I futures sono contratti derivati standardizzati, tra i più utilizzati per operare sul trading e che presentano rischi spesso più elevati di quanti non si creda a prima vista. Essi consentono di acquistare o di vendere un indice di borsa, che può avere come valore sottostante una materia prima o commodity o un titolo finanziario. In questo caso si parla di future finanziario.
Il contratto è già fissato nelle modalità standard per tutti gli elementi fondamentali, non potendo essere mutate le condizioni dalle parti. Questo si ha per rendere i futures negoziabili sui mercati, in quanto omogenei.
Chi acquista un future s’impegna a rivendere il titolo sottostante a un dato prezzo e a una data scadenza, ovviamente nella speranza di realizzare un profitto dalla differenza tra il valore della rivendita e quello di acquisto. Ipotizziamo, ad esempio, di acquistare a 100 un bene X, impegnandoci a rivenderlo a 110 a una data Y. Se alla scadenza, il bene ha un valore superiore a 110 sul mercato, abbiamo perso la scommessa, in quanto avremo rivenduto a un prezzo inferiore a quello che avremmo potuto spuntare sul mercato. Al contrario, se sarà superiore, allora avremo vinto la scommessa.
Al contrario, chi vende il future e s’impegna ad acquistare il bene o titolo sottostante a una certa data e a un certo prezzo, gioca al ribasso, ovvero scommette che il prezzo sul mercato alla scadenza del contratto sarà inferiore a quello che è riuscito a spuntare con il future. Nel caso di cui sopra, se acquisto a 110 un bene che sul mercato vale 90, avrò realizzato una perdita, in quanto dovrò sborsare di più di quanto riuscirò a incassare nell’immediato con la rivendita del bene sul mercato. Al contrario, se avrò pagato meno di quanto il prezzo non sia sul mercato, avrò realizzato un guadagno, perché rivendendolo otterrò la differenza positiva.
Un rischio derivante dalla contrattazione dei futures si ha per l’effetto leva. Esso consiste nel fatto che si movimentano cifre maggiori di quanto non si sia sborsato nell’immediato per aprire una posizione. In sostanza, il broker ci chiederà di depositare solo un margine a garanzia della controparte, pari a una percentuale della cifra che vogliamo investire, anche restandone esposti per l’intera somma investita. Ad esempio, compro un contratto future da 100.000 euro, ma mi si chiede solo di depositare un margine di 5.000 euro. Se alla scadenza avrò subito una perdita dell’8%, poniamo, quindi di 8.000 euro, sarò tenuto a versare la differenza tra la suddetta perdita e il margine già depositato a garanzia della controparte.
In genere, il cosiddetto “margin call” è del 7,5% della somma investita, purché la posizione venga chiusa entro 30 minuti dalla fine delle contrattazioni quotidiane. Se s’intende chiudere la posizione successivamente alla fine della seduta, allora il margine richiesto sale in percentuale.
Il mercato in cui si negoziano i futures si chiama IDEM e sono due i tipi di contrattano due tipi di titoli, i Mini e gli Standard. I primi implicano un valore di euro per ogni punto dell’indice. Quindi, se l’indice per un contratto è di 100.000 punti, il valore del medesimo è di 100.000 euro. Nel caso di un contratto Standard, invece, il rapporto è di 5 euro per ogni punto dell’indice. Nell’esempio appena fatto, 100.000 punti equivarrebbero a un contratto dal valore di 500.000 euro.
In genere, un future non viene fatto mai scadere, ma poco prima del termine viene rivenduto, in modo da evitare di doversi fare consegnare i beni o i titoli sottostanti. Immaginiamo di avere acquistato un future su 100 barili di petrolio. Se il contratto scade, dovremmo farci consegnare al nostro domicilio il petrolio sottostante, cosa che non avviene mai nella norma, in quanto si rivenderà il future anche poco prima della scadenza.
I futures rappresentano, quindi, una scommessa sul valore di un titolo finanziario o di una materia prima. Essi assumono anche un’importanza più ampia per il mercato, in quanto segnalano l’attesa della direzione dei prezzi per gli investitori. Se prevalgono, ad esempio, contratti ribassisti sul prezzo dell’oro, ciò segnala che gli investitori abbiano attese per un calo delle quotazioni del metallo.
Due gli aspetti importanti della convenienza ad investire sui futures. In primis, le commissioni applicate sono generalmente più basse di quelle che si dovrebbero pagare per la compravendita di altri titoli, come le azioni. Inoltre, si può anche puntare sul future relativo a un intero indice, senza la necessità di acquistarne tutti i titoli che lo compongono.
Il rischio maggiore risiede nella non comprensione della direzione del mercato, in relazione ai corsi dei titoli o beni sottostanti, così come nell’effetto-leva, che se da un lato ci consente di effettuare anche grossi investimenti con relativamente poca liquidità, dall’altro ci espone a perdite potenziali rilevanti e crescenti all’aumentare della leva, ossia del rapporto tra l’investimento movimentato e il margine depositato a garanzia.