La borsa è un mercato dove quotidianamente si negoziano strumenti finanziari, vale a dire l’insieme dei titoli emessi dalle società quotate. Per capire di cosa parliamo, dobbiamo pensare alla borsa come un normale mercato di compravendita di merci, se la quantità degli acquisti supera quello delle vendite, il prezzo in questione, in questo caso, un titolo, aumenterà, viceversa, qualora siano le vendite a superare gli ordini di acquisto, il prezzo scenderà.
Cerchiamo di capire perché una società si quota in borsa. Semplice, per attingere all’ampio mercato dei capitali, rinunciando in cambio a una parte del controllo. Poniamo, per esempio, che una società decida di quotare solo il 49% del suo capitale suddividendolo in tante azioni di importo uguale. Ebbene, certamente la vecchia proprietà continuerà a detenere il controllo societario, ma rinunciando a una quota di minoranza, essa potrà ottenere liquidità preziosa per gli investimenti o il miglioramento della struttura finanziaria della società stessa.
La quotazione in borsa ha altri benefici, grazie al monitoraggio costante delle autorità competenti, la Consob, in Italia, è assicurata una maggiore trasparenza informativa e gestionale, elementi che permettono alla società, per esempio, di attingere al mercato del credito a costi inferiori. Inoltre, in borsa transitano ogni giorno ingenti quantità di capitali, per cui una società quotata beneficia anche dell’abbondante liquidità, che le consente di indebitarsi attraverso l’emissione dei bond a rendimenti più bassi e di essere valutata in maniera più efficiente di quanto non accadrebbe al di fuori di un mercato regolamentato.
Vediamo cosa si vende e si compra in una borsa. Essenzialmente, azioni. Esse sono titoli, che rappresentano quote di capitale di una società e conferiscono nella forma ordinaria al titolare il diritto di voto in assemblea per la percentuale corrispondente. Ma si negoziano anche obbligazioni, ovvero titoli di credito, che rappresentano debiti contratti dalle società emittenti e acquistati dai risparmiatori o investitori, in cambio di un rendimento.
Cerchiamo di capire come avviene la negoziazione. Si hanno, in generale, due opzioni, la prima è di recarsi presso una banca o una Società di Intermediazione Mobiliare e ordinare l’acquisto o la vendita di titoli, la seconda consiste nel farlo da soli, una pratica possibile e sempre più diffusa negli ultimi anni, grazie all’utilizzo della rete.
Chi compra o vende titoli immette, direttamente o tramite intermediari, nei terminali collegati al sistema telematico della borsa in cui tali titolo sono quotati un ordine di acquisto o di vendita. Il sistema effettuerà automaticamente l’associazione tra gli ordini di acquisto e quelli di vendita e sulla base del rapporto tra domanda e offerta si fisserà un prezzo, come indicato sopra.
Questi titoli possono essere compravenduti anche per brevissimo tempo, in casi estremi, anche per pochissimi secondi, speculando sulle variazioni di prezzo che si determineranno nel frattempo.
Una caratteristica di tutte le borse del pianeta è di suddividere i titoli quotati in indici, ciascuno delle quali al suo interno presenta un certo grado di omogeneità, sulla base di una o più caratteristiche. Ad esempio, l’indice Ftse Mib a Piazza Affari, il nome con cui è nota la Borsa Italiana, rappresenta tutti i titoli azionari delle società con maggiore capitalizzazione.
Risulta essere evidente che all’interno di ogni indice, la variazione del prezzo di un titolo pesa sulla base del rapporto tra capitalizzazione della società emittente e quella complessiva delle società dell’indice di appartenenza. Esempio, il titolo emesso dalla società X, che capitalizza in borsa 1 miliardo, vale un decimo dell’indice Y, che rappresenta tot società dalla capitalizzazione totale di 10 miliardi.
Dunque, quando leggiamo che l’Ftse Mib ha chiuso la seduta a +0,5%, significa che mediamente i titoli di appartenenza sono cresciuti di prezzo di mezzo punto percentuale rispetto al prezzo di chiusura della seduta precedente.
Non tutti gli indici, però, funzionano così. Alcuni pesano tutti i titoli allo stesso modo, indipendentemente dal valore di capitalizzazione. Ciò non ci consente nell’immediato di comprendere quanto effettivamente sia la variazione dell’indice, tenendo conto dei pesi di ciascuna società ad esso appartenente.
Gli indici sono diventati così importanti, che sulle loro variazioni attese si fissano numerosi contratti derivati da parte di fondi di investimento e dei cosiddetti Etf.
Le borse sono organismi autorizzati dai governi nazionali e al loro interno prevedono meccanismi di controllo stringenti e della massima trasparenza, in assenza dei quali quasi nessun investitori vi punterebbe un solo euro. In molte è stato introdotto negli ultimi decenni, dopo la crisi finanziaria del 1985, un meccanismo di sospensione delle contrattazioni per eccesso di ribasso o di rialzo. In pratica, quando il prezzo di un titolo sale o scende su base giornaliera aldilà di una certa percentuale, le negoziazioni relative al titolo medesimo vengono sospese temporaneamente, in modo da impedire che gli investitori subiscano perdite eccessive o che guadagnino in preda all’euforia, dando loro il tempo di prendersi una pausa e meglio ragionare su cosa fare.