Ancora oggi il kart piace: avviare una pista è un business redditizio, ideale per chi ama motori e velocità, 2 le soluzioni per chi vuole aprire un kartodromo. La prima consiste nel costruire una pista piccola e noleggiare kart agli amatori. In questo caso, rischio e investimento sono limitati.
La seconda alternativa è invece un super kartodromo, omologato dalla Federazione Italiana Karting (Fik) per competizioni agonistiche anche internazionali, con tanto di tribune, ristorante, sala stampa.
Al centro-sud o nei luoghi di villeggiatura, è preferibile l’aperto. Al nord, invece, se l’impianto è piccolo è meglio una pista coperta, altrimenti si finisce per lavorare solo da marzo a ottobre. Le piste al chiuso sono soltanto una decina in tutta Italia. E c’è ancora spazio per intraprendere: l’ideale è trovare un capannone di almeno 4/5000 mq lungo un nodo stradale nevralgico.
I kartodromi sono sempre frequentati. Nel fine settimana, da giovani e famiglie, con netta crescita del pubblico femminile. In settimana, invece, va forte l’organizzazione di gare aziendali (non competitive), usate come strumento di incentive per venditori e dipendenti. Per un kartodromo all’aperto bisogna mettere in conto un tracciato di 1.200 metri su 50-80 mila mq e almeno un milione e 500 mila euro, necessari per sistemare il terreno e asfaltare la pista con resine speciali, l’impianto di illuminazione, gli oneri di urbanizzazione e barriere antirumore, la segreteria, il bar ristorante, i bagni, gli spogliatoi, le tribune, il paddock per i camper e le tende dei piloti professionisti, il parco giochi per i bimbi, la zona verde.
Da valutare anche il costo del programma elettronico di pista per la rilevazione dei tempi di gara, l’abbigliamento tecnico e soprattutto l’acquisto dei kart. In una pista piccola ne bastano anche 12- 15 e costano intorno ai tremila euro (la metà se usati).
Per realizzare un kartodromo al coperto, invece, si spende molto meno. Qui, struttura a parte, servono sui 3-400 mila euro. Se l’attività funziona, in tre anni l’investimento si recupera.
Per un giro di dieci minuti infatti, i clienti sborsano in media da 10 a 15 euro, ma si arriva a 25 per i kart a 2 tempi, oppure le gare 80-100 a partecipante, con in genere squadre otto-dieci persone, più le consumazioni se c’è il ristorante. Per aumentare i fatturati, i grandi impianti diversicano l’attività organizzando corsi di pilotaggio e scuole di guida sicura o veloce. In questo caso, in un pomeriggio si racimolano anche l.500 euro. Altri introiti arrivano dai professionisti che provano i loro mezzi in pista o con le presentazioni di prodotti da parte delle aziende.
E le gare, quelle vere? Su una competizione con 100 piloti omologata dalla FIK, si possono guadagnare anche 15-20 mila euro.
Attenzione ai costi di gestione… In un impianto piccolo servono 4/5 addetti, tra meccanico, assistente in pista, segreretia, pulizie, addetto bar. Per gli impianti più grandi, occorrono almeno 15 dipendenti fissi, ma quando viene organizzato un Campionato del mondo di kart servono almeno 100 persone, tra cronometristi (dai 600 euro in su), commissari di percorso (50 euro al giorno più vitto), direzione gara, speaker, addetti stampa, medici. Altre spese forti sono per la manutenzione dei kart (da duemila euro al mese tra gomme e ricambi), la cura della pista e del giardino (non meno di 15-20 mila euro l’anno), l’assicurazione contro gli incidenti in pista (diecimila), la tassa sui rifiuti, luce, corrente, pubblicità.
Nel posto giusto una pista di piccole dimensioni a gestione familiare che fa solo noleggio di kart, arriva a guadagnare anche il 40-50% del fatturato (100-150 mila euro l’anno). I kartodromi più grandi, dati i costi di gestione superiori guadagnano proporzionalmente un po’ meno, fino al 30-35% dei ricavi.