Oggi mettiamo a disposizione alcuni consigli su come investire in diamanti.
Ancora più dell’oro, i diamanti hanno suscitato da sempre un enorme fascino nell’uomo, sia per l’uso prettamente legato alla gioielleria che se n’è fatto nel tempo, sia per il loro enorme valore, che li ha resi adatti ad essere considerati un bene di investimento e di protezione del capitale.
Così come l’oro, infatti, l’aumento generalmente costante del prezzo dei diamanti fa sì che essi proteggano gli investitori dal rischio di inflazione, di instabilità politica, di tracollo finanziario, di guerre, etc. L’aumento del prezzo dipende essenzialmente dalla difficoltà di estrazione delle pietre e dalla loro quantità limitata in circolazione. E anche il diamante viene quotato ufficialmente. Le negoziazioni avvengono nelle borse di New York, Londra e Anversa.
Attenzione, però, perché diamanti e oro non sono beni di investimento tra loro fungibili, seguendo percorsi e avendo caratteristiche molto diversi.
Anzitutto, vengono accettati sul mercato, in borsa, solo i diamanti perfetti, ossia che posseggono caratteristiche che li rendano tali. La perfezione dipende dal colore, dalla purezza, dal taglio e dal peso. Quanto a quest’ultimo, esso deve variare da un mezzo carato a due carati. Si fa presente che un carato corrisponde a 0,2 grammi e che la quotazione si ha in centesimi di carato e in dollari.
La purezza può essere determinata con un ingrandimento dieci volte la dimensione originale della pietra e stando alle direttive internazionali, sono negoziabili ai fini finanziari solo i diamanti assolutamente puri, con denominazione IF. Il taglio deve essere rotondo e contenente 58 faccette o 57 ad esclusione dell’apice. Proporzioni, levigatura e simmetria devono essere excellent, very good o good, sempre per gli standard mondiali.
Una volta entrati in possesso di un diamante, se lo si vuole rivendere sul mercato è necessario farsi rilasciare una certificazione di uno degli istituti gemmologici che si occupano di ciò. Tra i più importanti, vi segnaliamo IGI (International Gemmological Institute), HRD (Hooge Raad Voor Diamant di Anversa), GIA (Gemmological Institute of America), AGS e EGL.
Poiché è abbastanza complesso riuscire a vendere alle quotazioni ufficiali diamanti con siffatte caratteristiche di purezza e perfezione, è importante sottolineare come a differenza dell’oro, potrebbe essere necessario parecchio tempo, prima di potere ottenere un realizzo dall’investimento. In sostanza, potrebbe accadere che se un diamante viene prezzato – poniamo – secondo le quotazioni ufficiali a 5.000 euro, magari è difficilissimo riuscirlo a vendere a tale valore, per cui dovremmo accontentarci di un prezzo inferiore. Ciò che vogliamo dire è che nel breve e nel medio termine, esiste una anche una differenza anche notevole tra quotazioni di denaro e lettera. In genere, potrebbero essere necessari anche svariati mesi o anni per rivendere in borsa un diamante, spesso anche una decina di anni, se si vorrà realizzare un profitto dall’investimento, ossia se lo si vuole cedere a un prezzo che sia superiore a quello di acquisto, tenendo conto che la differenza tra denaro e lettera di cui sopra determina per molto tempo un taglio del 15-20% delle quotazioni ufficiali.
Altro aspetto da tenere in seria considerazione è che il prezzo di un diamante non è proporzionale al suo peso, vale a dire che un diamante di un carato non vale il doppio di un diamante di un mezzo carato. Risulta essere evidente che un diamante di carato minore abbia un prezzo inferiore e, pertanto, sia più facilmente vendibile. Tuttavia, man mano che cresce il peso di una pietra, diminuisce la probabilità di trovarne un’altra uguale, per cui il valore tende ad aumentare in maniera più che proporzionale. In sintesi: se si compra un diamante di mezzo carato, si ha la possibilità di rivenderlo facilmente, perché la sua quotazione è relativamente bassa (rispetto alle pietre di carati maggiori) e vi sarà, quindi, una domanda maggiore. Ma queste pietre tendono a performare poco, ossia a rendere meno di quei diamanti di carati più alti, che presentano una maggiore difficoltà di trovare acquirenti sul mercato, ma nel tempo tendono ad essere più performanti, cioè a rendere di più.
Per tutte le caratteristiche essenziali sopra descritte, si consiglia di investire in diamanti solo a coloro che abbiano bene in mente che non si tratti di un investimento speculativo a breve termine e spesso, nemmeno a medio termine. Solo chi ha la possibilità a la volontà di guardare al lungo e al lunghissimo periodo potrebbe trovare soddisfacente investire in diamanti. Parliamo, pertanto, di un investitore con capitali abbondanti, non certo di un piccolo risparmiatore.
Fatte presenti tali criticità, non si può negare che trattasi di un investimento con un ritorno certo, visto che l’Antwerp World Diamond Trade Center ha calcolato, sulla base delle quotazioni dal 1949 a oggi, che il prezzo di un diamante grezzo tende a crescere mediamente del 14% all’anno.
Dal 2000 ad oggi, però, l’oro ha certamente sovraperformato il mercato dei diamanti: fatta 100 la quotazione iniziale per entrambi i due preziosi in quell’anno, oggi il prezzo dell’oro è di 296, mentre quello del diamante è di 192,5.
Investire in diamanti è quindi una possibilità interessante.