Il mercato immobiliare italiano è entrato in crisi a partire dal 2006, dopo oltre un decennio di vero boom. I tempi delle transazioni si sono allungati e arrivano spesso oltre l’anno, perché chi vende e chi compra non riescono ad accordarsi sul prezzo. Il primo vorrebbe conservare almeno il valore dell’immobile, risalente al periodo in cui l’ha acquistato, il secondo si confronta con una realtà di crisi e pretende di spuntare un prezzo inferiore. Insomma, domanda e offerta s’incontrano oggi meno che in passato sul mercato immobiliare.
Eppure, l’Italia non ha subito un tracollo di dimensioni simili a quello di altri paesi, come il Regno Unito o la Spagna, anche perché il boom nostrano è stato molto meno marcato che altrove e poco alimentato dal mercato dei mutui.
Detto questo, aprire un’agenzia immobiliare potrebbe convenire e rappresentare un’opportunità di guadagno e di carriera per chi non crede più di fare successo alle dipendenze altrui.
Come per qualsiasi professione, l’improvvisazione non è consigliata per svolgere il ruolo di agente immobiliare. Si tratta, anzitutto, di una figura che deve necessariamente riscuotere la fiducia del cliente, meglio che abbia un’esperienza nell’ambito alle spalle e che deve possedere un certo grado di preparazione.
Attenzione, per fare l’agente immobiliare non bisogna possedere un particolare titolo di studio, ma almeno il diploma di scuola superiore, senza il quale non potrebbe essere rilasciata la necessaria autorizzazione per l’apertura dell’agenzia. Inoltre, anche se non si conosce praticamente nulla di questo settore, le conoscenze basilari potranno essere acquisite con la frequentazione di un corso regionale o uno di abilitazione presso la Camera di Commercio, al termine del quale vi sarà rilasciata la possibilità di iscriversi al Registro degli agenti in affari in mediazione. Senza tale iscrizione, l’apertura dell’agenzia immobiliare sarebbe illegale e voi potreste essere denunciati per esercizio abusivo della professione con conseguenze pecuniarie e penali. Certamente, avere alle spalle studi di geometra, di architetto o ingegnere potrebbe essere un vantaggio, perché ciò assicurerebbe all’agente di disporre di conoscenze tecniche minime, tali da non partire da zero, oltre a una migliore abilità di linguaggio con il cliente.
Per prima cosa, quando si pensa di aprire un’agenzia immobiliare bisogna chiarirsi le idee sul target della clientela ricercata. Risulta essere evidente che molto di questo discorso dipenderà dalla tipologia del territorio in cui si vuole esercitare la professione. Se l’area dove opererò come agente immobiliare non è affatto turistica, ma prettamente industriale, sarebbe poco accorto profondere tutti gli sforzi per il mercato degli immobili turistici, essendo limitato.
Non meno importante è la scelta se aprire l’agenzia in franchising o in proprio. Nel primo caso, il vantaggio sta nel fatto che la società a cui ci si affilia sarà famosa sul piano nazionale, consentendo di risparmiare sulla pubblicità e portando alla conseguenza che in molti casi sarà il cliente a cercare voi, affidandosi alla nomea della società. Tuttavia, il costo per l’apertura sale repentinamente, perché bisognerà pagare una commissione d’ingresso, anche se nel medio-lungo termine ne dovrebbe valere la pena. Ma se si dispongono di capitali iniziali scarsi, è consigliabile propendere per l’apertura in proprio.
In questo caso, i costi non sarebbero in sé eccessivi. Bisogna acquistare una scrivania, l’arredo per l’ufficio, affittare o comprare un immobile di non più di 30 o 40 metri quadrati e bisogna avere cura di aprire l’agenzia lungo una via transitata e trafficata, sulla quale dovranno sporgersi una o più finestre. Si consiglia anche di utilizzare per l’arredamento interno gli stessi colori del logo che utilizziamo all’esterno, in modo da creare un tratto distintivo e riconoscibile della nostra attività.
Sarebbe inoltre opportuno ricercare un nucleo stabile di collaboratore per i campi complementari alla compravendita o la locazione degli immobili. Parliamo di geometri, notai, agenzie finanziarie, banche, architetti, in modo che il cliente si senta da un lato rassicurato dalla rete di amicizie che l’agenzia immobiliare gli offre, dall’altro potrà avvantaggiarsi di un servizio più ampio. Ad esempio, l’agente potrebbe consigliargli una banca o una finanziaria per l’ottenimento di un mutuo a costi vantaggiosi o la consulenza di un geometra per la perizia dell’immobile, un notaio di fiducia per la redazione dell’atto, etc.
Tra le eventuali spese, ma successive all’apertura, si hanno quelle relativi ai compensi dei collaboratori. Parliamo di sub agenti e di segretari. Va detto che nel primo caso, quasi sempre si è solito remunerarli su base provvisionale, per cui non si tratterebbe di un costo vero e proprio: se l’agente non vende, non percepirà nulla. Diverso sarebbe il caso di eventuali segretari, la cui funzione non ha nulla a che vedere con il ruolo di mediazione, ma si limita al disbrigo delle attività di ufficio.
Infine, un consiglio: il compenso dell’agente immobiliare deriva dalle provvigioni pagate in parti uguali sia dall’acquirente che dal venditore di un immobile. Risulta essere basilare, quindi, riscuotere la fiducia di entrambe le parti negoziali e non parteggiare mai per l’una o per l’altra, perché ciò intaccherebbe i vostri guadagni futuri.