Qualsiasi tipo di investimento contiene un certo profilo di rischio, che per quanto molto basso, non può mai considerarsi uguale a zero. Tuttavia, sulla base dell’esperienza, è possibile fare una selezione appropriata di quei tipi di investimenti, il cui rischio insito è così basso, da potere essere considerato sostanzialmente, anche se non formalmente, nullo.
Anzitutto, intendiamoci: quando definiamo un investimento rischioso, ci riferiamo alla probabilità che esso non sia in grado nemmeno di restituirci il capitale. In genere, gli investimenti a medio-alto rischio sono relativamente abbastanza redditizi, nel senso che tendono a rendere più di un investimento sicuro, su cui, però, si butta la maggior parte dei risparmiatori, abbassandone il ritorno.
Quando pensiamo a un investimento sicuro per eccellenza, non possiamo che riferici ai titoli di stato, ossia alle obbligazioni emesse dal Tesoro per soddisfare le esigenze pubbliche di liquidità. Il rischio di investire in BoT, BTp, CTz, CcTeu, BTpi e BTpEi è di fatto nullo, perché lo stato italiano è un pagatore sicuro. Di fatto, se si considera il biennio 2011-2012, quando il rischio di insostenibilità finanziaria del nostro debito pubblico veniva considerato moderato e i rendimenti dei bond sono esplosi a tratti a livelli esorbitanti, non c’è dubbio alcuno che lo stato rimborserà il risparmiatore alla scadenza. Ma va anche detto che i rendimenti sono diventati ultimamente molto poco appetibili. Alle ultime aste, i titoli a sei mesi sono stati collocati allo 0,136%, i decennali al 2,39%. Il rendimento è dato dalla somma tra la cedola corrisposta periodicamente dal Tesoro al sottoscrittore e la differenza tra il prezzo di acquisto del titolo e quello di rimborso alla scadenza.
Oltre ai titoli di stato, anche i buoni fruttiferi postali potrebbero essere considerati un impiego sicuro. Garantiti dallo stato, essi offrono interessi abbastanza contenuti, mentre in passato hanno fatto la fortuna delle famiglie italiane. In ogni caso, si tratta dell’investimento ideale per chi è fortemente avverso al rischio, tipicamente le famiglie, gli anziani, i piccoli risparmiatori.
Un’altra opzione per investire senza rischi potrebbe consistere nei depositi bancari. Trattasi di conti, che vincolano il cliente a depositare il denaro per un determinato periodo di tempo, in cambio di un certo tasso di interesse, crescente in funzione del tempo del vincolo. Non parliamo di alti rendimenti. Allo stato attuale, raramente si tocca il 3% lordo e ciò avviene semmai per i conti deposito a 3-4 anni. Per i vincoli a 1-2 anni non si va oltre l’1-1,5% in media.
Ci sono, poi, le obbligazioni privati, ossia titoli di credito emessi da società private, con cui il sottoscrittore offre il proprio denaro alla società, in cambio di una cedola periodica (semestrale, annua), che si configura quale il rendimento dell’investimento, mentre alla scadenza sarà rimborsato il 100% del valore nominale di sottoscrizione del titolo. Se questo è stato acquistato a un prezzo inferiore a 100, si ha così un rendimento aggiuntivo a quello cedolare. Le obbligazioni sono per lo più sicure, perché rarissimamente si hanno casi di deafult, ossia di mancato rispetto delle scadenze. Purtuttavia, non è escluso che si possano subire le conseguenze negative di un eventuale dissessto finanziario della società emittente, per cui si consiglia di puntare su questi strumenti solo se si ha un’avversione al rischio inferiore ai casi sopra descritti. E’ preferibile, invece, tenersi lontani dai bond bancari, date le difficoltà finanziarie degli istituti di mezzo mondo in questi anni.
Un altro tipo di investimento per chi preferisce tenersi sul sicuro è il pronti contro termine. La banca vende al cliente titoli a un certo prezzo, impegnandosi a riacquistarli a breve (entro il periodo massimo di 12 mesi) a un prezzo superiore. E’ un buon modo di impiegare liquidità a breve.
Simile al pronti contro termine è il certificato di deposito, che si distingue per il fatto che l’istituto corrisponde al cliente una cedola periodica nel corso del rapporto di finanziamento.
Un altro tipo di investimento abbastanza sicuro è quello in lingotti d’oro. L’oro ha la caratteristica di essere considerato un bene rifugio, ossia un prodotto che conserva il valore della moneta nel tempo e assicura il potere di acquisto dall’inflazione, dalle fluttuazioni delle valute e dalle tensioni finanziarie e geopolitiche. Questo, in virtù del fatto che è un bene universalmente apprezzato e da sempre oggetto di desiderio di tutti i popoli e in ogni era. Si pensi che chi avesse investito in oro nell’anno 2000, e avesse mantenuto l’investimento fino alla fine del 2012, avrebbe riportato alla fine di quell’anno un realizzo del 500% circa.
Anche l’oro, tuttavia, può subire flessioni nel breve periodo, come dimostra il -28% accusato nel 2013, ma nel medio-lungo termine tende sempre a rendere l’investimento. Oltre tutto, i lingotti, che possono essere anche di pochi grammi, possono essere agevolmente custoditi presso una banca, quindi, posti al sicuro, in cambio di una commissione annua da pagare all’istituto.
Simile all’oro è il ragionamento che si potrebbe fare beni artistici, come quadri, statue, anche se in questo caso è bene avventurarsi solo se si è un esperto del settore o se ci si avvale di esperti. Altrimenti, il rischio è di comprare patacche, che si rivelano essere del tutto prive di valore o non tali da giustificare l’investimento negli anni.