Investire in Repubblica Ceca potrebbe risultare un’operazione molto conveniente sul piano fiscale, anche considerando la burocrazia snella dello stato dell’Europa orientale. L’investimento potrebbe assumere diversa natura, apertura di una società, trasferimento della sede fiscale o residenza per una persona fisica, acquisto di quote azionarie nell’ambito di una diversificazione degli impieghi e acquisto di beni immobili.
Iniziamo dalle tasse, sono tra le più basse al mondo. Le ditte individuali hanno un’imposta secca del 15%, le società giuridiche del 19% e i redditi delle persone fisiche vengono tassati appena al 12,5%. Si consideri che in Italia si ha un’aliquota del 27,5% per le società giuridiche e una tassazione fino al 43% sui redditi delle persone fisiche, senza considerare relative addizionali comunali e regionali IRPEF, oltre che l’IRAP, che grava su tutte le attività, anche in perdita. Anche l’IVA è più bassa che da noi, prevedendo l’aliquota massima al 19% e quella più bassa, su servizi e generi alimentari, è solo al 5%.
L’assetto politico istituzionale ceco è piuttosto stabile e il Paese ha intrapreso un cammino riformatore molto soddisfacente. Sul piano industriale, la sua struttura è volta alla produzione nel settore meccanico, specie automobilistico. Si tenga conto anche della disponibilità di manodopera altamente qualificata e a basso costo rispetto ai livelli italiani e occidentali, in genere.
Chi vuole aprire qui una società, si trova sul piano giuridico davanti alla scelta tra SRO, società a responsabilità limitata, AS, società per azioni, partnership e Branch Office. Per costituire una SRO si deve disporre di un capitale sociale minimo di 200000 corone, pari a circa 7500 euro, di cui versato per almeno la metà. Ogni socio deve contribuire per non meno di 20000 corone, 750 euro, e uno stesso individuo può essere unico azionista in non più di tre SRO. Ogni anno vanno accantonati a riserva utili fino al raggiungimento del 10% del capitale sociale. Si è sottoposti a una revisione dei conti obbligatoria nel caso si presentino almeno due delle seguenti condizioni, superamento di 40 milioni di corone per il bilancio, 1,5 milioni di euro, quando il fatturato netto supera gli 80 milioni di corone, 3 milioni di euro, e numero di dipendenti superiore a 50 unità.
Quanto alle AS, il capitale sociale minimo imposto è di 2 milioni di corone, 75.000 euro, ma se raccolto tramite offerta pubblica di acquisto non può essere inferiore a 20 milioni di corone, 750.000 euro. Deve essere versato almeno il 30% del capitale e la società deve dotarsi di un consiglio di amministrazione e di un collegio dei revisori, mentre gli utili vanno accantonati fino al raggiungimento di almeno il 20% del capitale sociale.
La revisione contabile obbligatoria si ha nel caso siano soddisfatti almeno due dei seguenti criteri, bilancio superiore a 40 milioni di corone, fatturato netto superiore a 80 milioni di corone e numero di dipendenti superiore a 50 unità.
Quanto alle partnership, esse sono di due tipi, general partnership, in cui tutti i partner hanno responsabilità eguale e illimitata, limited partnership, in cui almeno un partner ha responsabilità limitata. Esse sono giuridicamente parte di una casa madre straniera, il direttore della filiale nella Repubblica Ceca può essere un cittadino ceco o uno straniero, deve essere in possesso di una licenza commerciale per operare e le scritture contabili devono essere realizzate in lingua ceca.
Esistono svariati incentivi pubblici, anche se bisogna verificare prima di ipotizzare un simile passo, essendo spesso limitati nel tempo. Chi volesse investire nel settore metalmeccanico, per esempio, non pagherà le tasse per i primi 10 anni di attività, mentre gli investimenti tecnologici vengono rimborsati dallo stato fino al 50%. Altri incentivi esistono anche per le assunzioni di lavoratori cechi e per la formazione, ma bisogna fare i conti con una legislazione del lavoro non molto flessibile, anche se negli ultimi anni le cose sembrano cambiare.
Passiamo adesso agli investimenti immobiliari. In Repubblica Ceca, l’imposta di registro è del 4% il prezzo di vendita e a carico del venditore, ma il vero beneficio non è tanto questo, quanto i prezzi per metro quadrato ancora relativamente bassi rispetto a quelli italiani, con grosso potenziale di rapida crescita, grazie allo sviluppo economico e del turismo. Oltre tutto, le rendite da locazione sono nettamente superiore a quelle in Italia, partendo da un minimo del 5%. Ciò significa che al lordo di imposte e spese, in meno di una ventina di anni è possibile recuperare l’investimento effettuato, solo grazie ai canoni di locazione percepiti. Importante è sapere, poi, che qui non esiste la TASI. Per non parlare del fatto che, a differenza dell’Italia, le leggi sono più favorevoli al proprietario e questi può sempre fare affidamento, in genere, a una domanda elevata, nel caso volesse rivendere l’immobile.