In questa guida mettiamo a disposizione alcuni consigli utili su come chiedere l’aumento di stipendio.
Gli stipendi degli italiani, si sa, sono fermi da anni, complice la crisi economica e quella del lavoro, che impedisce ai lavoratori dipendenti di chiedere una retribuzione più adeguata alla propria azienda. Risulta essere già tanto in molti casi, se si è riusciti a conservare il posto di lavoro. Chiedere un aumento di stipendio non è mai facile, perché si ha il timore di essere malvisti dal capo, di non essere compresi, di apparire troppo esigenti agli occhi dei superiori. Risulta essere un grave errore pensare che non si possa mai chiedere un aumento di stipendio e che si debba, al contrario, attendere che sia il datore di lavoro a concederlo e alle sue condizioni. Vi spieghiamo in questo articolo in breve come fare e, soprattutto, vi aiutiamo a capire quando la situazione è opportuna e quando no.
La prima domanda che ti devi porre, se lavori tanto e magari da molto tempo in azienda, senza avere ottenuto mai grandi gratificazioni, è se meriti un aumento di stipendio. Attenzione, abbiamo scritto meriti e non hai bisogno di. Le due cose sono estremamente diverse. Il primo errore che si può commettere, quando si va dal capo a chiedere un aumento, è di presentarsi con richieste del tipo ho bisogno di guadagnare di più, ho una famiglia, un mutuo. Ricordati, infatti, che il tuo capo non è un assistente sociale e non è tenuto a pagare per quello che ti serve, ma per quello che meriti. Dunque, è sul merito che devi puntare. In modo simile a quando si viene convocati a un colloquio di lavoro e mostri al selezionatore che hai voglia di lavorare, non bisogno.
Per fare in modo che tu possa presentarti al meglio davanti al capo o al superiore, devi analizzare con attenzione la situazione, non solo tua personale, ma quella dell’azienda e del mercato. Ti devi chiedere per prima cosa, se il tuo lavoro sia retribuito adeguatamente per le ore prestate e per la qualità impiegata. Se i tuoi colleghi sono poco produttivi e il tuo ufficio va avanti grazie al tuo senso del dovere, la tua posizione negoziale inizia a diventare interessante. Devi anche capire, però, se a parte il merito, sei nella condizione di alzare il prezzo. Per esempio, chiediti se per la mansione che svolgi esistono risorse umane alternative all’interno dell’azienda o se sei l’unico a ricoprire un certo ruolo e perché.
L’analisi della situazione di mercato è importante. Può anche essere che tu sia meritevole di un aumento di stipendio, ma se sai che l’azienda è in difficoltà, magari perché c’è la crisi e si vende poco, diventa inopportuno lanciare la richiesta in questo preciso momento. Meglio attendere che la situazione migliori e alla prima opportunità puoi fare presente a chi di dovere che hai aiutato a portare avanti l’attività, quando l’aria che tirava era brutta. In genere, per capire se le cose siano migliorate, oltre che accedere ai conti aziendali, si può anche fare riferimento a determinate mosse dell’azienda, investimenti, nuove assunzioni potrebbero essere il segnale di un rilancio e rappresentare il momento opportuno per chiedere al capo il giusto.
Vediamo come fare. Chiedi di potere parlare con chi si occupa di questi aspetti nella tua azienda, che per le realtà di minori dimensioni potrebbe essere proprio il capo. Non presentarti con il tono di chi entra per pretendere un aumento e guai a chi non glielo concede. Il tono deve essere educato e devi prepararti un discorso ragionato, in cui elenchi tutte le tue caratteristiche positive, quanto sia importante la tua presenza in azienda e quanta fedeltà, impegno e passione abbia mostrato nel tuo lavoro quotidiano.
Un bravo negoziatore non si presenta con una sola offerta in tasca e non lancia la proposta per primo. Se il tuo capo ti chiede quanto vorresti percepire in più al mese, non rispondere, ma replica con una frase del tipo mi faccia una proposta lei. A questo punto, sarà costretto a uscire allo scoperto ed è evidente, che nella generalità dei casi non risponderà mai con un’offerta adeguata, ma tendenzialmente bassa. Ecco, quindi, che dovrai qui avere l’abilità di rifiutare, ma non sdegnato o mostrandoti offeso, ma semplicemente segnalando di ritenere che l’aumento dello stipendio a cui avresti diritto sarebbe superiore. Magari, rilancia con una cifra non ridicolmente alta, ma nemmeno troppo vicina a quella proposta.
Ricordati, infine, che non esiste solo l’aumento dello stipendio sul piano negoziale, ma anche elementi non retributivi, come i giorni di ferie, altri benefit economici, orari più flessibili. Se non sarai in grado di spuntare in tutto o in parte l’aumento desiderato, potrai puntare a goderti qualche giorno di ferie o di permessi in più o ad accedere a qualche altro benefit. Una soluzione di compromesso sul piano retributivo potrebbe consistere nel richiedere un premio di produttività, che a differenza della retribuzione ordinaria è tassato solamente al 10% e consente al datore di lavoro di spendere di meno per dare di più al proprio dipendente, sostanzialmente dando origine a una situazione vantaggiosa per tutti.