In questa guida spieghiamo come aprire un’attività senza soldi.
La crisi economica ha indotto numerosi italiani a guardarsi intorno, alla ricerca di opportunità di lavoro e di guadagno, che attualmente e da ormai vari anni il mondo dell’occupazione riesce a garantire sempre meno. Ciò ha aguzzato l’ingegno di taluni, i quali hanno a volte messo in piedi attività innovative. Tuttavia, sappiamo che il presupposto per mettersi in proprio e per diventare lavoratori autonomi o imprenditori è il possesso di almeno un capitale minimo da investire. Si pensi all’arredo di un immobile, all’anticipo per il pagamento dell’affitto, all’acquisto degli impianti.
Vediamo cosa succede, però, se si vuole aprire un’attività, ma non si possiede alcun capitale iniziale da investire e se è possibile un’operazione del genere.
Negli ultimi anni, mettersi in proprio è diventato relativamente più semplice, grazie al boom di Internet. Le attività online sono sempre più diffuse e con esse le opportunità di guadagno anche in favore di chi ha scarso tempo da impiegare e pochi investimenti da potere effettuare.
Una delle attività maggiormente diffuse è quella del dropshipping. In sostanza, si crea un negozio online, che non corrisponde a un negozio fisico vero e proprio, nel senso che non si deve affittare un locale e non si deve possedere necessariamente la merce che si espone in vetrina.
Il negoziante funge da intermediario tra il fornitore e il cliente, similmente a quanto accadrebbe con una normale attività di vendita. Il primo gli fornisce la merce che acquista il secondo. Questa non passa fisicamente per le mani del venditore, che si milita a ricevere gli ordini dei clienti e a passarli al fornitore, il quale a sua volta si avvale di un corriere per le consegne a domicilio.
Il negozio può essere legato al fornitore da svariati contratti, può essere soggetto alla vendita solo della merce di una data azienda o può anche vendere i prodotti offerti da più aziende, comportandosi da plurimandatario.
Il venditore percepisce una percentuale sulla merce venduta. In genere, il business si evolve piuttosto rapidamente, grazie al fatto che i prodotti venduti online risultano mediamente meno costosi di quelli che si trovano sugli scaffali dei negozi fisici, essendo di gran lunga minori i costi. Si pensi, ad esempio, che non esistono commessi da retribuire, locali da affittare, luce, acqua e telefono da pagare e altre tasse legate all’immobile. Ma, attenzione, le imposte sono dovute lo stesso e nell’uguale misura prevista per ogni altra attività.
Il negozio online, quindi, permette di evitare di sostenere l’investimento iniziale, ma prevede comunque i costi ordinari. Tutto quello che si percepisce, quindi, non è il compenso netto del venditore, ma lordo, dovendo sottrarre le imposte. Risulta essere chiaro che esiste anche un costo minimo fisso legato allo svolgimento dell’attività: si pensi al necessari o possesso di un PC o portatile, a una connessione a Internet, al consumo dell’energia elettrica per l’uso del PC. Ma parliamo di cifre bassissime, che nella stragrande maggioranza dei casi, peraltro, il venditore sosterrebbe ugualmente, dato che quasi tutte le famiglie in Italia posseggono già un PC e una connessione ad internet.
Cerchiamo di capire quanto si guadagna con un’attività di dropshipping. La risposta è impossibile da darsi. Si può fatturare quasi niente, anche pochi euro al mese, se l’impegno è scarso, se si è poco capaci nell’attirare la clientela, se la merce venduta ha scarso appeal e ancora, se il fornitore ha una brutta fama. A tale proposito si consideri che anche i ritardi legati alle consegne influiscono generalmente in maniera decisiva sui feedback ottenuti dal negozio online, ossia sui giudizi dei clienti, che segnalano agli altri utenti il loro apprezzamento o meno dell’attività.
Un altro aspetto da tenere in considerazione è che in tutto il pianeta sono milioni le persone che aprono un negozio online, nella speranza di sbarcare il lunario. Pertanto, la concorrenza è spietata e spesso chi ha alle spalle un’esperienza nel mondo di internet diventa quasi insuperabile dai nuovi venditori. In ogni caso, come per qualsivoglia attività, bisognerebbe effettuare un’analisi del mercato, che si basi sulla clientela potenziale e sui margini di guadagno, in relazione alla quantità di beni venduti. Considerando che le commissioni percepite sono percentualmente, in genere, molto basse, bisogna vendere merce in grandi quantità per avere un guadagno dignitoso e ciò è possibile solo se essa sia valida e attiri la clientela.
Un’altra difficoltà non di poco conto consistere nello scegliere il fornitore adatto. Il controllo della serietà in rete è molto più difficile che nella vita ordinaria, dato che si potrebbe avere a che fare con gente residente dall’altra parte del mondo, di cui magari ignoriamo anche il vero nome e cognome, nonché la sua storia personale e l’affidabilità. Eppure, nella fase iniziale si consiglia sempre di diffidare da quanti propongono percentuali fin troppo entusiasmanti e guadagni facili e senza dispendio di tempo ed energie. La scrematura all’inizio dell’attività potrebbe risultare l’azione più importante per il successo a lungo termine.