In questa guida spieghiamo come investire a Malta.
Malta è un’isola europea, situata a appena 90 km dalla costa più meridionale della Sicilia. Pertanto, è molto vicina all’Italia. Divenuta una delle principali mete turistiche del Mediterraneo, grazie ai bassi prezzi e alle sue bellezze naturalistiche, molti italiani si sono spostati negli ultimi anni sull’isola, approfittando di varie opportunità lavorative disponibili.
Per prima cosa, è importante sapere che investire in immobili a Malta potrebbe rivelarsi un grosso affare. Mediamente, i prezzi delle abitazioni crescono al ritmo del 3% all’anno, ma l’aspetto più importante riguarda il rendimento immobiliare. Comprare casa e affittarla rende mediamente tra il 5% e il 7%, ma se consideriamo le zone turistiche, come la capitale maltese, nella stagione estiva, ovvero tra aprile e agosto come minimo, si può concedere l’immobile in locazione a 40 euro al giorno, portando il rendimento medio annuo anche al 10%.
Malta adotta l’euro come moneta nazionale. Questo non solo implica un’agevolazione negli scambi con l’Italia, ma così come il resto dell’unione monetaria, l’isola sta godendo dei bassi tassi di mercato di questa fase, grazie alle politiche espansive della BCE. Questo significa che è diventato ancora più conveniente prendere un mutuo presso una banca dell’isola, perché il suo costo è più basso che mai e la rata mensile potrebbe risultare anche nettamente inferiore al canone dell’affitto riscosso per il caso di locazione.
Facciamo un esempio, compriamo un immobile da 100.000 euro a Malta, accedendo a un mutuo a tasso fisso del 4%. Sappiate, anzitutto, che sull’isola i finanziamenti arrivano al 70% del valore commerciale dell’immobile, per cui nel nostro caso potremmo ottenere fino a 70.000 euro, dovendo anticipare i restanti 30.000. Ipotizziamo che il suddetto immobile lo affittiamo ai turisti nel corso dell’anno e per alcuni mesi ai numerosi studenti, che affollano, in particolare, la capitale. Supponendo un canone di locazione medio mensile di 500 euro, otteniamo 6.000 euro all’anno, ovvero un rendimento lordo del 6%, a fronte di un costo del 4%. A questo punto, dobbiamo considerare la tassazione, che è pari al 15% dei canoni riscossi, per cui il rendimento netto del nostro immobile scende al 5,1%, ma pur sempre superiore al 4% ipotizzato.
Se, poi, dopo una decina di anni volessimo rivendere l’immobile, per quanto detto sopra, è probabile che il prezzo di cessione risulterà tra il 30% e il 40% superiore a quello di acquisto. Il risultato del nostro investimento è che ci avrebbe reso qualcosa di anno in anno e che all’atto del disinvestimento realizziamo persino una discreta plusvalenza. Grazie all’eliminazione delle imposte di bollo sulla compravendita di immobili, decisa a partire dal 2010, possiamo risparmiarci circa il 3% di tasse, rispetto al valore della transazione.
Ora, a Malta le tasse non sono bassissime, ma rispetto all’Italia la convenienza esiste. Coloro che risiedono sull’isola per oltre sei mesi all’anno sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi. Ebbene, sappiate che i primi 8.500 percepiti non saranno gravati da alcuna imposizione fiscale, sostanzialmente come in Italia, mentre per gli importi superiori e fino a 14.500 euro si paga il 15% contro il nostro 23%. Le aliquote salgono fino a un massimo del 35% dai 60.000 euro in poi, quando l’aliquota più alta da noi è il 43% sopra i 75.000 euro.
Dunque, trasferirsi per lavorare a Malta potrebbe convenire. Le professioni più ricercate riguardano il settore informatico, ma è ovvio che le opportunità non mancano nemmeno nel settore del turismo. Su questo punto, potrebbe essere interessante prendere in considerazione anche l’apertura di un’attività in proprio, come diversi italiani hanno fatto negli ultimi tempi in misura crescente. Un aiuto in questo senso potrebbe arrivare dal fatto che buona parte dei flussi turistici sull’isola provengono proprio dall’Italia, per cui potremmo offrire ai nostri stessi connazionali servizi in linea alle loro preferenze, che conosciamo certamente bene.
La lingua non dovrebbe essere un impedimento. Da ex colonia britannica, sull’isola si parla l’inglese, per cui sarebbe molto desiderabile parlarlo e magari pure bene, anche in considerazione dell’elevata presenza di turisti stranieri. Tuttavia, è noto come gli abitanti locali parlino e comprendano solitamente abbastanza bene anche l’italiano, data l’estrema vicinanza al nostro paese. Allettante, infine, la gestione della previdenza. I lavoratori dipendenti versano il 10% del loro stipendio lordo, mentre il datore di lavoro un altro 20%. I lavoratori autonomi, invece, versano il 15% complessivo, molto meno del 28% circa sborsato dalle nostre partite IVA, qualora non godano di misure incentivanti. La conseguenza è che a fronte dello stesso stipendio lordo, il netto in busta paga a Malta risulta superiore che in Italia. Anche l’IVA è più bassa, 18% contro la nostra aliquota del 22%, ma alimentari, trasporti e prodotti sanitari non pagano alcuna aliquota, mentre i servizi turistici e l’elettricità sconta un 5%.
Investire a Malta è quindi una soluzione molto interessante.