Molte persone intendono oggi mettersi in proprio, vuoi perché desiderano essere indipendenti nel proprio lavoro, avendo la possibilità di gestire al meglio il proprio tempo, vuoi anche perché ritengono che ciò rappresenti un salto verso una condizione finanziaria migliore.
Tuttavia, quando si passa dalle parole ai fatti, ci si accorge che l’apertura di un’attività richiede preparazione, un capitale a volte ingente da investire e il superamento di una trafila burocratica, che spesso disincentiva in Italia ad avviare qualsivoglia impresa, prima ancora di iniziare.
Ebbene, nel caso dell’apertura di una lavanderia a gettoni o self service, le cose potrebbero essere più semplici. Anzitutto, perché si richiede un capitale contenuto, quello necessario per l’acquisto delle lavatrici e per l’acquisto o l’anticipo sull’affitto di un locale, dove dovrebbe essere realizzata l’attività.
Detto ciò, nessuno s’immagini che ci si possa permettere di improvvisarsi imprenditore per una tale attività, per quanto semplice da gestire. Per prima cosa, ad esempio, è necessario scegliere accuratamente la sede dell’attività. Preferibilmente, essa dovrebbe essere aperta su una strada di passaggio, abbastanza centrale, meglio se a ridosso di caserme militari, di centri sportivi, universitari, alloggi per lavoratori o studenti fuori sede, vale a dire in quelle zone ad alta concentrazione di persone, che potenzialmente potrebbero avere bisogno di portare in lavanderia i propri panni per lavarli, non disponendo di una lavatrice a casa, vivendo fuori casa.
Risulta essere evidente che ciò, però, possa comportare il rovescio della medaglia di pagare di più per l’acquisto del locale o per il suo affitto, trattandosi di una zona centrale nell’area urbana in cui si trova. Tuttavia, il gioco ne varrebbe la candela. Attenzione: non solo il locale deve trovarsi in una zona centrale, ma è assolutamente importante che l’ingresso sia percorribile a piedi e che sia facile posteggiare la macchina in prossimità di esso, perché difficilmente un cliente si farebbe centinaia di metri a piedi con la cesta dei panni in mano, attraversando una strada pubblica e trafficata.
Un aspetto positivo della gestione di una lavanderia a gettoni sta nel fatto che non è dovuta la presenza presso l’attività, perché il cliente entra, porta i panni a lavare, li inserisce dentro la lavatrice, attende che il lavaggio finisca e poi li asciuga o li porta via bagnati, se lo desidera. La presenza del titolare non è né richiesta, né necessaria. Egli potrà semplicemente recarsi presso il locale qualche volta al giorno per verificare l’andamento dell’attività ed eventuali problemi, come guasti alle lavatrici. Al limite, si potrebbe andare sul posto a fine giornata, magari per ritirare il ricavato, ovvero le monete inserite dai clienti nelle ore di apertura.
Un altro vantaggio sta nell’assenza di dipendenti, per cui le spese relative alla gestione sono limitate a quelle dell’affitto, della bolletta della luce, dell’acqua, la tassa sui rifiuti, oltre alle imposte sui ricavi. Quanto alla superficie, il locale non deve essere grande, non avrebbe senso; bastano anche 30 o 50 metri quadrati per un numero di 3 o 4 lavatrici o anche più.
Si consiglia di apprendere una certa praticità per le piccole riparazioni, se non la si dispone già, evitando, quindi, di chiamare l’assistenza tecnica per ogni problema anche minimo riscontrato, altrimenti si corre il rischio di dovere sborsare ogni mese parecchi soldi per piccoli e frequenti interventi di personale specializzato.
In genere, l’acquisto delle lavatrici e l’apertura dell’attività comportano un capitale minimo di circa 25-30 o 35 mila euro, non alto, alla portata anche dei piccoli risparmiatori. E trattandosi di una cifra relativamente esigua, anticipandone una parte, il resto lo potreste chiedere come prestito alla banca o a un’agenzia finanziaria.
Una scelta da valutare è se aprire una lavanderia a gettoni del tutto autonomamente, oppure se si desidera affiliarsi a una catena in franchising. Questa seconda opzione presenta diversi vantaggi. Il primo è di tipo comunicativo: affiliandosi con un gruppo societario, questi farà una pubblicità territoriale o nazionale, sgravandoci nei fatti di una spesa che sarebbe altrimenti a nostro carico. Inoltre, il franchising comunica al cliente un’immagine di serietà, di sicurezza, di qualità delle lavatrici impiegate. Non ultimo, potrebbe essere offerta assistenza tecnica per le riparazioni nei casi di guasti anche più complessi, evitandoci anche di rimanere con una lavatrice inutilizzabile per diversi giorni, in attesa che arrivi un tecnico disponibile.
La società affilatrice, poi, spesso offre programmi di formazione, che ci aiutano a comprendere le problematiche concrete che si riscontrano nel quotidiano con la gestione di una lavanderia a gettoni.
Si consiglia ovviamente di studiare bene il contratto prima di firmarlo e di informarsi con accuratezza sulla società migliore per i nostri interessi, valutando tutti gli aspetti determinanti per la scelta, compresa la marca delle lavatrici, perché la qualità del servizio è di primaria importanza. Non meno importante è capire se la società a cui si intende affiliarsi si offre anche di occuparsi al posto nostro del disbrigo delle pratiche burocratiche, un’incombenza non proprio secondaria per chi si accinge a aprire un’attività di questo tipo.