Negli ultimi anni, il fotovoltaico ha subito in Italia un vero e proprio boom, grazie anche a un generoso sistema di incentivi e di detrazioni fiscali, che ha consentito alle famiglie e alle imprese di abbattere i costi di installazione degli impianti e di rendere così l’investimento remunerativo. La domanda che dobbiamo porci è, però se conviene investire nel fotovoltaico.
La risposta, come per qualsivoglia forma di investimento, dipende dall’analisi costi-benefici, i quali vanno esaminati lungo l’arco dell’intera durata dell’impianto installato e non del solo primo anno, per esempio.
Iniziamo dai costi: in solo 5 anni, il costo per l’acquisto di un impianto fotovoltaico si è ridotto di ben due terzi. Se nel 2008, veniva ancora a costare mediamente 8.000 euro per KW, oggi non si va oltre i 2000-2500 euro per KW. Di conseguenza, un impianto di 3 KW, idoneo per un uso abitativo, costa oggi intorno agli 8.000 euro, un prezzo del tutto abbordabile, anche alla luce delle detrazioni Irpef, ancora al 50% fino al 2014, mentre dal 2015 scenderanno al 36%. Le detrazioni sono spalmabili fino a 10 anni. Questo significa che se spendo 8.000 euro per acquistare un impianto fotovoltaico prima del 2015, potrò scaricare dall’Irpef 4.000 euro in 10 anni, ossia 400 euro all’anno. Questo accelerà il momento, in cui sarà raggiunto il pareggio, ossia quando il costo sarà stato interamente ammortizzato e da lì in poi si avranno solamente i benefici.
Il beneficio consiste nel risparmiare dalla bolletta energetica: se consumo l’energia prodotta dall’impianto, non dovrò pagarla al produttore con cui ho stipulato il contratto. Si calcola che la bolletta possa essere tagliata mediamente fino al 70%, comportando un grosso risparmio per le famiglie.
Bisogna fare, però, attenzione ad alcuni accorgimenti. Il sole non esiste durante tutta la giornata, per cui sarebbe più opportuno utilizzare gli elettrodomestici che consumano maggiormente energia nelle fasce orarie in cui l’impianto produce. Infatti, se azioniamo questi apparecchi di sera, l’energia prodotta con il fotovoltaico e accumulata durante la giornata sarà temporaneamente trasferita al produttore, il quale ce la fornirà a un prezzo decisamente poco appetibile, caricandolo dei vari costi gestionali, di fatto riducendo alla fine del mese il risparmio potenziale in bolletta.
Per questo, tuttavia, esistono alcuni apparecchi elettrici (batterie), che consentono alle abitazioni di accantonare l’energia prodotta durante le ore di luce e di utilizzarla nelle altre fasce orarie. Ciò potrebbe risultare particolarmente conveniente, nei casi in cui non fosse possibile andare dietro agli orari più appropriati per azionare gli elettrodomestici, ad esempio, se nessuno dei componenti della famiglia è in casa durante il giorno.
Ovviamente, nell’insieme dell’analisi costi-benefici andrà tenuto in considerazione anche il costo di acquisto di queste batterie.
Facendo qualche calcolo, si scopre che mediamente il costo di un impianto fotovoltaico viene ammortizzato nell’arco di circa 7 anni. Considerando che la durata media del funzionamento dello stesso è di circa 25-30 anni, ciò significa che non ci saranno benefici netti per i primi anni dalla data dell’installazione, ma li si avrà per almeno i successivi 18-20 anni. Il fattore geografico è molto importante per il calcolo: un impianto fotovoltaico nel sud Italia potrà essere ammortizzato entro i primi 7 anni, mentre al Nord si dovranno attendere 9 anni. La differenza è determinata dal fatto che al Sud ci sono più ore di sole nell’anno che non al Nord. Tali differenze esistono anche per le imprese. In questo caso, si calcola che per un impianto di 200 KW, un’azienda del Sud arrivi al pareggio in 8 anni, una al Nord ci impiegherà almeno 11 anni.
Attenzione: le detrazioni fiscali di cui sopra sono ammesse solo nei casi in cui l’impianto serva per uso domestico e non per la rivendita di energia. Ma anche in quest’ultimo caso si hanno evidenti vantaggi. La borsa elettrica paga l’energia a un prezzo medio di 4 centesimi per Kwh, mentre l’utente finale la paga intorno ai 20 centesimi. Questo significa che esiste un ampio spazio per un mercato dell’energia prodotta dal fotovoltaico, la quale potrà essere acquistata a un prezzo superiore ai 4 centesimi per Kwh, ma inferiore ai 20 centesimi. In questo modo, la famiglia o l’impresa che produce energia sarà ripagata, rientrando nell’investimento in un tempo relativamente breve, anche senza le detrazioni ammesse, mentre l’utente finale avrebbe la convenienza di pagare l’energia a un costo inferiore a quello mediamente praticato dal mercato.
Dunque, concludendo, si ha che l’investimento nel fotovoltaico dovrebbe risultare conveniente anche nei prossimi anni, quando le detrazioni Irpef scenderanno al 36% del costo di acquisto. Ciò, in considerazione anche del fatto che le fonti alternative di produzione dell’energia (gas, carbone, petrolio) dovrebbero incrementare i loro costi a un ritmo annuo, si prevede, del 3%.
Tuttavia, alcuni accorgimenti consentono alle famiglie e alle stesse imprese, ove possibile, di accelerare i tempi per l’ammortamento totale dei costi, riducendo al minimo il consumo di energia prodotta dalla compagnia con la quale abbiamo stipulato il contratto, cercando di massimizzare l’autoconsumo.
Per fare ciò, bisognerà attrezzarsi delle batterie necessarie per conservare temporaneamente l’energia prodotta nelle fasce orarie di luce e/o si dovrà spostare il maggiore utilizzo degli elettrodomestici nelle ore di luce, in modo da passare il meno possibile per il fornitore.