In questa guida spieghiamo come ricaricare le carte prepagate.
Negli ultimi anni stiamo assistendo a un vero e proprio successo delle carte di pagamento, grazie alla diffusione di internet e della tecnologia, in generale. Tra queste troviamo le cosiddette carte prepagate, che consente al titolare di spendere il proprio denaro, senza portare il contante, attraverso pagamenti ai POS appartenenti allo stesso circuito di pagamento, oltre che agli ATM del medesimo gruppo bancario, dove risulta essere possibile il ritiro delle banconote.
Le carte prepagate, come ci lascia intuire la stessa espressione, prevedono la previa ricarica da parte del titolare, similmente a quanto avviene con le schede telefoniche, che consentono di utilizzare il traffico mobile per un valore pari all’importo del credito residuo.
Vediamo come si fa a ricaricare una carta prepagata. Possono essere diversi i sistemi e qui ve li presentiamo tutti, anche se avvertiamo che ciascuna carta potrebbe escluderne alcuni. Per prima cosa, ci si può recare allo sportello della banca, dove la carta è stata distribuita, portando il denaro in contanti.
Il funzionario avrà cura di prenderlo in consegna e di effettuare immediatamente l’accredito. Attenzione alle eventuali spese di commissioni, che generalmente ammontano a qualche euro. Infatti, oltre alla somma per l’accredito dovete tenere in conto proprio dei costi della ricarica, che si vanno a sommare. Attenti anche all’importo minimo richiesto per la ricarica. Spesso accade che gli importi ricaricabili siano tutti multipli di una certa somma, come 50 euro, 100 euro, 150 euro, 200 euro. Potrebbero anche esistere limiti massimi, anzi essi esistono nella generalità dei casi, specie se la carta prepagata non è nominativa, nel quale caso, non essendo noto il nome di colui che effettivamente la usa, potrebbe essere utilizzata per aggirare i limiti all’uso del contante, quindi, per transazioni in nero o persino illecite. Per questo, in ottemperanza ai limiti vigenti fino al 31 dicembre 2015, le carte prepagate consentono solitamente una ricarica massima di 999 euro e un plafond nell’anno solare di un paio di migliaia di euro. Di recente, però, il divieto di uso del contante è stato innalzato a 3.000 euro, per cui è possibile che il tetto massimo per le ricariche delle carte prepagate venga aumentato in molti casi.
Un’altra modalità di ricarica si ha con l’addebito sul conto corrente. In pratica, ci si presenta in banca e si ordina al funzionario di addebitare il costo della ricarica, comprensivo delle eventuali commissioni, sul proprio conto corrente. Il funzionario eseguirà l’operazione e la somma verrà trasferita così dal conto corrente alla carta prepagata, anche se richiederà un paio di giorni lavorativi, perché essa possa essere nel concreto utilizzata.
Non è detto che bisogna andare in banca per compiere quanto appena detto, perché ormai la rete è alla portata di ogni titolare di conto corrente. Basta collegarsi al sito della propria banca, entrare nell’area clienti, digitare username e password per entrare nel conto e da lì trasferire la somma sulla carta, digitando il numero di quest’ultima. L’operazione generalmente dovrebbe essere gratuita, per cui è conveniente e ci consente anche di risparmiare tempo. Bastano pochi click e qualche minuto.
Un altro modo potrebbe consistere nel recarsi presso un ATM abilitato e invece che effettuare l’operazione di prelievo del denaro, come di solito avviene, bisogna selezionare nel Menu la voce corrispondente alla ricarica trasferimento di somme in favore della carta prepagata. In questo caso, l’importo verrà scalato dal conto corrente subito, ma per l’accredito effettivo serviranno un paio di giorni lavorativi.
A seconda del tipo di carta, la ricarica può essere effettuata anche presso un centro scommesse o una tabaccheria. I punti vendita Sisal consentono tali operazioni per diverse carte prepagate e dietro il pagamento di 1 o 2 euro di commissione, quindi, con costi molto contenuti. L’operazione qui avviene in maniera del tutto simile a quando facciamo una ricarica per il telefonino.
Molte di queste carte sono del tipo contactless, ovvero consentono di effettuare pagamenti avvicinandole al lettore dei POS, almeno per piccoli importi, generalmente non superiori ai 25-30 euro, non richiedendo nemmeno la digitazione del codice PIN.
Risulta essere possibile a volte ricaricare una carta prepagata con un’altra carta. In questo caso, i fondi richiedono qualche giorno lavorativo per essere trasferiti. Un caso esemplare può essere la ricarica da un conto Paypal a una carta prepagata.
Attenzione ai suddetti limiti per le ricariche nell’anno solare. In genere, superato il tetto massimo previsto per il plafond annuale, una nuova ricarica non potrà essere eseguita. Ad esempio, se una carta prepagata ha un limite di utilizzo di 2.000 euro all’anno, non è possibile eseguire una ricarica, se già tale soglia massima è stata accreditata nell’anno solare. Le somme eccedenti non saranno trasferite e bisognerà attendere, quindi, l’arrivo del nuovo anno o acquistare una nuova carta prepagata, indifferentemente dal fatto che l’intero limite sia stato speso o meno. In alcuni casi, per superare tale ostacolo è consentita la trasformazione della carta da al portatore in nominativa, cosa che permette di elevare i limiti.