Il certificato di servizio lavorativo o l’attestato di servizio al lavoro è un documento che il dipendente può richiedere al suo datore di lavoro, quando egli ne abbia necessità per ottenere il rilascio di un prestito, di un mutuo, di una cessione del quinto.
Quando si chiede un finanziamento, la banca o la finanziaria chiede come prima garanzia l’esibizione di un reddito dimostrabile, meglio se frutto di lavoro dipendente a tempo indeterminato. Per questo, l’istituto chiederà al cliente di presentargli almeno l’ultima busta paga o le ultime due più un attestato di servizio, ossia un certificato, firmato dal datore di lavoro o da un rappresentante legale dell’impresa, che attesti che egli svolga effettivamente servizio presso di esso.
Il dipendente deve fare richiesta scritta al suo datore di lavoro, in quanto l’invio dell’attestato di servizio da parte di quest’ultimo non è previsto come un fatto automatico. Questi dovrà provvedere a inserire nell’attestato alcuni dati sensibili del primo, come il luogo e la data di nascita, l’inizio del rapporto lavorativo, la mansione svolta, altre possibili informazioni relative all’attività lavorativa e nel caso della cessione del quinto, sono richieste anche le informazioni sul TFR maturato dal dipendente, in quanto questo tipo di finanziamento prevede che il creditore abbia come garanzia anche il TFR, nel caso di cessazione del rapporto di lavoro. Nel caso, è altresì previsto che il datore di lavoro renda edotto l’istituto o la finanziaria di eventuali provvedimenti disciplinari in corso a carico del dipendente, in quanto ciò consentirà al creditore di valutare meglio se concedere o meno la cessione del quinto, dato che la loro presenza implicherebbe il rischio di una imminente cessazione del rapporto di lavoro.
Quest’ultima tipologia di finanziamento, peraltro, coinvolge proprio il datore di lavoro, il quale non può esimersi dal prelevare mensilmente dalla busta paga del dipendente la rata da versare sul conto dell’istituto di credito. L’indicazione del reddito medio netto mensile è essenziale, perché l’importo della rata mensile non può superare il quinto (20%) dello stipendio al netto di imposte, contributi previdenziali ed eventuali altre rate da pagare su finanziamenti già accesi. Anche per le altre tipologie di prestito, tuttavia, è importante indicare la retribuzione del dipendente, perché la banca o la finanziaria abbia modo, in concreto, di valutare l’affidabilità del cliente e le sue prospettive di rimborso.
Il TFR deve riportare come importo quello maturato e riportato nell’ultimo CUD rilasciato al lavoratore, non l’importo maturato alla data di richiesta di quest’ultimo.
In fase di redazione del certificato di servizio lavorativo, bisogna fare attenzione a riportare in esso tutti i dati necessari, affinché possa essere accettato per i fini a cui serve. Infatti, la mancanza anche solo di un dato potrebbe comportare il respingimento di una richiesta di finanziamento.
Il certificato di servizio lavorativo, una volta redatto, ha efficacia legale per tutte le finalità a cui potrebbe servire, così come potrebbe fungere anche come prova dell’esistenza del rapporto di lavoro. Ciò potrebbe rivelarsi abbastanza utile, ad esempio, nei casi di disguidi con l’Inps, quando l’ente di previdenza non risulterebbe in possesso di dati relativi ad alcuni periodi contributivi. In questo caso, l’attestato di servizio servirebbe a provare il rapporto di lavoro nel periodo non risultante all’Inps e, quindi, il diritto al riconoscimento della contribuzione ai fini previdenziali.
Riportiamo adesso quali elementi servano per scrivere un certificato di servizio lavorativo
Con la presente, si attesta che il sig. (nome e cognome del lavoratore), nato a (luogo di nascita del lavoratore), il (data di nascita), è dipendente dell’azienda (nome dell’azienda e ragione sociale), assunto sin dal (data di inizio del rapporto di lavoro) con contratto … (citare la tipologia retributiva), in qualità di (elencare la mansione svolta dal dipendente).
Se il rapporto di lavoro è già cessato o se si tratta di un contratto di lavoro a tempo determinato, bisogna indicare anche la data di cessazione dell’attività o della scadenza del contratto.
Riportare la data e la firma dell’amministratore della società o del delegato alla firma. Infine, apporre la dicitura “il presente è rilasciato per gli usi consentiti dalla legge”.
Fare attenzione che siano presenti nel certificato tutti gli elementi sopra elencati, nonché le informazioni aggiuntive, se richieste.
Dagli elementi di cui sopra, siamo ora in grado di scrivere un fac-simile:
Con la presente,
si attesta che il Sig. Mario Rossi, nato ad Aprilia (Latina), il 15/06/1970, è dipendente dell’azienda “Import/Export S.p.A.”, con sede a Roma, via Teulada, 15, codice fiscale/partita IVA ……. ,con la mansione di magazziniere e assunto in data 01/05/2000 con contratto a tempo determinato, convertito in data 01/11/2000 in contratto a tempo indeterminato.
Si rende noto, altresì, che il suddetto dipendente non è oggetto di alcun procedimento disciplinare e che in data 31/12/2013 aveva maturato presso l’azienda un TFR pari all’importo di Euro 20.050,00.
Data, 10/12/2014 Firma dell’amministratore
Luigi Bianchi
Il presente è rilasciato per gli usi consentiti dalla legge