I corsi di formazione professionale sono quasi sempre gratuiti e sono tenuti da docenti specializzati e sponsorizzati da enti locali, come province o regioni, che attingono spesso ad appositi fondi nazionali o europei. Essi si distinguono in corsi per l’orientamento professionale, corsi di qualificazione professionale e corsi di specializzazione professionali.
I primi sono mirati a quelle persone che non hanno ancora fatto i conti con il mondo del lavoro e hanno bisogno di capire cosa scegliere. I secondi, invece, offrono al frequentante le nozioni necessarie per lo svolgimento di un determinato lavoro, mentre i terzi sono rivolti a quanti già svolgono un lavoro, ma vogliono ampliarne le conoscenze.
Il numero dei corsi offerto dalle regioni, dalle province, altri enti o anche dai privati è piuttosto notevole, forse anche eccessivo, in alcuni casi. Per questo, non sempre è facile capire quale corso scegliere e sulla base di cosa.
Partiamo da un dato: i corsi gratuiti non è detto siano peggiori di quelli a pagamento, perché, come sopra detto, la gratuità è dettata dal fatto che sono finanziati dall’Unione Europea o dallo stato italiano o da qualche Ente locale. In alcuni casi, anzi, il corso prevede il rimborso delle spese per chi frequenta, al fine di agevolare le iscrizioni anche delle fasce più svantaggiate della popolazione in età lavorativa.
Un elemento importante di scelta dovrebbe essere, invece, il numero di ore. Un corso con poche ore potrebbe non essere molto serio e proficuo, perché difficilmente nozioni importanti per il mondo del lavoro possono essere apprese in poco tempo. In genere, quindi, bisogna valutare positivamente i corsi che prevedono almeno 600 ore di lezione.
Di solito, ma non sempre, i corsi prevedono la frequenza per una certa percentuale di ore in aula e il resto presso un’azienda o un ente, al fine di mettere il corsista nelle condizioni di apprendere lavorando o, comunque, di confrontarsi direttamente con il mondo del lavoro, potendo mettere a frutto le nozioni teoriche impartire in aula dal docente. Un corso senza uno stage dovrebbe essere valutato meno positivamente di uno che prevede uno stage presso un’azienda.
Quanto all’area di scelta, bisognerebbe indirizzarsi su quei corsi che hanno attinenza alle proprie ambizioni e abilità. Inutile frequentare un corso professionale per l’apprendimento di una qualifica per la quale non ci si sente portati, né preparati adeguatamente. Invece, dovrebbero essere tenuti in grande considerazione quei corsi che impartiscono nozioni teoriche e pratiche su mansioni di settori legati al territorio in cui si vive e che potrebbero, quindi, risultare concretamente utili per un futuro sbocco di lavoro.