Il diritto di recesso è la facoltà accordata a una parte contrattuale di recedere unilateralmente dal contratto e senza penali, senza il consenso della controparte, entro i limiti temporali previsti dalla legge o quelli più favorevoli indicati nel contratto stesso.
Il recesso deve essere comunicato alla controparte in forma scritta. La Direttiva 85/577/CEE ha previsto in favore del consumatore il termine minimo di 7 giorni dalla data di acquisto per effettuare il recesso, se si tratta di contratti negoziati al di fuori degli esercizi commerciali. La legislazione italiana ha prontamente recepito tale termine.
Quindi, chi acquista un prodotto o sottoscrive un abbonamento ha tempo 7 giorni per recedere dal contratto, senza che debba pagare alcuna penale. Nel caso di un bene, il recesso si esercita con la sua restituzione. In cambio, il cliente otterrà indietro la somma versata come pagamento o un buono di pari importo da potere spendere nello stesso esercizio.
Non è riconosciuto il diritto di recesso per i beni acquistati direttamente in negozio e le cui caratteristiche siano state verificabili. In questi casi, il ripensamento potrà essere concesso dal negoziante a sua discrezione, ma non gli è fatto obbligo. Si pensi, ad esempio, che nei periodi dei saldi non è nemmeno consentita, in genere, la possibilità di restituire la merce.
Grazie al Codice del Consumo, il termine minimo previsto per avvalersi del diritto di recesso è di 10 giorni dalla data di acquisto. Nel caso in cui il consumatore si avvalga del diritto di ripensamento, egli dovrà inviare una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno al venditore, nella quale indichi la volontà di esercitare il recesso. Se esso è relativo a un prodotto, questi dovrà essere restituito a spese del consumatore, mentre il venditore dovrà restituire al cliente la somma entro i 30 giorni successivi, trascorsi i quali si ha diritto di ricorrere alle vie legali.
Se dal contratto non risultasse inserita alcuna clausola relativa al diritto di recesso o se questo fosse indicato in modo confuso, la legge prevede sanzioni a carico del venditore da un minimo di 516,45 a un massimo di 5.164,50 euro.
Se il contratto è viziato da irregolarità, il diritto di recesso si potrà esercitare entro i 60 giorni dalla data di acquisto. Per irregolarità intendiamo i casi in cui le clausole relative al diritto siano scritte a caratteri più piccoli del restante contratto o quando i riferimenti legislativi non siano chiari o vengono emessi gli estremi di legge. E’ fatto obbligo scrivere “ai sensi dell’art.64 D.lgs 206/05”.
Oggigiorno, gli acquisti su internet stanno diventando sempre più frequenti anche in Italia e questo potrebbe creare numerosi casi di esercizio del diritto di recesso. Si pensi, ad esempio, all’acquisto di indumenti online, che arrivano a destinazione di taglia diversa da quella indicata o che verifichiamo essere diversi da quelli immaginati. E’ bene assicurarsi che il negoziante conceda il diritto di recesso, dato che non è detto che ne sia obbligato per legge. Ciò si può leggere sia nelle Faq, sia nel contratto stesso di acquisto.
Se il diritto di ripensamento è garantito, bisognerà scrivere al venditore entro il termine massimo di 7 giorni dalla data di acquisto e attendere le istruzioni. Magari, anche tramite email, il venditore fornirà al cliente le indicazioni sui tempi per il rimborso del prezzo pagato. Risulta essere essenziale, però, che la merce non venga restituita danneggiata e nel caso di acquisto di CD o DVD, non bisogna rimuovere il cellophane o il bollino presente sulla confezione.
Riassumendo, il diritto di recesso si può esercitare solo per gli acquisti avvenuti a distanza, ossia al di fuori degli esercizi commerciali, e può avvalersene solo il consumatore nei confronti del venditore professionista e non viceversa. Sono nulle le clausole contrattuali limitative dell’esercizio del diritto stesso. Si considera consumatore la persona fisica che acquista un bene o un servizio al di fuori di un’attività imprenditoriale, mentre è venditore professionista chi agisce all’interno di un’attività commerciale, imprenditoriale o commerciale.
Il D.lgs n.190 del 19 agosto 2005 all’art.11 eleva a 14 giorni la facoltà di avvalersi del diritto di recesso per i contratti finanziari stipulati a distanza. Per le assicurazioni sulla vita, il termine è stato esteso a 30 giorni. Il recesso s’intende senza motivazione e senza penali. Infine, il Codice del Consumo ha esteso a 10 giorni il termine per avvalersi del diritto di ripensamento in tutti i tipi di contratti e a 14 giorni per i contratti finanziari a distanza, a decorrere dalla data di ricezione delle condizioni contrattuali, se successiva a quella della stipula.
Sempre in tema di contratti finanziari, il Testo Unico Bancario sancisce sempre il diritto di avvalersi del diritto di recesso per il consumatore per i contratti a tempo indeterminato; per quelli a tempo determinato, invece, il diritto è esercitabile solo se previsto dal contratto.
Il recesso è altresì esteso automaticamente anche ai servizi accessori connessi al contratto di credito, pure in deroga alle condizioni pattuite, se tali servizi sono resi dal finanziatore o da un soggetto terzo, sulla base di un accordo col finanziatore. L’esistenza dell’accordo è presunta, anche se vale l’ammissione della prova contraria da parte del terzo.