I fondi Sicav sono istituzioni finanziarie sorte dal diritto francese, ma che hanno attecchito, in particolare, in Lussemburgo, grazie alla fiscalità di vantaggio e complessivamente alla normativa molto favorevole di cui godono. Sono praticamente fondi di investimento, dai quali si differenziano per alcuni aspetti, offrendo ai clienti maggiori vantaggi, anche se a fronte di qualche rischio in più sul piano teorico.
La caratteristica principale delle Sicav, acronimo per Società di investimento a capitale variabile, risiede nel possedere un patrimonio unico, ovvero quello della società di gestione non è separato dagli asset del fondo. In teoria, questo rappresenta un rischio per gli investitori, visto che in caso di fallimento i creditori potrebbero intaccare anche i conferimenti da loro apportati, contrariamente a quando accade per un ordinario fondo di investimento, in cui il patrimonio proprio resta sempre separato da quello della società di gestione, per cui i conferimenti dei clienti restano inattaccabili.
Passando dalla teoria alla pratica, non si colgono grosse differenze su questo punto, anche perché non si vede la ragione per la quale una Sicav dovrebbe indebitarsi, essendo il suo unico obiettivo quello di creare valore per i clienti. Lo testimonia il fatto che mai nessuna Sicav è ad oggi fallita.
Esistono, invece, altre differenze più rilevanti che possono essere colte tra un fondo di investimento ordinario e una Sicav. A differenza del primo, la seconda consente ai clienti di acquistare azioni proprie e di partecipare così alle assemblee degli azionisti, esercitando il diritto di voto e contribuendo a indirizzare la policy della società di gestione del risparmio. Infatti, l’unico oggetto sociale delle Sicav consiste nella raccolta di risorse finanziarie tra il pubblico per finalità di investimento collettivo, attraverso l’emissione di azioni proprie. Ricordiamo che in un fondo di investimento, invece, si acquistano quote, non azioni, per cui non si diventa socio del fondo.
In una Sicav, il patrimonio raccolto tra gli investitori potrà essere gestito dagli amministratori della stessa, oppure da una società di gestione del risparmio, Sgr, appositamente individuata quale mandataria dell’incarico.
Nel nostro ordinamento, l’istituzione delle Sicav è avvenuta nel 1984, in attuazione della direttiva comunitaia n.85/611/CEE. La costituzione è possibile su approvazione della richiesta da parte della Banca d’Italia, sentita la Consob, in sussistenza di tutti i criteri previsti e contenuti attualmente nel TUIF del 1998. Per iniziare, la forma societaria deve essere quella di una spa, la sede legale e la direzione devono essere sul territorio italiano, il capitale sociale deve ammontare a un livello non inferiore al livello minimo fissato da Bankitalia, mentre gli amministratori e i soci oltre una certa soglia di capitale detenuto devono essere in possesso dei requisiti di onorabilità e di professionalità.
Rispetto ai comuni fondi, le Sicav assegnano all’investitore, quindi, maggiori poteri, non fosse altro per la possibilità concessagli di esprimere la sua posizione in assemblea, in qualità di socio, quando in un fondo di investimento si acquistano solamente quote e non azioni.
Quanto alla definizione di capitale variabile, essa fa riferimento al fatto che il capitale di una Sicav non è fisso, ma varia sulla base delle nuove sottoscrizione dei clienti azionisti e dei rimborsi richiesti dagli stessi. Inoltre, esso è soggetto a plusvalenze e minusvalenze, con la conseguenza non di poco conto, che le azioni emesse non hanno un valore nominale, ma il loro prezzo varia di volta in volta sulla base del patrimonio netto della Sicav, suddiviso per il numero delle azioni circolanti.
Quanto alla tipologia delle azioni emesse, esse possono essere al portatore o nominative. Nel primo caso è previsto un solo voto per socio, nel secondo uno per ogni azione posseduta. In pratica, è come se vigesse un sistema di voto misto, a metà tra voto capitario tipico delle società cooperative e quello utilizzato nelle società di capitali, per cui a ogni azione corrisponde un voto. Risulta essere fatto salvo, in ogni momento, di trasformare le azioni al portatore in nominative e viceversa.
Abbiamo detto che una Sicav può scegliere di delegare la gestione delle risorse finanziarie a un’apposita società di gestione del risparmio. Quale che sia la scelta degli amministratori, non possono emettere obbligazioni e azioni di risparmio. Inoltre, il capitale raccolto deve essere depositato presso una banca fiduciaria e le azioni proprie non possono essere riacquistate.
Infine, una caratteristica delle Sicav è di potere dare origine a un sistema di investimento multi-comparto, ovvero possono emettere azioni di diverse categorie e il patrimonio di ciascun comparto resta separato dall’altro. L’azionista, tuttavia, può decidere di passare dall’uno all’altro comparto.
Come anche per i fondi, le Sicav possono imporre agli investitori commissioni all’ingresso o all’uscita. Si faccia attenzione a questo aspetto, perché a seconda della politica applicata, potrebbe risultare oneroso uscire prima di un periodo prefissato o, comunque, troppo presto dall’investimento, oppure potrebbe diventare relativamente costoso entrarvi. Possono esservi anche commissioni legate alla prestazioni dell’investimento, generalmente rapportata alla media del mercato o a un qualsiasi indice segnalato all’atto dell’investimento.