Il prelievo con la carta di credito può risultare un’operazione particolarmente costosa, specie in rapporto a un pari prelievo in contante con una carta bancomat. Ciò è dovuto alle caratteristiche proprie di una carta di credito. Essa consente al titolare di effettuare acquisti, ma di non vedersi prelevato il corrispettivo all’instante, bensì entro la metà del mese successivo. La banca, in sostanza, che emette la carta, concede un credito, che ovviamente dovrà essere restituito con gli interessi. Nel caso specifico, quindi, nel mese successivo all’effettuazione dei pagamenti, il titolare si vedrà applicate le commissioni, che si aggiungono alla somma effettivamente spesa.
Se si effettua un prelievo con la carta di credito, in sostanza non si vedrà scalare nell’immediato la cifra prelevata dal proprio conto, come avviene con il bancomat, ma solo dopo un certo lasso di tempo. Ma ciò equivale a una concessione di credito da parte dell’istituto, il quale applicherà una commissione sulla cifra prelevata all’ATM o allo sportello, pari mediamente al 3-4% o anche di più, il che significa che su 100 euro prelevati in contante, la banca si prenderà altri 3-4 euro. In alcuni casi, però, la commissione è fissa e non in percentuale dell’importo prelevato e questo determina una convenienza maggiore per cifre più alte, mentre disincentiva i piccoli prelievi. A questa cifra, poi, bisogna aggiungere ulteriori commissioni nell’ordine del 2% circa, nel caso in cui il prelievo sia effettuato all’estero, più ulteriori commissioni relative al cambio della valuta, se il luogo del prelievo fosse al di fuori dell’Area Euro. Infine, ancora più alto è il costo del prelievo di contanti, se il rimborso non avverrà in un’unica soluzione, ma ratealmente, ossia in modalità revolving. Oltre alla commissione (fissa o in percentuale), sarà applicato, in questo caso, un certo tasso di interesse.
Per questo, è facilmente intuibile come l’operazione sia molto più vantaggiosa con una carta bancomat, che addebita immediatamente il prelievo sul conto del titolare e non corrisponde alcun credito a quest’ultimo. Il costo è spesso nullo, nel senso che non sono applicate commissioni con una bancomat, nel caso di prelievo all’ATM, specie se dello stesso gruppo bancario, mentre il costo diventa solamente di qualche euro, nel caso di un prelievo presso un ATM appartenente a un diverso gruppo bancario o all’estero.
Così come per la carta bancomat, anche la carta di credito prevede la digitazione di un codice P.I.N. di quattro cifre, quando bisogna prelevare in contanti. Si tratta dello stesso codice che il titolare della carta è tenuto a digitare ai P.O.S., ossia quando fa acquisti negli esercizi commerciali.