Quando il lavoratore intende lasciare il proprio posto di lavoro, è necessario o consigliabile che lo comunichi in forma scritta al proprio datore, avendo cura di tenere in considerazione il periodo di preavviso richiesto dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro. Esso si differenzia a seconda del tipo di lavoro e settore. Le ragioni per le quali un lavoratore desideri lasciare il posto potrebbero essere le più svariate, si va da cause prettamente personali, all’insoddisfazione per le condizioni lavorative, alla ricerca e ottenimento di un nuovo posto di lavoro, al clima di scontro con il capo e i colleghi di lavoro, fino al caso estremo di presunto mobbing.
Non esiste un unico modello uguale per tutti per scrivere una lettera di dimissioni. Questa può benissimo essere redatta in forma libera e firmata dal lavoratore. Se inviata tramite posta, farà fede il timbro postale per la data.
Essenzialmente, ci sentiamo di dare due consigli a tale proposito. Prima di inviare la lettera di dimissioni all’attuale datore di lavoro, bisogna assicurarsi di venire assunti dal nuovo datore, qualora la ragione dell’addio risieda in un cambio di occupazione. In ogni caso, poi, è consigliabile non sfruttare la lettera come sfogo personale contro il proprio capo o i colleghi, perché per quanto possa essere comprensibile, un tale atteggiamento non è mai destinato a portare nulla di buono al lavoratore, fosse anche in termini di cattiva pubblicità che il vecchio capo potrebbe fare in giro, disincentivando le altre imprese ad assumere. Basti pensare, ad esempio, che oggigiorno sono frequenti i casi, specie tra le multinazionali, di aziende che richiedono al candidato la presentazione di una lettera di referenze del precedente datore. Quindi, bisogna ingraziarsi il capo attuale, anche evitando di estremizzare gli attriti in fase di dimissioni. Per questo, la lettera può anche indicare le ragioni per cui si sceglie di lasciare il posto di lavoro, ma cercando di non apparire polemici e rabbiosi, esprimendosi sempre con educazione, che alla lunga paga sempre.
Quanto alla tempistica, bisogna considerare che la lettera di dimissioni va scritta e presentata al datore successivamente alla redazione di una lettera d’intenti concordata con il proprio capo stesso. Il lavoratore può scegliere di indicare nella lettera se intende lavorare o meno durante il periodo di preavviso. Se scegliesse di non farlo, ossia di dare le dimissioni con effetto immediato, il datore potrà avvalersi del diritto di non corrispondere al lavoratore la retribuzione prevista per il periodo di preavviso, tranne il caso in cui le dimissioni avvengono per giusta casa. In questa situazione, il datore è obbligato a retribuire il dipendente ugualmente.
Aldilà delle diverse ipotesi, i dati fondamentali da indicare nella lettera sono gli estremi del lavoratore e del datore di lavoro, la data a partire dalla quale s’intende rendere effettive le dimissioni, la data e la firma del lavoratore e uno spazio riservato alla firma del datore per accettazione.
Come sopra detto, le dimissioni generalmente prevedono per contratto il diritto di preavviso per il datore, fermo restando che il lavoratore ha facoltà di recedere dal rapporto in qualsiasi momento. Tuttavia, nel caso in cui siano avvenuti fatti gravi, tali da avere fatto venire meno il rapporto di fiducia tra le parti, il lavoratore ha diritto a dare le dimissioni anche senza preavviso, usufruendo ugualmente della retribuzione per il relativo periodo non lavorato.
C’è un caso in cui la lettera di dimissioni deve rispettare circostanze ulteriori, quella scritta in gravidanza dalla lavoratrice, ossia dal concepimento fino al primo anno di vita del bambino. Affinché la lettera sia legalmente valida, è necessario che sia convalidata dal’ufficio del Ministero del Lavoro territorialmente competente, altrimenti la lettera si considera inefficae e il rapporto di lavoro continua a sussistere, così come i relativi diritti e doveri. Questo, per evitare le cosiddette dimissioni in bianco, ossia che all’atto dell’assunzione o alla data di conoscenza della gravidenza della lavoratrice, il datore di fatto obblighi quest’ultima a lasciare il lavoro, forzandola a firmare una lettera di dimissioni, una pratica piuttosto diffusa, specie tra le imprese di minori dimensioni.
Un altro aspetto da tenere in mente è la data in cui fare pervenire al datore la propria volontà irrevocabile di dare le dimissioni. Esse saranno effettive il giorno 1 e 16 di ogni mese. Inoltre la lettera va redatta in duplice copia e inviata al datore o per raccomandata con ricevuta di ritorno oppure consegnata a mano.
Per concludere, possiamo affermare che la lettera di dimissioni non implica una forma, un linguaggio formali, ma necessita di opportuni passaggi, quanto meno per cercare di tenere buoni i rapporti con l’impresa dalla quale si desidera congedarsi.
Modello di Lettera di Dimissioni con Preavviso
Modello di Lettera di Dimissioni senza Preavviso