Sarà capitato a tutti di vendere merce online, come un telefonino di cui non abbiamo più bisogno o indumenti usati, uno dei maggiori canali di vendita a livello mondiale è certamente eBay. Il commercio elettronico, in effetti, è esploso letteralmente negli ultimi anni, ma eBay ha la caratteristica peculiare di garantire pagamenti certi a chi vende e il rimborso a chi acquista, avvalendosi quale forma di pagamento di Paypal. Tramite il sistema delle aste, in poche ore o in pochi giorni è generalmente possibile vendere di tutto e a persone anche lontanissime dal luogo della propria residenza.
La domanda che potrebbe sorgere spontanea, però, è se la merce venduta su eBay vada dichiarata al Fisco e sia necessaria l’apertura della partita IVA.
Rispondere a queste domande non è immediato e semplice. In generale, la partita IVA è richiesta per lo svolgimento di attività di cessione di beni o servizi, se di carattere abituale. Altrimenti, non è considerato imprenditore commerciale ai fini fiscali colui che con carattere abituale vende un bene o un servizio.
Dunque, la rilevanza risiede nel carattere abituale o meno con cui avviene la vendita di un bene. Per esempio, se vendo la mia auto usata a un altro privato, di certo la cessione ha un carattere episodico e non richiede il possesso della partita IVA o l’iscrizione alla gestione separata dell’Inps, cosa che verrebbe richiesta, invece, se vendessi la mia lavatrice, la lavastoviglie, il frigorifero, la scrivania, perché la vendita non avrebbe più un carattere sporadico, ma si configurerebbe come abituale e, pertanto, sarebbe soggetta alle prescrizioni a cui soggiacciono le imprese.
La definizione di un’attività commerciale si può ottenere da alcuni principi espressi dalla Corte di Cassazione per definire la figura di imprenditore commerciale, vale a dire come quella attività consistente anche in un solo affare, ma che comporti il compimento di atti economici come, per esempio, la costruzione di un immobile e la conseguente vendita, e l’avvalersi del lavoro altrui o di beni strumentali. Dunque, si compie un’attività commerciale, sia essa abituale o occasionale, quando si assumono le caratteristiche tipiche dell’imprenditore, nel senso di figura che coordina beni e risorse umane per il conseguimento di un affare.
In ogni caso, anche se la vendita ha un carattere puramente episodico, tale da non configurarsi come attività d’impresa, il suo ricavato va ugualmente indicato nella dichiarazione dei reddito (modello Unico o 730), alla voce Altri Redditi. Pertanto, esso partecipa alla formazione del reddito complessivo del dichiarante ed è sottoposto al pagamento delle imposte. In questo caso, il contribuente può riportare le spese relative alla cessione e che potrebbero abbattere il ricavato da dichiarare ai fini fiscali.
Per stare ancora più sereni, sarebbe opportuno rilasciare la fattura all’atto della cessione. Se l’acquirente è un privato, basta indicare nome e cognome, mentre se si tratta di un’impresa, vanno registrati tutti i dati obbligatoriamente previsti dalle leggi fiscali, come la denominazione, la ragione sociale e il numero di partita IVA, etc, seguiti dalla dicitura “Corrispettivo relativo alla cessione di beni compiuta quale attività commerciale occasionale di cui all’art.67 DPR 917/86”, oltre che dalla descrizione dei bene venduto. I blocchetti delle fatture si acquistano dal tabaccaio.
Possono esserci situazioni, per cui anche le vendite su eBay non necessitano della presentazione con la denuncia dei redditi, ovvero quando al netto del reddito derivante dall’abitazione principale e relative pertinenze, il reddito complessivo prodotto nell’anno solare non supera i 4800 euro. In realtà, onde evitare problemi, sarebbe opportuno rivolgersi ugualmente a un commercialista o a un Caf per sapere se si abbia o meno il dovere di presentare la dichiarazione dei redditi, che è dovuta anche per i redditi inferiori alla suddetta cifra, se ricavati da più fonti.
Non si commetta l’errore di pensare che per piccole cifre, ottenute dalla vendita di merce su eBay, non valga la pena di seguire le normative, ritenendo che sia impossibile essere scoperti dal Fisco. In realtà, le cose stanno oggi molto diversamente che in passato, perché l’Agenzia delle Entrate ha a disposizione uno strumento potente per pizzicare gli evasori di ogni tipo, ovvero il monitoraggio dei conti correnti bancari e postali.
Mettiamo, quindi, che vendiate un iPhone 5 usato su eBay per 200 euro e che l’acquirente vi accrediti la somma tramite Paypal, sul vostro conto corrente bancario. Ebbene, dai controlli del Fisco emergerebbe tale accredito, che se non risultasse denunciato in sede di dichiarazione dei redditi, sarebbe oggetto di sanzione, oltre al pagamento dell’imposta evasa e degli interessi maturati fino alla data della scoperta, se entro i 5 anni successivi al periodo d’imposta. L’evasione riguarderebbe, poi, anche l’IVA, se la cessione rientrasse nell’ambito di un’attività commerciale, a seguito di precedenti o successive altre vendite, tali da fare perdere il carattere occasionale ai singoli atti.