Investire in Austria risulta un’opportunità molto popolare per l’attrattività del paese, dove la burocrazia è snella, la manodopera molto qualificata e il reddito dei cittadini è molto elevato. Si tratta di un paese molto sviluppato e con diverse città d’arte, all’avanguardia nell’economia, nella cultura e sotto il profilo sociale.
Se siete allettati dal lavoro imprenditoriale, allora potete aprire un’attività a Vienna o magari un agriturismo nelle campagne vicino a Salisburgo o ancora un ristorante lungo le piste di sci dell’Arlberg. Vediamo come fare con la burocrazia e come aprire un’impresa in Austria.
Per prima cosa, dobbiamo sapere che esistono nella legislazione austriaca diverse vesti legali, GmbH, ossia la società a responsabilità limitata, AG, la società per azioni, OHG, Partnership generale, KG, Partnership a responsabilità limitata, stGes, Partnership latente, EEG, Partnership registrata civilmente, GesBR, Partnership civile, Genossenschaft, la forma cooperativa,Verein, l’associazione.
Queste forme legali sono per lo più note al nostro codice civile, mentre alcune sono tipiche del Codice del Commercio austriaco, l’Handelsgezetzbuch. Gli stranieri possono tendenzialmente aprire le stesse attività consentite ai cittadini austriaci, ma esistono alcune limitazioni per il settore delle armi e degli esplosivi, così come anche per le società operanti nel settore dei monopoli statali, come il gioco d’azzardo, il tabacco, il sale, le telecomunicazioni e i trasporti ferroviari. La materia è, però, oggetto di riforma.
Lo stato assiste gli investimenti esteri con molteplici finanziamenti a tasso agevolato o esenzioni fiscali, in funzione della ragione dell’investimento, ovvero dei benefici che questi possono creare in Austria per il mercato del lavoro.
I cittadini residenti pagano le imposte sui redditi prodotti, mentre gli investitori non residenti devono pagare le imposte sui redditi conseguiti all’interno del territorio nazionale. L’imposta sul reddito si chiama Einkommensteuer, mentre il concetto di residenza si basa sul soggiorno abituale nel territorio austriaco per un periodo non inferiore ai 6 mesi continuativi all’anno. Sono tenuti ad emettere IVA gli esercenti di attività commerciali e professionali.
Sul piano fiscale, l’Austria risulta molto attrattiva. Le società giuridiche versano un’imposta proporzionale del 25% degli utili, ma esiste una forte convenienza a trasferire nel paese una partecipazione di almeno il 50% + un’azione per un gruppo societario, perché hanno così la possibilità di compensare le perdite infra-gruppo e di definire una sola base imponibile. Una peculiarità positiva consiste nell’ammortizzare in 15 anni il costo dell’avviamento del prezzo di acquisto di una partecipazione in una società operativa confluita nel gruppo.
Grazie alle varie forme di agevolazioni fiscali, il carico sulle imprese scende al 22%, una percentuale decisamente inferiore a quella vigente in paesi limitrofi, come l’Italia. E lo stato incentiva le attività di ricerca e sviluppo con l’esenzione delle relative spese per circa l’11% del totale, mentre le attività di formazione del personale prevedono che sia esente dalle imposte fino al 20% dell’investimento effettuato. In alternativa si può richiedere un premio per la formazione pari al 6% della spesa sostenuta. Si tenga anche conto che in Austria non esistono la tassa d’esercizio o quella sul patrimonio, in vigore in molti altri paesi.
Quanto alle imposte sulle persone fisiche, invece, le aliquote sono progressive e partono dallo 0 al 50%. Rientrano in questa categoria tassativamente i redditi agricoli e forestali, da lavoro autonomo, da libera professione e altre attività autonome, i redditi d’impresa e da lavoro dipendente, redditi da capitale, derivanti dalla locazione degli immobili e diversi.
Chi volesse investire in Austria dovrebbe tenere in mente che si tratta di un paese evoluto nelle attività gree. Tra gli aspetti da mettere in conto, però, ci sono un mercato del lavoro non molto flessibile e leggi restrittive sull’immigrazione, anche se da questo punto di vista non esistono problemi per i cittadini comunitari. Si consideri anche che, in conseguenza della sua posizione geografica, il paese è molto esposto ai flussi di investimento del Centro-Est Europa, per cui alcuni settori potrebbero risultare saturi.
Per aprire un’attività in Austria vi consigliamo, anzitutto, di andarci a risiedere e di possedere e mantenere una posizione lavorativa dipendente per il primo periodo di avviamento della vostra impresa, in modo da disporre di un’occupazione a tempo pieno e di un reddito non basso, dato il costo della vita nel paese.
Dopo un mese dall’avvio dell’attività dovrete mettervi in contatto con il Ministero delle Finanze di Vienna, al fine di dichiararne l’apertura. Se dovete avere bisogno di un prestito, una banca austriaca ve lo concederà, a patto che abbiate una storia creditizia immacolata e una fedina penale pulita, oltre che un progetto imprenditoriale serio e sostenibile. Avvalendoti di un consulente, cerca di scegliere con oculatezza la veste legale della società, visto che alcune forme sono ignote al nostro sistema giuridico. In ogni caso, è preferibile imparare il tedesco, altrimenti dovreste fare affidamento su persone fidate per ogni contatto.