzi delle commodities come zucchero, farine, cacao, etc. Allo stesso tempo, però, la crescita dell’economia fa venire meno gli acquisti di oro, bene-rifugio per eccellenza, che gli investitori tendono a comprare per ripararsi dalle fase di crisi dei mercati finanziari e dell’economia, in generale, nonché per tutelarsi dall’inflazione, che determina la perdita di acquisto della moneta. Infine, le quotazioni del greggio tendono a salire con il miglioramento dell’”outlook” delle maggiori economie mondiali, perché viene utilizzato per fare funzionare gli impianti produttivi e per la produzione di energia.
Non tutte le materie prime sono adatte a ogni tipo di investimento. Ad esempio, chi compra oro, lo fa solitamente per un investimento di medio-lungo termine, perché il metallo tende a salire di prezzo con i mesi e gli anni, ma nel breve non sempre ha un andamento univoco, risentendo di vari fattori.
Al contrario, il petrolio è generalmente acquistato da chi non teme il rischio, perché trattasi di una materia prima molto volatile nel breve periodo. Per chi non gradisce accollarsi eccessivi rischi e vuole evitare improvvisi mutamenti dei prezzi è consigliabile puntare più sulle “commodities” alimentari, che hanno un andamento più stabile nel tempo.
Per investire nelle materie prime potrebbe non essere necessario nemmeno spostarsi da casa, perché si possono compare e vendere beni anche online, grazie ai numerosi broker, che offrono piattaforme di trading.
La compravendita avviene aprendo un conto e puntando una somma iniziale, tramite la quale potranno effettuarsi gli investimenti.
Gli strumenti per investire possono essere diversi. In genere, si punta sugli ETF, Exchange-Traded Funds, che nel caso delle “commodities” prendono il nome di ETC (Exchange-Traded Commodities). La loro caratteristica principale consiste nel fatto che essi si pongono come obiettivo di replicare l’andamento di un determinato indice, non di batterlo. I loro investimenti sono piuttosto diffusi e si tratta di enti molto liquidi. Sono quotati in un apposito listino della Borsa Italiane e delle altre borse mondiali. L’investimento avviene comprando le azioni dell’ETC, contenente il nome della materia prima su cui punta.
Simili sono i fondi comuni, che hanno il vantaggio dell’alto grado di liquidità dei loro investimenti, ma gli svantaggi consistono nel fatto che le commissioni da loro applicate sono più elevate degli ETC e investono indirettamente nelle materie prime.
Un’altra modalità per investire nelle materie prime è di acquistare le azioni delle società che è coinvolta nel processo industriale di una “commodities”. Ad esempio, se voglio puntare sul petrolio, posso acquistare le azioni di una compagnia petrolifera, che rispecchiano proprio l’andamento dei prezzi del greggio.
Infine, uno strumento molto utilizzato consiste nei futures. Si tratta di contratti che assegnano in capo a un soggetto il dovere di acquistare una determinata merce entro una certa scadenza e a un determinato prezzo. Essi, quindi, consentono di realizzare un profitto, sfruttando le variazioni attese dei prezzi, sempre che si riesca ad azzeccare l’andamento.
Ad esempio, se prevedo che il prezzo del petrolio al barile scenderà a 60 dollari da qui a tre mesi, posso stipulare un contratto future con un altro soggetto, con il quale concordo di vendere tot barili di greggio al prezzo di 70 dollari per ciascun barile, magari inferiore al prezzo attuale, ma superiore alla quotazione attesa alla data X. Se avrò indovinato la previsione, alla scadenza avrò realizzato un guadagno, perché sarò riuscito a vendere i barili di petrolio a un prezzo superiore a quello di mercato.
Facciamo un esempio opposto: prevedo il rialzo delle quotazioni dell’oro a 1.400 dollari l’oncia da qui ai prossimi 12 mesi dai 1.200 attuali, ipotizziamo. Per questo, stipulo un contratto future con un venditore, impegnandomi ad acquistare tot once di oro fra un anno a 1.300 dollari per ciascuna oncia. Se anche in questo caso la previsione si è rivelata esatta, sarò entrato in possesso di oro a un prezzo inferiore a quello di mercato.
Nella realtà quotidiana, nessun acquirente di materie prime tramite i futures si farà consegnare fisicamente il bene, attendendo che si giunga alla data di scadenza, ma operativamente rivenderà il contratto a terzi anche poco prima dell’ultima data disponibile e il ciclo delle compravendite proseguirà indefinitamente.
Questo è bene precisarlo, per evitare che qualcuno possa spaventarsi dell’idea di ricevere al proprio domicilio i barili di petrolio o le once di oro che aveva acquistato con un futures. Questo si evita sempre che possa accadere.