Il business del carburante è sempre molto redditizio, per quanto i consumi durante la crisi siano stati in calo e il crollo delle quotazioni negli ultimi tempi abbia ridotto i margini dei distributori. Non c’è dubbio, però, che si tratti di una delle attività più profittevoli, dato che tutti gli automobilisti debbano fare benzina e che aldilà di un certo risparmio, i consumi sono obbligatori.
Per prima cosa, però, bisogna evitare di improvvisarsi imprenditori e scegliere con oculatezza il da farsi. Pertanto, è necessario chiarirsi le idee sul tipo di distributore che si voglia aprire, privato o pubblico. La differenza sta nel fatto che nel primo caso si potrà erogare carburante solo alle auto o ai mezzi di un’impresa, ditta. Nel secondo caso, invece, la distribuzione potrà avvenire in favore di tutti i mezzi. E’ evidente che nel caso di un distributore privato, l’ubicazione sarà un cantiere, una sede aziendale, una rimessa, etc., comunque, non un luogo aperto al pubblico.
Compiuta la prima scelta, si passa alla seconda: pompa bianca o “premium”. La prima è quella senza marca, mentre la seconda presenta una delle marche note. La differenza tra le due sta nel fatto che la prima offre generalmente prezzi più bassi all’automobilista, grazie ai minori costi di pubblicità, mentre le pompe “premium” potrebbero rivelarsi mediamente più care, ma offrono di solito condizioni più favorevoli al distributore, sia in termini di margini sul fatturato, sia per l’ubicazione, perché si trovano in luoghi più visibili, più trafficati e presentano insegne più illuminate e pubblicizzate. Le pompe bianche, invece, si trovano generalmente in posti appartati, poco visibili, magari in qualche spiazzale periferico e poco illuminato, ma non è detto che debba essere sempre così, per cui occorre valutare la situazione concreta.
A questo punto, non ti resta che scegliere il luogo in cui vorrai esercitare l’attività, verificando quali siano le zone previste allo scopo dal Piano Regolatore Generale. Ovviamene, dovrai disporre della licenza petrolifera, della concessione edilizia, dell’autorizzazione dei vigili del fuoco, la disponibilità numerica e quella urbanistica, dovrai rispettare le distanze previste rispetto alle altre stazioni di servizio e previste dalle norme nazionali, regionali e comunali.
Per fare richiesta di apertura, poi, dovrai essere maggiorenne, cittadino italiano o persona giuridica con sede sul territorio italiano, dichiarare di non essere stato mai fallito, di non avere precedenti penali, ossia di non avere scontato una pena detentiva o riportato una condanna. Quanto alla pena o alla condanna, è necessario che siano trascorsi almeno 3 anni, mentre il divieto non si applica se è stata concessa la sospensione condizionale della pena. A questo punto, è necessario prendere contatti con i responsabili commerciali delle varie compagnie petrolifere, al fine di verificare la disponibilità e le condizioni offerte.
Esiste anche la possibilità di aprire una stazione di servizio multi-marca, consentendo così al distributore di scegliere più di una compagnia, aumentando il proprio potere contrattuale verso il fornitore. Inutile dire come questa opzione in Italia sia stata nei fatti boicottata dalle compagnie, che non intendono rinunciare alle pompe mono-marca, che restringono il grado di concorrenza, a vantaggio dei loro margini.
E’ importante che questa fase sia gestita al meglio, magari avvalendosi del supporto di un esperto, come un avvocato, al fine di contrattare realmente le condizioni migliori con la compagnia prescelta. Inoltre, avvertiamo subito che potrebbe risultare abbastanza complicato aprire un nuovo distributore, perché il territorio è stato pressoché interamente battuto e le compagnie stanno attuando da anni politiche di riduzione degli impianti, non certo di espansione della rete, anche al fine di abbassare i costi e tenere testa alla concorrenza. In genere, si ha qualche margine contrattuale in più nei periodi in cui il prezzo del petrolio è elevato sui mercati, perché ciò incrementa pure i margini degli offerenti.
La scelta della compagnia non dovrebbe essere basata solamente sui margini, bensì sull’insieme delle condizioni offerte. Valuta, ad esempio, i volumi medi di vendita nella zona per ciascuna compagnia, perché margini alti su vendite relativamente basse non sono un’ottima scelta. Ovviamente, su questo aspetto è rilevante l’ubicazione della stazione di servizio. Più si trova in una posizione centrale, maggiori le chances di avere fatto un buon affare. Le zone periferiche, oltre ad essere meno trafficate, presentano spesso prezzi più alti, disincentivando i rifornimenti di carburante e abbassando così i volumi di vendita, a causa dei maggiori costi di trasporto della compagnia insiti nel raggiungere il distributore, nonché per i minori sconti praticati, essendo inferiore il fatturato.
Una volta ottenute tutte le dovute autorizzazioni, fissa un piano aziendale per aumentare al massimo le vendite. Risulta essere sbagliato, per esempio, pensare che il carburante si venda da solo, per cui non ci sarebbe necessità di promuovere l’attività. Ciò può essere fatto attraverso l’erogazione di servizi collegati, come il cambio olio a prezzi scontati, la vendita di prodotti per l’auto.
Una possibilità molto interessante.