Con l’aumento degli utenti di internet, sono cresciuti negli ultimi anni anche i reati commessi sul web e che in qualche modo hanno a che fare con il mondo telematico. Nonostante i consigli degli esperti su come evitare di cadere in una truffa online e su come evitare di rimanere vittime di altri tipi di reati, non passa giorno senza che non venga segnalato nel nostro paese, come altrove, un ipotetico danno subito.
Ovviamente, se si pensa di essere caduti vittime di un qualche malintenzionato, la prima cosa da fare è sporgere denuncia. Oltre al metodo tradizionale, negli ultimi anni è possibile inviare una segnalazione al nucleo della Polizia Postale, composto da uffici sparsi su tutto il territorio nazionale, che può contare di 2.000 agenti e che sono raggruppati in modo tale da essere specializzati per la prevenzione e la repressione dei vari tipi di reati.
Questi ultimi possono variare dalla frode informatica, agli hackers, dal furto di dati sensibili (carte di credito, bancomat, etc.) alle truffe sull’e-commerce, dalla violazione dei diritti di autore alla diffamazione in rete, fino ai casi più gravi.
In tutti questi casi, si può andare sul sito www.commissariatodips.it e sul lato destro vi appare un menù, dove si dovrà cliccare alla voce “Denunce”. Da questa, si potrà segnalare l’eventuale caso di abuso di terzi e dopo avere completato la procedura, riceverete entro le 48 ore una ricevuta con il numero di protocollo. Questa andrà conservata dall’utente-segnalatore, per cui sarebbe opportuno stamparla, perché di fatto sarà il numero a cui è stata abbinata la nostra pratica.
Ovviamente, nel corso della segnalazione si potrà anche chiedere la chiusura temporanea di un sito o l’eliminazione di un qualche articolo o pagina web che si ritiene possano arrecare danni alla propria immagine e/o alla propria sfera economica.
La segnalazione alla Polizia Postale è il primo passo per tentare una possibile causa penale, qualora le Forze dell’Ordine ne ravvisino gli estremi. Nel caso di vittoria in tribunale, si potrà beneficiario del risarcimento dei danni, oltre che delle spese processuali.
Ovviamente, la segnalazione via web non preclude all’utente di intraprendere anche altre vie, ossia quelle tradizionali, recandosi nel più vicino Commissariato di Polizia o presso una Caserma dei Carabinieri, o ancora presso il Comando della Guardia di Finanza, in quest’ulltimo caso, se si trattasse di un ipotetico reato di tipo finanziario. Se non si è sicuri di adire le Forze dell’Ordine sin da subito, ci si potrà sempre rivolgere in prima battuta a un esperto (legale, informatico, etc.). A tale fine, ci si potrebbe avvalere dell’aiuto di numerosi siti online, che forniscono assistenza per questi casi, anche se il consiglio è di segnalare e denunciare il prima possibile, se il tipo di reato è grave, come quello della pedofilia.
Uno dei reati più comuni, ma anche più evitabili, riguarda il “phishing”, ossia il furto di dati sensibili. Il caso classico è quello dell’email che si riceve da parte di un mittente, che sostiene di essere la nostra banca o un’agenzia finanziaria e che sollecita all’immediato invio del nostro numero di conto corrente per ragioni varie. E’ bene sottolineare come mai e poi mai una qualsivoglia banca o altro ente invierebbe un’email per ottenere dati dal cliente, visto che si dovrebbe avvalere di un’altra procedura. Inoltre, anche qualora l’email possa sembrare arrivare dal sito effettivo del nostro istituto di credito, non è così, perché magari l’indirizzo email conterrà anche solo una lettera diversa o finirà in .com, piuttosto che in .it, o ancora la pagina non conterrà in basso a destra il lucchetto, ossia quell’icona che garantisce sulla sicurezza informatica.
Il consiglio, in questi casi, è di segnalare alla Polizia Postale, che effettuerà le sue ricerche, di non rispondere per nessun motivo all’email e di cestinarla. Lo stesso dicasi per le numerose richieste di denaro di sedicenti profughi, che avrebbero trovato online il nostro indirizzo email e che ci chiedono aiuto, così come di pseudo-imprenditori, che chiedono il nostro conto corrente per accreditarvi denaro, da spostare successivamente altrove. Oltre che dinnanzi a una truffa bell’e buona, in quest’ultimo caso si potrebbe ipotizzare facilmente anche il reato di riciclaggio di denaro.
Se si avverte qualcosa di strano, bisogna salvare i messaggi o le email che proverebbero il tentativo di adescamento e bisogna immediatamente segnalare il fatto alla Polizia Postale, nonché recarsi al più vicino Commissariato di Polizia.
Lo stesso salvataggio andrebbe effettuato delle conversazione, dei post, degli articoli online, dai quali trasparirebbe un reato di diffamazione nei nostri riguardi. Questo, perché l’utente potrebbe successivamente cancellarli, rendendo appena più difficile alla Polizia Postale di scovare il reato.