In questa guida mettiamo a disposizione alcuni consigli utili su come investire in Norvegia.
La Norvegia è uno dei paesi con il più elevato tenore di vita al mondo, ma risulta anche prima nelle classifiche per il costo della vita. Il boom economico dell’economia scandinava è dovuto negli ultimi decenni allo sfruttamento dei giacimenti di petrolio posseduti. Investire in Norvegia potrebbe essere un modo per puntare il proprio denaro con successo. Esistono tre forme societarie principali, la società per azioni, ASA, la società a responsabilità limitata, AS, e la filiale di una società straniera. La srl norvegese è il modello più popolare per le piccole e medie imprese. Il capitale sociale minimo previsto per questa forma è di 100.000 corone norvegesi, corrispondenti a poco più di 11.000 euro, da versare per intero. Risulta essere obbligatorio il consiglio di amministrazione e vi deve essere chiaramente almeno un socio. Se questo è un cittadino extracomunitario, almeno la metà dei componenti il cda deve essere residente in Norvegia.
La società per azioni è tipica delle grandi imprese e prevede un capitale sociale minimo di un milione di corone, pari a circa 110.000 euro, anche in questo caso da versare per intero. Le condizioni sono uguali per il resto a quelle sopra indicate, per cui è obbligatorio un cda e deve esserci almeno un azionista.
Una società straniera registrata nel proprio paese può aprire una succursale in Norvegia, ma se ha sede al di fuori della UE deve ottenere il permesso del Ministero dell’Industria. La filiale deve registrarsi presso il Registro delle imprese commerciali. Anche se l’imposizione fiscale sui redditi è superiore al 50%, sulle imprese è di gran lunga inferiore e prevede un’aliquota al 28% sui redditi da capitali, nonché un credito totale per il dividendo. Questo ha come conseguenza che il peso delle tasse sulle imprese sia tra i più bassi dell’area OCSE.
Ci chiediamo se gli investitori stranieri abbiano l’opportunità di investire in Norvegia o se siano presenti restrizioni nei loro confronti. In generale, il clima è molto aperto, tanto che persino l’importante settore petrolifero consente l’ingresso di investitori stranieri senza particolari limitazioni. Tuttavia, uno straniero non può possedere una quota superiore al 40% di una flotta da pesca e del 30% per una società di trasporto aereo.
Vi ricordiamo che la Norvegia non è un membro dell’Unione Europea e, però, è legata al mercato unico da un accordo sulla libera circolazione delle merci, dei servizi, dei capitali e dei lavoratori. Quindi, se sei residente in uno dei paesi UE, potrai andare a vivere in Norvegia senza problemi.
Cerchiamo di capire se investirci conviene davvero. La risposta non è scontata. Il mercato del lavoro norvegese è stabilmente in piena occupazione e la manodopera è mediamente tra le più qualificate al mondo. Proprio per questo, però, esiste una carenza di lavoratori, specie in settori come l’edilizia, per cui se punti a aprire un’impresa in questo paese potresti dover importare anche la manodopera di cui hai bisogno o attendere a lungo, prima di trovare persone in loco disponibili. In ogni caso, occhio ai salari, perché qui sono abbastanza alti, anche perché, come abbiamo avvertito all’inizio, il costo della vita è il più alto al mondo. Potreste dover mettere in conto un costo mensile di 1.000 per l’affitto di un bilocale, così come gli spostamenti con i mezzi pubblici sono ben più cari di quelli in Italia di anche 4 o 5 volte.
Il contesto normativo è stato grosso modo da molti anni semplificato e i controlli sui capitali aboliti prima degli anni Novanta. Questo significa che potrai convertire i ricavi maturati dall’attività di investimento nel paese nella tua valuta, rimpatriandoli, ma dovrai inviare una comunicazione alla banca centrale di Oslo. Il bilancio aziendale deve essere depositato presso il Registro delle imprese e ogni anno è soggetto a una revisione dei conti.
Non esiste una politica di generose esenzioni e incentivi fiscali per le imprese local e per quelle estere con filiali in loco. Tuttavia, le imprese dislocate nel Nord della Norvegia pagano meno tasse sui dipendenti, mentre le aliquote sono minimizzate sull’isola artica di Spitzberg. Lo stato sovvenziona gli investimenti in aree a bassa occupazione, così come le detrazioni fiscali sono consentite per i costi di ricerca in settori specifici, come quello petrolifero.
Per il resto, la Norvegia è considerata un porto sicuro per le fasi più turbolenti sui mercati finanziari. Oslo dispone del più grande fondo sovrano del mondo, i cui asset valgono 840 miliardi di dollari, alimentato dai profitti realizzati dallo stato con il petrolio. Per questo, però, il rendimento derivante dagli investimenti in obbligazioni norvegesi è generalmente basso e deve scontare anche un andamento non sempre favorevole della corona contro le altre valute, dato che la banca centrale punta esplicitamente a non rafforzare mai eccessivamente il cambio, indebolendolo. Del resto, il fondo sovrano investe tendenzialmente in tutti i mercati azionari, obbligazionari, immobiliari del pianeta per il 2% di ciascun titolo. Ciò implica, però, la necessità di convertire corone in valute straniere, facendo pressione sul cambio.