La carte di credito rateali o carte revolving sono uno strumento oramai abbastanza diffuso di pagamento tra le famiglie, una vera alternativa al contante, che nel nostro paese ha iniziato ad attecchire solo negli ultimi anni, ma con ritmi di crescita veloci..
Esse consistono nella possibilità data di pagare un determinato acquisto o di prelevare denaro contante, posticipando l’addebito e non avendo nemmeno un vincolo temporale di rimborso del prestito, tranne che quello di pagare mensilmente o una rata dall’importo minimo o della percentuale minima indicata nel contratto.
Spieghiamo meglio. La carta di credito rateale o revolving è una tessera con banda magnetica sul retro, collegata a un conto corrente di una banca. Come una normale carta di credito o un bancomat, essa può essere utilizzata ai POS degli esercizi aderenti al medesimo circuito di emissione per pagare gli acquisti e presso gli ATM per prelevare denaro in contante. A differenza di una carta di credito ordinaria, però, qui non c’è una data certa per l’addebito, bensì il solo vincolo di rimborsare almeno una rata minima mensile. Man mano che il rimborso avviene, si ricostituisce il credito iniziale, il plafond messo a disposizione dalla carta, per cui il titolare potrà avere nuove somme di denaro da spendere. Ovviamente c’è il rovescio della medaglia di questa condizione di estrema comodità. Essendo il prestito a titolo oneroso, ciò significa che maggiore è il tempo che il titolare della carta si prende per rimborsare il debito, più alti saranno, in valore assoluto, gli interessi che graveranno.
Ammettiamo che un titolare spenda con la carta revolving 100 euro per fare la spesa e che il plafond disponibile sia di 1.000 euro. Ciò significa che si ha a disposizione un credito residuo di 900 euro. Poniamo che il titolare della carta rimborsi mensilmente la rata minima prevista per contratto, ad esempio, il 5%. Quindi, dopo il primo mese, egli avrà restituito 5 dei 100 euro spesi, che si andranno a sommare al credito residuo dei 900 euro, facendo diventare 905 euro. E così ogni mese. Gli interessi graveranno sui 100 euro per il primo mese, su 95 euro per il secondo euro, su 90 euro per il terzo mese, etc. Possibile è anche che la banca applichi alla carta le spese di commissione, con l’effetto di gravare non in modo irrisorio il costo della revolving. Man mano che il titolare effettua nuovi prelievi e pagamenti, il meccanismo sopra descritto si riattiva e si somma ai precedenti interessi e debiti da rimborsare.
Queste carte si sono diffuse negli anni anche in Italia, grazie al fatto di essere molto comode e di prevedere pochi vincoli per il rimborso del debito e pochi requisiti per ottenerne il rilascio, tanto che per un lungo periodo sono state inviate dalle banche a domicilio senza alcuna espressa richiesta del cliente a fini promozionali.
Molti titolari non sono stati spesso in grado di far fronte alle elevatissime spese della revolving, avendone abusato, un po’ ignorando o facendosi prendere la mano dai meccanismi che ne stanno alla base. Sui prestiti erogati con questo tipo di carta si arrivano a pagare interessi anche nell’ordine del 25% o più (TAEG), anche perché la clientela-tipo viene considerata a rischio. A questi bisogna aggiungere le quote di rilascio della carta, le commissioni e gli interessi di mora; facile che scattino questi ultimi, data la rilassatezza a cui si è indotti dalle condizioni contrattuali. Inoltre, in caso di ritardo nei pagamenti si può essere segnalati al Crif come cattivi pagatori e se non si onora il debito contratto si è inseriti nel registro dei protesti.
Cosa bisogna fare per ottenere il rilascio di una carta di credito rateale? Bisogna recarsi presso la banca, dove si detiene un conto corrente, dotati di documento di riconoscimento valido, del codice fiscale e della busta paga, oltre che del numero di conto corrente, magari portando con sé un estratto conto. Se si è considerati idonei, si riceverà la carta, magari inviata al proprio domicilio, separatamente dalla busta in cui viene inviato il codice PIN. La carta deve essere firmata sul retro, nello spazio apposito, per essere attivata, al fine di impedirne un uso fraudolento di altre persone. Una volta attivata, essa può essere utilizzata per gli usi più disparati e relativi ai pagamenti o prelievi, non essendo vincolata all’acquisto di particolare beni o servizi.
Grazie ad alcuni accordi commerciali, generalmente le carte revolving consentono al titolare di usufruire di sconti per l’acquisto di beni e servizi di alcune aziende o catene commerciali.
Sia per pagare ai POS che per prelevare denaro contante presso i punti ATM è necessario inserire la carta rispettivamente nella macchinetta e nella postazione automatica e digitare il codice PIN di 5 cifre, avendo cura di non essere osservati. Nel caso del POS, l’esercente o il libero professionista emetterà una ricevuta, dove è indicata la cifra spesa con la carta.