A seguito del recente riordino dell’imposizione sugli immobili, sono state apportate modifiche dirompenti alla tassazione sulle prime case, se diverse dagli immobili di lusso, mentre più in generale, negli ultimi anni si è assistito a un forte aumento della tassazione sugli altri immobili.
Il codice tributo 3918 è quello che contraddistingue i pagamenti per i cosiddetti altri fabbricati, in cui il destinatario è il Comune. Infatti, con il codice 3919 si designa la stessa imposta, ma con destinatario lo Stato.
Per altri fabbricati s’intendono gli immobili diversi dai terreni, dalle aree fabbricabili, dai fabbricati rurali, dalle prime o seconde abitazioni. In sostanza, parliamo degli uffici, degli immobili adibiti ad uso commerciali, dei capannoni, etc.
Per i pagamenti si utilizza il modulo F24, alla sezione “IMU e altri tributi locali”, indicando l’importo da versare nella colonna relativa agli “importi a debito versati”.
Nello spazio, “codice ente/codice comune” bisogna inserire il codice catastale del comune dove l’immobile è situato. Quanto al codice tributo, abbiamo già detto che per gli “altri immobili” è il 3918, per la quota spettante al Comune.
Andiamo ora a calcolare quanto si deve pagare con la nuova imposta, sostitutiva della vecchia ICI. Nel caso degli altri fabbricati, si prende la rendita catastale, la si rivaluta del 5% e si moltiplica il risultato per il coefficiente 80 (era 50 il moltiplicatore considerato ai fini ICI). Su questo secondo risultato si applica l’aliquota dello 0,76%. A questo punto, il pagamento deve essere arrotondato all’euro e suddiviso a metà tra Comune (3918) e Stato (3919).
Riportiamo un esempio pratico. A Roma, un commercialista ha un immobile in cui esercita la sua attività, la cui rendita catastale risulta essere di 2.300 euro.
Tale rendita dovrà essere rivalutata del 5%, ossia: 2.300 x 1,05 = 2415. La rendita rivalutata dovrà adesso essere moltiplicata per il coefficiente 80 e sarà pari a 193.200 euro.
A questo punto, si applica l’aliquota deliberata dal Comune dove si trova l’immobile, nel caso specifico a Roma. Rispetto allo 0,76% indicato dallo Stato, infatti, il singolo Comune potrà aumentare o diminuire l’aliquota dello 0,3%, per cui questa potrà variare da un minimo dello 0,46% a un massimo dell’1,06%.
Ipotizziamo che l’aliquota prevista per “gli altri fabbricati” sia pari allo 0,85%. L’imposta complessiva da versare sarà pari a 193.200 x 0,0085 (0,85%) = 1.642,20. Poiché l’importo deve essere arrotondato all’unità di euro, in questo caso per difetto, l’imposta sarà pari a 1.642 euro, di cui la metà spettante al Comune e l’altra metà allo Stato.
Pertanto, al Comune si dovrà versare 1.642 euro : 2 = 821 euro. Questo importo andrà pagato sotto il codice tributo 3918.